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I PROSSIMI BACI
La lolita toscana lanciata da L'ultimo bacio ritorna al cinema con tre nuovi film e racconta a GQ i suoi segreti. E di come, a 17 anni, la fama stia cambiando la sua vita.

Quando la vedi per la prima volta, pensi: "Dio, ma è solo una bambina!". Poi lei si accende una sigaretta, sorride e incrocia le braccia, in attesa come una scolaretta disciplinata. E dire che a scuola è stata bocciata… Martina Stella, classe 1984 (alla faccia di Orwell), capelli biondi (schiariti per esigenze di copione) e lunghi fino alle scapole, ciglia scure con mascara. Sembra una figlia dei fiori proiettata nel terzo millennio. "Che cosa vuoi sapere?". La prima domanda, contro ogni aspettativa, è sua. Va bene, allora ci provo. A scoprire che cosa passa nella testa di una ragazzina, come lei stessa si definisce, che deve "pensare a studiare, a crescere e a divertirsi", ma che nel frattempo è diventata un fenomeno cinematografico.
Che effetto ti fa il successo?
"E' una bella sensazione! Essere riconosciuta per la strada, vedere la mia faccia sui giornali… Me la godo, per ora, ma ho anche capito che se voglio andare avanti devo mettermi d'impegno. Togliermi l'accento toscano (marcato, ma piacevole, ndr), studiare recitazione, imparare l'inglese. Ho tante cose da fare!". Martina è un fiume in piena: ha l'entusiasmo della sua età, più quello derivato dalla celebrità. "Guarda, io mi ritengo fortunata. Non è che non mi merito il successo, perché credo di essere stata bravina, soprattutto visto che era la prima volta. Però la fortuna è fondamentale: se non mi fossi trovata al posto giusto nel momento giusto, L'ultimo bacio l'avrebbe fatto un'altra, e tu staresti intervistando lei". E? modesta senza artificio: non vuole a tutti i costi apparire simpatica, è solo se stessa. Viene da chiedersi quanto durerà.
Ti consideri una diva fatta e finita, o una promessa?
"Una promessa, che spero di mantenere. Sono sicura che recitare sia la mia vita, l'ho sempre desiderato e ora che l'ho fatto mi attira ancora di più. Ma non so se preferisco il cinema o il teatro, che resta il primo amore".
A proposito di amori: sullo schermo ti abbiamo vista nei panni della sedotta e abbandonata. Nella vita come sei?
"Una teen-ager come le altre! Perdo la testa, poi cambio idea. Però non avrei reagito come Francesca (la diciottenne amata da Accorsi nel film, ndr), perché ho un carattere diverso. Io ho avuto una sola grande storia, con Marco, che ora è il mio migliore amico. Poi, sì, c'è stata qualche altra cosa, ma niente di serio. Sono giovane, ho tempo".
Parliamo allora della tua carriera: è appena uscito il tuo nuovo film…
"Un amore perfetto è una commedia. Fa ridere, ma non è un filmetto. Parla di amicizia e di amore con gli occhi diversi, con gli occhi di noi giovani".
Anche il protagonista è un idolo delle nuove generazioni: Cesare Cremonini, leader dei Lùnapop, 20 anni. E' vero che vi siete innamorati sul set?
"Bufale! Due ragazzi un po' famosi fanno un film insieme, la gente fa due più due e dice che si sono fidanzati. Invece non è così. Cesare è affascinante, ha talento ed è sicuro di sé anche perché è abituato a stasre davanti alla folla. Ha una fortissima presenza scenica, ma non se la tira. Lo ammiro e lo considero pure un amico. Ma tra noi non è successo niente. Però a lavorarci mi sono trovata bene, perché lui è un tipo spontaneo, e anch'io lo sono".
E Amnèsia, di Salvatores?
"E'stato divertente, abbiamo girato tra Ibiza e Formentera, quindi in posti bellissimi e dove c'è una grande energia. E una vita, d'estate…".
Altro che ragazzina reclusa…
"Beh, durante le riprese dovevo fare la brava, altrimenti mi ritrovavo con le occhiaie sul set. Ma nei giorni liberi ho girato un po'".
Ma com'è trovarsi, a soli 17 anni, scaraventata nelle mani di un regista da Oscar?
"Ho imparato molto, sembra banale ma è la verità. All'inizio ero impaurita, avevo paura di non essere all'altezza… Invece mi sono tutti stati vicini, aiutandomi a crescere".
Com'è stato il tuo rapporto con Abatantuono?
"Diego è uno straordinario, di grande talento. Siamo diventati amici".
Nel film lui è tuo padre. Un padre con cui hai un rapporto molto conflittuale…
"In Amnèsia, che poi è il nome di una delle discoteche più famose di Ibiza, Diego è uno che ha sofferto da morire, è stato anche egoista, ma si ritrova questa figlia, quasi una sconosciuta, che arriva a cercare di ricucire un rapporto che non esisteva. Non è facile, sai".
Già. Infatti tu hai un rapporto difficile, con tuo padre, nella vita.
"Di questo non voglio  parlare, scusa".
Torniamo al film , allora. Com'è il tuo personaggio?
"Al principio può risultare antipatico. Sono Luce, una diciassettenne che ne ha passate di tutti i colori e che si presenta al padre con i suoi anni, ma una testa molto più matura. E cerca di inserirsi all'interno del suo giro di amici…".
Dove incontra Sergio Rubini…
"Lui è un amico di Diego e mi aiuta a superare i momenti difficili. Poi nasce una simpatia un po' più solida…".
I tuoi progetti?
"Primo, finire il liceo. Sogni veri, uno solo: trovare un ragazzo che mi voglia bene per come sono. Il problema è che a me piacciono quelli un po' sfigati".
Sfigati?
"Sì. Però credo che siano più autentici. Voglio uno romantico, e ce ne sono sempre meno. Non che romantico voglia dire sfigato, però…".
E professionalmente?
"Sfruttare al massimo questo momento. Sono convinta di avere talento, ma devo fare esperienza. Per questo sono contenta di aver recitato in ruoli così diversi, con registi che mi hanno insegnato molto. Muccino è il mio preferito: è bello, bravo, e umanamente meraviglioso".
E adesso con chi vorresti lavorare?
"Mi piacerebbe farmi dirigere da una donna. Sono rimasta colpita dal film di Sofia Coppola, Il giardino delle vergini suicide. Lo immaginavo crudo, invece è poesia. La sensibilità è femmina".
Chi sono i tuoi attori preferiti?
"Jessica Lange. Poi Margherita Buy e Giovanna Mezzogiorno. E' forte e determinata, ci vado d'accordo. Tra gli uomini, sono indecisa: Stefano Accorsi, poi direi Tom Hanks".
Vedi i 18 anni come un traguardo?
"Da un lato sì, perché finalmente potrò prendere la patente. Dall'altro, visto che sono già indipendente, non farà una gran differenza. A parte che firmerò i contratti senza la mamma".
Andrai a vivere da sola?
"No, la solitudine mi spaventa. Vorrei abitare con un gruppo di amici".
Che rapporto hai con i vecchi amici?
"Con quelli veri tutto è rimasto uguale, solo che li vedo meno. Ma sono pochi: sono stata sempre molto invidiata, anche prima del film, perché ero diversa, determinata e combattiva".
Come ti giudichi?
"Non lo faccio, aspetto di avere più elementi. Però oggi ho più fiducia in me stessa. Fisicamente? Sono imperfetta, per fortuna!, perché penso che l'imperfezione sia fascino".
Che cosa ami e che cosa detesti?
"Amo la semplicità, il nero e la pasta al pomodoro. I libri di Castaneda e i dischi di Carmen Consoli. E i rollerblade. Odio il computer e gli Sms: sono rimasta al piccione viaggiatore. Odio il fatto di essere troppo istintiva. Ma sono buona e coraggiosa".
Dove sarai tra 10 anni?
"L'unica certezza è che starò recitando. Il resto, chi può dirlo?".

Servizio di Sarah Pioltelli, foto di Rankin, testo di Maria Citacov

 da GQ - Febbraio 2002
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