I torrenti del Monte Rosa

 

All'interno dei Parco Naturale dell'Alta Valsesia, sotto la mole dei Monte Rosa, scorrono splendidi torrenti alpini, popolati da frotte di salmonidi, per lo più derivati da ripopolamenti e semine.

 

Molti pescatori di trote sostengono che è perfettamente inutile cercare all'estero ottimi torrenti da salmonidi ' proprio quando stanno fiorendo numerose riserve "tuiistiche" nelle nostre vallate.  Tutto questo è vero.  C'è il solo difetto della mancanza, spesso, di pesci veramente selvatici, visto che quasi tutti i salmonidi provengono da allevamento.  La più importante novità degli anni Novanta, comunque, è stata l'apertura ai pescatori di riserve su torrenti alpini che, nei decenni precedenti, erano strettamente vincolati in riserve private oppure abbandonati a se stessi e completamente spopolati. Questo è un fenomeno relativamente nuovo, forse la strada del futuro.  Il mondo della pesca non può che trarne giovamento, a patto che la gestione e il costo dei permessi giornalieri siano impostati correttamente.  Alcune di queste riserve, poi, si trovano in ambienti di incomparabile bellezza naturale, spesso dentro i confini (un tempo proibiti) dei più importanti parchi naturali italiani.  E' il caso del Parco dell'Argentera, in cui si trova la riserva di pesca del torrente Gesso, o quello dell'Alta Valsesia che è meta di questo itinerario. Si parlerà, infatti, del torrente Egua e del suo affluente Trasinera, due classici corsi d'acqua alpini della Val  Sennenza, nei pressi del comune di Carcoforo.

Il torrente Egua

La valle di Carcoforo, angusta nel suo tratto basso, si allarga in alto tra grandi boschi di conifere, davanti alla bella cascata che il rio Dorca forma alla confluenza nell'Egua.  Il fiume nasce dal Pizzo Tignaga (2653 m) e affluisce, dopo soli 11 km, alla sinistra del Serinenza, a Rimasco.  In alcuni punti, il torrente è rovinato dalle frane e dalle slavine ma, nel tratto riservato, presenta intatte le sue tipiche caratteristiche alpine.  I!Egua percorre il valloncello di Carcoforo (a 1305 m), che è il più piccolo comune d'Italia, disteso su prati dalla magnifica fioritura.  Proprio dalle cime che circondano il bacino della testata si hanno le più belle visioni del massiccio del Monte Rosa.

La riserva di Carcoforo

La società di pescatori locali ha istituito nelle acque del torrente una nuova area di pesca a regolamento specifico.  Per poter pescare nella riserva occorre essere muniti della regolare licenza governativa e di un permesso che viene rilasciato nell'albergo del paese, proprio all'ingresso della strada.  Ci si può anche rivolgere direttamente alla stazione del guardiapesca per ogni tipo di informazioni.  Il costo del permesso è in linea con le riserve di questo tipo ed è differenziato secondo la tecnica di pesca.  Nel tratto “normale" si possono catturare e trattenere 5 trote, ma è anche stato istituito un pezzo di fiume con regolamentazione no-kill; vi si può pescare solo a mosca artificiale ed è fatto obbligo di reimmettere in acqua tutte le catture effettuate.  Naturalmente, chi sceglie questo tipo di permesso, può anche pescare nel tratto dove è concesso il prelievo massimo di 5 esemplari di trote.  Il tratto no-kill interessa un buon tratto del torrente Trasinera, un affluente dell'Egua, dalle acque estremamente pulite e ossigenate, che ha la sua foce proprio vicino a Carcoforo e si trova sulla destra orografica della valletta.

La val Sermenza

Soprannominata la "Val Piccola", per la sua brevità e per il bacino montano piuttosto stretto, la Val Sermenza si trova fra i contraffarti del Tagliaferro (2964 m) e della Colmetta (2458 m). E lunga circa 20 km (Lo sbocco è a Balmuccia) ed è costeggiata da sponde ripide e scoscese.  Da Rimasco ci sono punti in cui la visione della Val Sermenza è veramente impressionante, fra gole anguste e pendii di roccia viva. Risalendo da Balmuccia si incontra prima Boccioleto, la già vista Rimasco, Rima San Giuseppe e Rima, alla testata della valle.  Proprio a Rimasco, sulla sinistra orografica, c'è l'inizio della Val d'Egua, che si dirige verso Carcoforo.  Le altissime giogaie sono rivestite da castagni e faggi, nel medio e basso corso; più in alto, la valle assume il suo tipico aspetto alpestre, fra bellissimi boschi di conifere e sempreverdi.  Il tutto è dominato dall'iponente massa del Monte Rosa, ricoperto di neve anche in piena estate e alle cui falde si estende la vallata che ospita questo itinerario.  Tutta questa zona è stata istituita in Parco Naturale e l'incontro con la tipica fauna alpina, dai camosci alle marmotte, dai forcelli agli stambecchi, è un episodio comune e per nulla raro.

Prede e tecniche

Naturalmente, si tratta di un classico torrente da trote fario.  Pochi i pesci locali, generalmente di piccola taglia, e molto il pesce periodicamente seminato.  Si tratta tuttavia di materiale molto selezionato, che proviene da allevamenti alimentati dalle acque pulite della Valsesia.  Anche il tipo di immissione è di buona qualità.  Come ben sanno i pescatori esperti di queste zone, molto dipende dal modo in cui vengono effettuati i ripopolamenti; se tutto viene scaricato nelle grandi buche, ci saranno tratti poco popolati e tratti troppo pescosi; se, invece, la semina è eseguita in modo mirato, come avviene qui, ogni buca potrà offrire una o più catture.  Splendidi, infine, i salmerini.  Se il pescatore non sapesse che si tratta di pesci immessi, sarebbe molto facile scambiarli per pesci autoctoni, dalla carne rosata e veramente squisita.  La taglia media di questi pesci è interessante, intorno ai 500 g, e garantisce soddisfazioni a chi pesca a mosca anche nelle giornate più fredde, senza schiuse apprezzabili.  Le caratteristiche del torrente, con le sue grandi rocce e i sedimenti rocciosi sul fondo, ne fanno un classico corso d'acqua per la pesca a fondo.  I pescatori a mosca, quindi, dovranno ripiegare sugli streamers o sulle classiche mosche da caccia.  Solo verso sera, particolarmente in estate, funzionano molto bene le imitazioni di tricottero e plecottero.  Doppia trazione e lanci da record qui servono assai poco.  Spesso si pesca solo con il finale in acqua e con la coda appoggiata su qualche grande roccia.  Come spesso accade in posti simili, viene premiato più il senso dell'acqua (e del pesce) piuttosto che una raffinata capacità di lancio.