Sul Bacino Arezzo

 

Attenzione a non farsi trarre in inganno dal nome: non siamo in Toscana, ma in Umbria, dove l'Arezzo è uno splendido lago artificiale ricco di ciprinidi e di lucci di notevoli dimensioni.

 

Il Bacino Arezzo è un grande specchio d'acqua d'origine artificiale situato in una delle zone più belle dell'Umbria, poco distante da Spoleto. La sua posizione geografica è esattamente a cavallo fra le province umbre di Terni e Perugia, più precisamente il ramo nordoccidentale del bacino appartiene a Terni, mentre la maggior parte del lago è di spettanza del capoluogo umbro di Perugia.

Un artificio ben mimetizzato              

Il Bacino Arezzo è abbastanza incassato e, tranne presso il grande sbarramento artificiale, la sponda digrada dolcemente all'acqua rendendo particolarmente agevole la pesca in quasi tutti i punti. L'acqua è particolarmente limpida, con un'intensa tonalità che va dal verde all'azzurro.  Non ci troviamo ad altitudini particolarmente elevate (siamo intorno ai 500 m sul livello del mare), eppure il paesaggio, a metà fra quello montano e collinare, è veramente unico. E, se non fosse per la diga che si scorge appena al fondo del bacino, nulla farebbe supporre di trovarsi in un lago di origine artificiale.  Ma veniamo ai pesci. Da questo punto di vista è importante constatare come il Bacino Arezzo sia situato, a grandi linee, fra il bacino fluviale del Tevere e quello del Nera. Proprio per questo motivo, la popolazione ittica del lago annovera sia il ceppo dei ciprinidi, particolarmente carpe e cavedani, sia il ceppo degli esocidi, con lucci da sogno, sia una buona consistenza di persici. Ultimo e gradito "arrivo" è quello del lucioperca, o sandra, che in fondo null'altro è se non un ibrido derivante dal luccio e dal persico.  Carpe a fondo Questo tipo di consistenza ittica e di coabitazione permette la pratica di diverse tecniche di pesca, tutte efficaci.  Innanzi tutto la pesca a fondo, indirizzata principalmente alle carpe. Nel Bacino Arezzo, più che la tecnica classica a fondo, esistono le condizioni ideali per il più recente carp-fishing.  I motivi sono presto spiegati: non essendoci nel lago luoghi particolarmente adatti alla sosta stanziale delle grosse carpe, queste girano in continuazione alla ricerca di cibo. Assolutamente inutile quindi impegnarsi in affannose scarpinate alla ricerca dei pesci.   Meglio è scegliere una buona postazione ed eseguire per tutta la durata della battuta di pesca una buona pasturazione, in grado di portare i pesci a tiro di canna.  Se poi si ha la possibilità di pasturare uno stesso punto per più giorni di seguito, meglio ancora alla stessa ora, si può essere sicuri che, nella giornata prescelta per la pesca, le carpe giungeranno puntuali all'appuntamento.  Per quanto riguarda le esche, accanto ai tradizionali vermi e impasti a base di polenta, si rivelano ottime le boilies a base proteica.  Impossibile fornire ricette precise: ogni pescatore ha le sue, ma se si incontra qualche pescatore di carpe sul lago, ci si può informare sugli ingredienti normalmente usati dai locali e ai quali, ovviamente, i pesci sono maggiormente abituati.  Non dimentichiamo che, essendo in presenza di acque pulite dove vivono pesci sospettosi, rende in modo straordinario l'utilizzo di inneschi non tradizionali, quali per esempio quello delle boilies non applicate direttamente sull'amo, ma collegate a esse tramite una sottilissima appendice.  I vecchi pescatori locali sorridono di queste "innovazioni", ma i risultati finali spesso trasformano quei sorrisi in interessata ammirazione.

Spinning e sorprese

L’altra tecnica di pesca ottima per il Bacino Arezzo è lo spinning pesante che richiede una vera e propria "caccia" ai pesci, battendo con metodo tutte le zone ritenute migliori e privilegiando tutti quei punti del sottoriva in prossimità di alberi o di altri ostacoli naturali.  La relativa uniformità del bacino può, inizialmente, disarmare gli amanti dello spinning; ma ben presto si prenderà confidenza con i punti in cui i lucci e i persici amano sostare.  Gli artificiali migliori sono i classici rotanti e ondulanti, ma in cassetta è opportuno non dimenticare qualche buon minnow affondante da far scendere nei punti più profondi del bacino.  Pescando a spinning gli incontri possibili sono molteplici: innanzi tutto i lucci, qui abbastanza numerosi, anche se assolutamente imprevedibili; in secondo l’uogo i persici, anche se di taglia modesta.  A volte ci si può imbattere, a sorpresa, in qualche grosso cavedano che, com'è noto, non disdegna un pesciolino finto adeguatamente animato.  Non si può parlare del Bacino Arezzo senza citare la possibilità di catturare, prevalentemente pescando a spinning, qualche bell'esemplare di lucioperca, un pesce abbastanza raro in Italia ma che, in queste zone e nel corso del Tevere, sta assumendo una consistenza interessante.  Basterebbe forse questa possibilità (sono stati catturati esemplari di oltre 4 kg) a giustificare una visita in questa splendida zona d'Italia.