Sul Bosso

 

Un torrente marchigiano ricchissimo di fario.  Un esempio di come una politica intelligente di ripopolamento può avere ottimi effetti sia sull'ambiente, sia sulla pesca.

 

Sull'Appennino marchigiano scorre il Bosso, un torrente con caratteristiche particolari, quasi alpine, che ne fanno un itinerario inconsueto per la zona in cui si trova.  Il Bosso nasce oltre Pianello, nel bacino idrografíco del Metauro, creato dall'unirsi di diversi ruscelli laterali; scorre per tutto il suo corso parallelo al Biscubio e si unisce alle acque di questo fratello maggiore è nelle vicinanze di Cagli.  Da questa cittadina la strada costeggia il Bosso per l'intera lunghezza, che è di una ventina di chilometri.  Morfologicamente è, come dicevamo, un torrente con caratteristiche più alpine che appenniniche, con grandi buche, cascate e cascatelle, correntine, piccole lame.  In alcuni punti le sue acque limpide sprofondano in mezzo alle rocce, creando veri e propri orridi, che è impossibile raggiungere.  Nelle buche più riparate e profonde si possono catturare fario superiori al chilo e mezzo di peso e in tutto il corso la presenza di trote è costante, come dimostra il numeroso novellame che non manca in nessun punto di questo torrente.  I locali, quando non sono veri trotaioli, più abituati a pescare alla passata nella piana marchigiana spesso usano lénze @on il galleggiante, ma, da un punto di vinta di tecnica pura, non è la cosa migiiore . L'ideale è pescare al tocco, sotto le cascatelle e nelle correntine, con vermi o camole del miele o, nella stagione giusta, con portasassi che si possono trovare sul posto. 1 risultati non possono mancare.  L'altra alternativa, sempre valida quando. si parla di trote di torrente, è lo spinning, meglio se leggero, pescando poss.u ;ililmente a risalire.  Buoni risultati si hanno a mosca, anche se in alcuni punti i lanci sono problema!ici a causa della vegetazione troppo fitta sulle rive, ma nelle lame più tranquelle ci si può davvero divertire alle numerosissime abboccate di trotelle, da liberare immediatamente.  Partendo da Cagli in direzione di Pianello, uno dei punti più interessanti è poco a monte di Secchiano, dopo la zona di protezione.  Lungo tutto il corso del torrente ci sono tratti protetti, che però vengono spostati da un anno all'altro.  Basta stare attenti ai cartelli, sempre ben visibili.  Dopo Secchiano, il Bosso ha correntine e lame, ideali per la mosca e lo spinning.  Raggiungere l'acqua non è difficile: ci sono diversi sentieri che scendono dalla strada.  Più selvaggio e infossato, adatto per la pesca al tocco, è il tratto superiore, che incomincia poco prima del ponte di Pianello.  Si può scendere per un bel tratto, oppure risalire un poco.  Le trote in questa parte si trovano soprattutto nelle buche, sotto le cascatelle. Qui ci sono forse le fario più grandi.  Il nostro itinerario riguarda il pezzo di Bosso da Cagli a Pianello, con una particolare attenzione sul tratto da Secchiano a Pianello e oltre. Abbiamo detto delle trote, tutte fario, sempre presenti grazie a un'intelligente politica della Regione, ma non ci sono solo trote.  Infatti, fino all'altezza di Secchiano sul Bosso si possono prendere bei vaironi, dalle carni saporite grazie all'ambiente. E’ una pesca diversa, ma può essere un piacevole e riposante intervallo.  Bastano un piccolo galleggiante e un amo del  18.   Poi si può ritornare alle trote, ricominciando ad arrampicarsi e a scendere, tentando di riuscire a raggiungere le buche irraggiungibili, che solo con l'acqua bassa possono essere avvicinate.  E ne vale la pena, perché sono il rifugio dei più grossi esemplari.