Sul Lago di Endine

 

Un lago in provincia di Bergamo, dalle acque ancora pulite e dove la pesca, pur permessa e spesso fruttuosa, è giustamente regolamentata per salvaguardare le specie ittiche presenti.

 

Il Lago di Endine si trova a 337 m di altitudine, una quota abbastanza elevata per i laghi prealpini lombardi; più in alto troviamo solo il Lago d'Idro, a 368 m. l’altitudine concorre a rendere meno tiepido il clima del Lago di Endine e più limitato il periodo di pesca per talune specie, considerata anche la modesta profondità (non supera i 10 m).  Tuttavia questo lago è interessante per il pescatore poiché è popolato da moltissime specie che vi vengono frequentemente immesse, a scopo di ripopolamento, a cura di sodalizi locali. Inoltre, in occasione di gare di pesca, vengono immesse anche trote fario e iridee, che poi restano nel lago a disposizione dei pescatori sportivi più fortunati.

Un lago piccolo, ma protetto

Il Lago di Endine occupa un bacino relativamente modesto: 6 km di lunghezza, con una larghezza massima di 590 m e un perimetro di 13 km circa.  La superficie lacustre è ampia poco più di 2 km2.  Insignificante, dal punto di vista delle dimensioni, è anche il bacino imbrifero, costituito dal Cherio e da altri piccoli immissari che lo alimentano, insieme ad alcune sorgenti subacquee.  Emissario è lo stesso Cherio, fiumiciattolo che esce all'estremità meridionale del lungo e stretto bacino e che andrà poi a confluire nel fiume Oglio. Grazie ai frequenti ripopolamenti cui si è accennato, la pesca è di largo interesse ma, per poterla praticare, occorre munirsi di un permesso giornaliero di modestissimo costo, se si pesca dalla riva, e di poco superiore, se si pesca dalla barca.  Vengono anche rilasciati abbonamenti annuali.  La navigazione con barche a motore è assolutamente vietata e ciò contribuisce a rendere più tranquille, pulite e meno inquinate le acque del Lago di Endine.  Su un tratto della riva orientale (dove si trova il punto più stretto, nei pressi del comune di Monasterolo) è stata istituita una zona di protezione ittica e di ripopolamento, denominata "Riservino" e debitamente palinata: qui è assolutamente vietata ogni forma di pesca.  I permessi vengono rilasciati dai negozi di articoli sportivi a Ranzanico e a Endine, dove è anche possibile noleggiare una barca, rigorosamente a remi.

Alborelle, regine del lago

Sono molte le specie presenti nel Lago di Endine: dai persici ai persici trota, dai lucci alle tinche, dalle scardole alle alborelle.  Queste ultime, poi, sono di taglia notevole, grazie alla elevata presenza di plancton di cui si nutrono, e soddisfano pienamente le esigenze degli alborellisti specializzati, che agiscono con le amettiere o con lo scoubidu. Altre specie, meno abbondanti, ma ugualmente diffuse ovunque, sono le carpe (alcune toccano persino i 10 kg di peso), gli amur (ossia le carpe erbivore), i cavedani, le anguille e, infine, la solita minutaglia che non manca mai sottoriva e fra il canneto, anche in acque basse.  Le trote, escluse quelle immesse per le competizioni, non sono invece molto frequenti in questo lago.

I punti migliori

Tutto il bacino lacustre è valido, se si esclude il tratto ben segnalato del "Riservino", dove è proibito pescare.  Le rive sono però in buona parte coperte da canneti, frequentemente interrotti da varchi liberi e tratti con ghiareti e a-renili (come quello molto ampio di Endine); altri punti agevoli sono rappresentati dai pontiletti e dagli approdi.

Il lago, come già detto, ha la consueta forma allungata e il caratteristico fondo 16   a navicello", con più conche, tipici dei laghi prealpini di escavazione glaciale.  Non è un lago molto profondo e l'isobata dei -5 metri corre abbastanza prossima alle rive lungo tutto il perimetro.  Pertanto non è difficoltoso trovare una buona postazione di pesca.  In linea generale sembrano offlire miglior possibilità la sponda settentrionale e quella orientale.  Inoltre, come sempre si verifica in ogni bacino lacustre, i punti di sfocio di qualche piccolo corso d'acqua si rivelano spesso i più fruttuosi.  Ai margini esterni dei canneti affiorano spesso erbe e piante palustri, ninfacee e altre galleggianti, sotto le quali si trovano frequentemente i persici trota e i lucci e quindi risultano i punti migliori per indirizzarvi le lenze.  Oltre i canneti, sul fondo, sono anche presenti alghe ed erbe acquatiche di profondità, che offrono rifugio a tinche e ad altre prede interessanti.  I tratti profondi a ghiareto sono invece meglio frequentati dai persici.  Se si può disporre della barca le probabilità di catture aumentano poiché si ha la possibilità di agire al di fuori dei canneti, senza il rischio di impigliarvi le lenze, come invece spesso capita a chi agisce dalla riva.  Fra le altre tecniche possibili, sul Lago di Endine si può pescare con ottimi risultati anche a traina.

Le tecniche per i predatori

Lo spinning è sempre redditizio se indirizzato al persico, al persico trota o al luccio (ma si provi anche  on la trota).  Altrettanto buona è l'esca viva, in particolare una tipica della zona, l'usellina, ossia un cobite  scelto piccolo per il persico, medio per la trota e il luccio.  Sempre come esche vive per il luccio si scelgano la scardoletta o il triottino pescati sul posto.  Tra le esche artificiali: per lucci spinnerbaits, grossi minnows e altre esche di fantasia, galleggianti (in tarda primavera e in estate) o affondanti (inizio e fine di stagione, fino all'inverno); per persici e blackbass cucchiaini rotanti e ondulanti.  Presso i canneti e in prossimità degli erbai, le esche di fantasia o il vivo a mezz'acqua o in superficie, nella stagione più calda, sono spesso micidiali per il persico trota.

le tecniche per i pesci più diffidenti

Le tinche, le carpe, gli amur e le grosse scardole sono insidiabili con lenza e galleggiante, con esca raso fondo o a mezz'acqua innescando con vermi, mais, polenta o impasti (che però richiederebbero la pasturazione), o con le boilies (le palline aromatizzate).  Le lenze saranno quindi robuste se si pensa di incappare in qualche grossa tinca o carpa.  Per questi pesci, come per le anguille, le tecniche migliori restano quelle con la lenza ancorata a fondo, secondo sistemi tradizionali o di più recente introduzione, come il carp-fishing e il legering.  La montatura all'inglese, per pesca a mezz'acqua, è molto indicata nelle giornate ventose per insidiare a distanza scardole, cavedani e persici.  Per questi ultimi è anche praticata la pesca a striscio sul fondo, innescando con vermi o uselline.  Le posizioni prossime a qualche sfocio di torrentello sono le più adatte per la pesca serale a fondo delle anguille con i vermi; gli stessi posti possono, nelle prime ore diurne, essere invece frequentati da qualche trota.