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LA MADRE DEL MARCHIGIANO
La Stella non difende il suo Vale. 
Così scende in pista mamma Stefy

La vittoria del campione si festeggia in riva al mare, basta una pizza, una telefonata. Del suo figliolo Valentino, Rossi naturalmente. Che è tornato da Donington, dove ha vinto e stravinto, al fianco della sua compagna, l’attrice Martina Stella. Spaventata dall’incidente di venerdì, la Stella aveva preso il primo volo per l’Inghilterra e aveva raggiunto il suo campione. Mentre mamma Stefania, è rimasta come sempre nella casa sulle colline marchigiane. Anche lei ha avuto naturalmente paura venerdì: «Non ho visto l’incidente. Durante le prove stavo lavorando. Ho saputo tutto al telefono. Spaventata? Beh, tranquilla non riesco mai a essere». 
Valentino è un tipo esuberante, domenica ha litigato anche con Max Biaggi: le ha spiegato che cosa è successo? 
«Ho visto le immagini e letto i giornali. Lui è fatto così, è un tipo che crede in quello che fa. Non è facile fargli cambiare idea quando si mette in testa qualcosa. Per Vale correre in moto è un divertimento, ma non vuole divertirsi solo lui, ci tiene a trasmettere ai tifosi l’entusiasmo e la voglia di primeggiare. Lui e Biaggi non si sono capiti, ma credo si siano anche chiariti». 
Prima il suo ex marito Graziano, poi suo figlio: si aspettava di vedere Valentino correre in moto? 
«Avrei voluto che diventasse ingegnere, con un tranquillo lavoro dietro casa. Io sono geometra e ho cercato di trasmettergli sin da piccolo la passione per il disegno tecnico. Invece lui ha preso da suo padre e dal nonno Learco. I suoi divertimenti hanno sempre avuto a che fare con i motori. E pensare che proprio io gli avevo regalato il primo triciclo quando ancora non camminava. E poi la prima moto, ma non immaginavo che sarebbe finita così». 
Quando ha capito che sarebbe diventato un vero pilota? 
«Intorno ai dieci anni. Disegnava tricicli, moto e cominciava a ripetere spesso: "voglio correre". All’inizio pensavo fosse un atteggiamento dell’età, invece ho capito che aveva in testa solo i motori». 
Come vive la mamma di un campione? 
«Nella tensione. Ma, la sua, è una sua scelta che devo rispettare. Più della gara mi fanno paura gli ultimi dieci minuti delle prove, quando la concentrazione deve essere al massimo. E sono attimi, che mi sembra non finiscano mai». 
Dove vede le gare? 
«Non vado mai ai circuiti, soffrirei troppo. Così preferisco stare a casa davanti alla tv. Ma è dura.» 
 
g. gh.  

 dal Corriere della Sera - 16 luglio 2002
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