Sul Bussento

 

Un itinerario dedicato a chi cerca ancora le trote "ruspanti", che su questo piccolo torrente della Campania sono abbastanza numerose e diffidenti.  Vanno dunque pescate con molta cautela.

 

La Campania è una terra di forti contrasti; sono infatti sufficienti pochi minuti di auto per passare dal caos turistico-balneare di località come Policastro e Villammare alla bellezza quasi selvaggia e all'isolamento totale di fiumi come il Bussento. E mentre un ambiente naturale veramente unico.  Per accedere al Bussento occorre far riferimento all'autostrada A3 che collega Salerno a Reggio Calabria; il casello di uscita è quello di Padula. Si deve poi imboccare la S.S. 517, denominata appunto Bussentina, e percorrerla fino al bivio per Torre Orsaia.  Dopo meno di un chilometro, si incontra una flumara secca, lo Sciarapotamo, in prossimità della quale si trova sulla sinistra un alto viadotto presso cui si può posteggiare l'auto. Da qui prende origine un piccolo ma ben segnato sentiero che porta direttamente al fiume.

Cinque chilometri pescosi

Il tratto in cui il Bussento dà il meglio di sé è quello che va dalla centrale idroelettrica di Sicilì fino al ponte sulla strada per Morigerati.  Meno di cinque chilometri di torrente caratterizzati, nella prima parte della risalita, da buche molto profonde alternate a correntini di acqua bassa; man mano che si sale, il letto si restringe e la valle comincia ad assumere una discreta pendenza e, sempre più numerosi, si possono trovare grossi massi disseminati nel centro del torrente; in questo secondo tratto, la corrente è abbastanza sostenuta ed è la zona più adatta per la pesca al tocco. Anche il tratto a valle della centrale di Sicilì è molto bello, ma è assolutamente sconsigliabile in quanto può subire, in-qualsiasi momento e senza preavviso, notevoli variazioni di portata in seguito all'apertura o chiusura delle paratie che regolano l'afflusso d'acqua alle turbine.  Parlando delle possibilità di pesca a monte della centrale occorre fare una doverosa precisazione.  Le trote ci sono, e sono anche abbastanza numerose, ma nulla hanno a che spartire con le trote di allevamento.  Questo fatto comporta una serie di precauzioni inutili nelle riserve cosiddette "turistiche".  Non ci sentiamo quindi di consigliare questo tratto di torrente a chi è abituato alle pesche facilitate; i pescatori che, al contrario, cercano trote "ruspanti" potranno trovare sul Bussento le prede che cercano.

Alcune regole d'oro

A proposito di precauzioni, eccone alcune tra le più importanti.  In primo luogo si deve uscire a pesca al mattino molto presto in quanto le trote sono poco amiche delle luci troppo forti. Molto importante poi è il fattore "sorpresa".  Non molto grande è la pressione di pescatori in questo torrente; ma, se si osservano attentamente i segni lasciati dagli stivali sulle piccole spiaggette o sulle rocce, che rivelino il recente passaggio di qualche collega, è perfettamente inutile proseguire alle sue spalle: per almeno un po' di tempo le trote non si faranno vedere.  Molto meglio, ritornando sulla sponda, percorrere un lungo giro e superare chi ci ha preceduto; lasciandogli, naturalmente, un buon tratto di torrente a disposizione.  Spesso, con questo semplice spirito di osservazione delle tracce, si può risolvere una giornata negativa. Essenziale, infine, il mimetismo.  Se si riesce a mantenersi defilati o comunque bassi rispetto alla superficie o, meglio ancora, al riparo di qualche roccia in modo da non proiettare la propria ombra sull'acqua, si possono ottenere risultati sorprendenti.  A poche centinaia di metri a monte della centrale di Sicilì è accaduto più di una volta di scorgere, al centro della corrente, alcune grosse trote in caccia che non avevano ancora avvertito la presenza del pescatore; in questi casi, occorre ragionare e non sbagliare il primo lancio che, spesso, è il più importante. Se tutto è fatto nel modo giusto, il cucchiaino viene aggredito quasi subito dal pesce più veloce.  Poi più nulla. 0 può accadere che tutte le belle fario si lancino contemporaneamente sull'artificiale, spaventandosi a vicenda.  Per quanto riguarda le tecniche pesca, sono ottime la pesca a spinning e a mosca, particolarmente nel primo tratto, quello a monte della centrale. La vegetazione sulle sponde non è eccessiva e si può entrare silenziosamente in acqua in ogni punto del torrente.  Questi due sistemi sono validi anche nel tratto superiore, fino al ponte di Morigerati; in questo tratto, tuttavia, le difficoltà di lancio aumentano non poco ed è forse, preferibile la classica pesca al tocco con esche naturali.  Con questa tecnica si possono insidiare le trote più grandi che stazionano nelle buche più profonde.  Occorre anche precisare che il Bussento, a differenza di alcuni fiumi della Campania che scorrono nelle vallate vicine(Tanagro, Sele, Calore) non risente in modo eccessivo dei periodi di forte siccità e ha mantenuto livelli d'acqua abbastanza costanti così come tutti i torrenti che discendono dall’altopiano calabrese. Questo spiega la costante presenza di pesci in questo fiume.  Tutto il torrente è libero alla pesca ed è in concessione all'Amministrazione Provinciale.  Le uniche limitazioni riguardano il numero di catture (10 capi per ogni giornata di pesca) e la misura minima della trota (22 centimetri). Le acque sono estremamente pulite e chiare e si possono vedere le pietre sul fondo anche a discrete profondità. 1 problemi di inquinamento, per fortuna, non hanno ancora raggiunto questo angolo della valle del Bussento.