Sul Noce tra Lagonegro e Rivello

 

Il Noce è un torrente che coi suo corso attraversa ambienti molto variati e differenti, ma in ogni punto rappresenta una meta sicura per chi voglia pescare qualche bella trota.

 

Prima di tutto, è d'obbligo una precisazione: Noce è un nome che designa più di un torrente italiano, forse a causa della presenza degli omonimi alberi lungo le loro sponde. Quello che interessa il nostro itinerario riguarda il torrente Noce che scorre in Basilicata e sfocia nel Tirreno. Il Noce nasce dal monte Sirino con il suo ramo principale che presto si arricchisce delle acque di un bel laterale, scorre vicino a Lagonegro, riceve ancora l'apporto di altri affluenti, raggiunge Rivello e percorre i suoi ultimi chilometri verso il mare, vicino a Maratea, dove assume il nome di Fiumara di Castrocucco.  Per raggiungere i tratti più interessanti  di questo itinerario bisogna percorrere l'autostrada Salerno-Reggio Calabria, la A3, e uscire al casello di Lagonegro.      

Si inizia in montagna

I1 tratto iniziale del torrente, decisamente montano, è caratterizzato da salti d'acqua e cascatelle, con punti a volte difficili da raggiungere.  Può essere risalito a partire dalla confluenza con il laterale, anche se è consigliabile farlo soltanto a primavera inoltrata, per evitare l'acqua di neve del disgelo, che rende assolutamente improduttivo qualsiasi tecnica di  pesca.  Quando invece l'acqua è pulita e limpida, le numerosissime piccole buche vanno esplorate al tocco.  Per coloro che non sanno rinunciare allo spinning, ci sono alcune correntine e una serie di lame non molto estese.  Ci vuole però una tecnica sicura, perché questa prima parte del Noce è ricca di ostacoli.  L'importante, in ogni caso, è che l'andamento climatico stagionale sia normale.  Capita infatti che la neve ricopra le cime dell'Appennino lucano fino ad aprile inoltrato, il che rende praticabile e discretamente pescoso il Noce più alto.  Le trote presenti sono comunque interessanti, non tanto perché raggiungono dimensioni eccezionali, ma perché si tratta di fario di ceppo puro.

Un'oasi di verde

Uscendo al casello di Lagonegro Sud della A3, si deve girare a sinistra e seguire una strada sterrata che a un certo punto si avvicina al corso del Noce. Questo è uno dei tratti più interessanti. Il letto del torrente è incassato e profondo, con sensibili salti, e grandi buche scavate dall'erosione nella roccia.  In questa zona vivono le fario di maggior peso, proprio perché qui, grazie alla conformazione del torrente, il livello dell'acqua risente meno delle variazioni dovute agli inevitabili periodi di magra.  Attenzione però quando ci si avvicina troppo, perché la limpidezza dell'acqua è notevole e le trote più vecchie, diventate più sospettose, non sono certo le più facili da catturare.  Anche se in questo tratto il torrente scorre vicino all'autostrada, che lo attraversa su un alto viadotto, quando si arriva vicino all'acqua verde e pura sembra di entrare in un altro mondo.  Alberi e cespugli, cascate spumeggianti, salti improvvisi, rocce strapiombanti che aumentano a mano a mano che si procede verso valle, fino a creare un baratro profondo che può presentare qualche problema di passaggio e che richiede molta prudenza. Come abbiamo detto, nelle grandi buche il livello dell'acqua, trattenuta dalla            roccia, non subisce variazioni sensibili neppure durante i periodi di siccità. L'esca sempre valida resta il lombrico di terra, secondo soltanto alla camola del larice, che però è difficile da procurarsi. Anche lo spinning leggero è indubbiamente una tecnica che può dare ottimi risultati, purché ci si ricordi che in queste acque il primo lancio è importantissimo: se lo si sbaglia o se il recupero non è perfettamente calibrato, è inutile insistere poiché, messe in allarme, le trote non si faranno più vedere.

Verso Rivello

L’altro tratto che costituisce questo itinerario si trova più a valle, nelle vicinanze del comune di Rivello.  Per arrivarci, si esce sempre al casello di Lagonegro e si prosegue poi nella direzione di Rivello.  Dal ponte della vecchia strada che un tempo portava al paese si diparte un comodo sentiero che raggiunge il fiume. In questa sua parte mediana, il Noce ha un volume d'acqua decisamente superiore, grazie all'apporto di alcuni affluenti nel tratto successivo a quello di Lagonegro.  La corrente, nei tratti pianeggianti e dove il corso è diritto, è piuttosto vivace e veloce.  Ci sono grandi rocce sparse su tutto il percorso che costituiscono ottimi ripari per le fario, che qui sono di taglia interessante.  A parte il numeroso novellame ci sono anche iridee, frutto di qualche ripopolamento del passato. Tra i due proposti in questo itinerario, il tratto di Rivello è quello più comodo e agevole, con sponde mai troppo alte o difficili, una discreta vegetazione e scorci paesaggistici notevoli.  Ovviamente quest'ultimo è anche il tratto più frequentato dai pescatori.  Si può pescare sia a valle sia a monte.  Consigliamo di risalire, soprattutto a chi pesca a spinning o a mosca.  Scendendo, si pesca meglio al tocco e a fondo.

Dove il Noce diventa un fiume

Le catture più consistenti, come peso Le non come numero, si fanno però verso valle, dove il Noce si trasforma in fiume, con il corso interrotto a intervalli abbastanza regolari da sbarramenti artificiali.  Qui le discendenti delle iridee, che una politica non molto aggiornata di ripopolamento aveva portato in queste acque, raggiungono buone dimensioni e superano il chilogrammo di peso. Se si vuole fare a tutti i costi la cattura da fotografare per mostrare agli amici, questa è senza dubbio la parte migliore, anche se l'acqua non ha più la purezza che aveva a Lagonegro o a Rivello. La causa, probabilmente, è forse di qualche scarico inquinante nel tratto più basso.  Se invece si ama la natura pulita e ancora miracolosamente incontaminata e si vuole provare l'emozione di numerosi abbocchi, anche se si tratta per lo più di trotelle da rimettere immediatamente in acqua, i tratti più belli sono quelli di cui abbiamo parlato prima.  Il Noce offre quindi possibilità per tutti, anche per quanto riguarda i percorsi: si può scegliere un tratto faticoso da risalire e che costeggia un torrente impetuoso o preferire la comodità delle rive facilmente percorribili là dove quello stesso torrente si distende verso il mare.