Relazione sul Pero Palo 2003

Quest'anno posso dire che la festa è andata molto meglio rispetto agli anni scorsi, grazie alle proteste e alla nuova legge regionale sui maltrattamenti animali uscita nel luglio 2002.

Con queste parole di Gabriella Scaperrotta si può sintetizzare quello che è accaduto quest’anno alla festa del Pero Palo a Villanueva de la Vera; un risultato che avrebbe fatto felice Clara Genero, scomparsa tre anni fa e che tanto si adoperò contro questa festa e altre feste, italiane e non, basate sull’uso di animali.

Certo il risultato ottimale sarebbe stato usare un asino finto, come proposto dagli animalisti spagnoli dell’ANPBA, ma rispetto al passato si tratta comunque di un grande passo avanti.

Relazione di Michele Mastini E Gabriella Scaperrotta - Villanueva 2003

Lunedì 03/03/2003

Nella mattinata di lunedì ci siamo diretti a Villanueva per incontrare Jacinto, uno dei responsabili dell’organizzazione della festa del Pero Palo, che ci ha fatto visionare alcuni filmati risalenti ad alcuni anni fa. Il primo documentava parte del percorso fatto compiere all’animale durante la festa di otto anni fa. L’asino non si riusciva quasi mai a vedere ad eccezione delle orecchie, dal momento che la folla gli si accalcava addosso brutalmente. Nel secondo filmato, risalente al 2000, abbiamo visto lo stesso Jacinto intervistato da un cronista spagnolo accanto all’animale prescelto per quell’anno. Dal poco che siamo riusciti a comprendere, Jacinto intendeva porre l’attenzione sul fatto che durante la festa l’animale non subiva maltrattamenti (o che non ne a-vrebbe subiti) e che la sua incolumità era tenuta in alta considerazione dalle persone del luogo...

Siamo riusciti a incontrare nel tardo pomeriggio, nella vicina Jarandilla, il gruppo animalista inglese (il veterinario – dott. Derrick - e Paul Svendsen, responsabile del Donkey Sanctuary) e il delegato del Donkey Sanctuary in Spagna nonché esponente dell’associazione per la difesa degli equini José Rodriguez, di Malaga. Con quest’ultimo abbiamo discusso l’organizzazione del nostro controllo sulla manifestazione a seconda delle diverse situazioni che si sarebbero potute presentare. Fra le altre cose José ci ha parlato dettagliatamente della nuova legge regionale spagnola sul maltrattamento degli animali e ci ha dato la possibilità di farne due copie in modo da averne una a testa sotto mano durante la festa, qualora si fosse reso necessario interpellare le forze dell’ordine nel corso del suo svolgimento, ma fortunatamente non è stato necessario. (Ci sembra comunque doveroso far notare che gli agenti sono poi stati del tutto assenti per l’intera durata della festa).

José si è informato telefonicamente presso il Comune di Villanueva riguardo a come intendessero comportarsi quest’anno per fare rispettare la nuova legge, ma le risposte sembrano essere state piuttosto evasive, pertanto non avevamo reali elementi per sperare che la situazione potesse subire mutamenti positivi rispetto agli anni precedenti e ci siamo quindi preparati all’idea di dover sporgere denuncia alle autorità locali al termine della festa. In previsione di questo, José aveva pensato di coinvolgere eventualmente il corpo della difesa ambientale di Jarandilla, sapendo che difficilmente avremmo potuto contare sull’appoggio dei loro colleghi di Villanueva. Infatti siamo venuti a sapere di lì a poco che questi non avrebbero nemmeno prestato servizio per tutta la giornata di martedì.

Lunedì sera abbiamo messo a confronto il nostro programma con gli attivisti inglesi, con i quali abbiamo discusso ulteriormente sulle impressioni e previsioni in vi-sta della mattinata seguente. Essi hanno tenuto ad esprimere il loro apprezzamento all’importante e continuativa presenza negli anni passati di una delegazione italiana in occasione della festa del Pero Palo.

Martedì 04/03/2003

La mattina di martedì siamo giunti nella piazza centrale di Villanueva verso le 8 in attesa che arrivasse Jacinto, che secondo i precedenti accordi avrebbe dovuto condurci a vedere l’asino prima dell’inizio della festa. Così non è stato, e anzi la nostra impressione (soprattutto quella di Gabriella, che ha potuto fare un paragone diretto con la sua esperienza del 2001) è stata di vedere Jacinto meno disponibile nei nostri confronti di quanto ci saremmo potuti aspettare. Verso le 9:30 ci ha detto di seguirlo in direzione della parte alta del paese e, arrivati in un piccolo slargo, ci ha fatto capire di attenderlo lì. Nel frattempo molte delle persone che avevamo visto concentrarsi in piazza nell’ora precedente ci hanno raggiunto in quello stesso slargo e contemporaneamente abbiamo notato che nei nostri confronti gli sguardi si stavano facendo vagamente ostili, senza però interventi di aperta contestazione.

Al contrario degli scorsi anni l’asino è stato trasportato fino a quel punto su un apposito rimorchio trainato da una camionetta del Comune: all’arrivo del mezzo ci è stato intimato in malo modo di allontanarci mentre noi pensavamo di poter stare sempre vicini a Jacinto. Siamo stati strattonati e ci è stato detto di “tornare a Roma”, di non farci più vedere l’anno prossimo, esortazioni poi reiterate anche al termine della festa. Questa ad onor del vero è stata forse l’unica (utilizzo dell’asino a parte) nota negativa della mattinata che, prima dell’inizio del corteo, ci aveva dato elementi per prevedere che i locali si sarebbero dimostrati aggressivi anche con l’asino. Infatti in quel frangente il primo impatto con la loro ostilità ci ha riservato non poche preoccupazioni, ma per fortuna almeno questa volta l’evento si è svolto per l’animale in maniera decisamente meno intollerabile.

Condotto come di consueto nell’atrio del Comune, l’asino è stato poi fatto uscire nella piazza con un uomo in groppa e subito con nostro grande sollievo abbiamo potuto constatare che le persone non gli si accalcavano addosso, ma gli veniva lasciato dello spazio attorno e soprattutto davanti per procedere.

Il maggior disagio fisico era provocato dall’individuo che lo “cavalcava”, il quale, molto ubriaco, non riusciva a mantenersi in equilibrio che per pochi secondi e spesso si piegava con tutto il suo peso sulla testa sull’animale, per poi essere risollevato da alcuni degli astanti.

Gli spari dei fucili a salve sono stati sicuramente motivo di stress e spavento, ma d'altronde il caos era generale. Il corteo ha proceduto a velocità piuttosto sostenuta, infatti il percorso si è concluso in circa 45 minuti, che paragonati ai veri e propri calvari di due o più ore dovuti subire in passato, sono stati quasi una “gita”.

Non siamo riusciti a vedere se l’asino sia caduto, anche se il veterinario inglese ci ha poi dichiarato di averlo visto cadere una volta (ci è stato difficile seguire ogni istante del percorso poiché la ridottissima larghezza dei vicoli e la velocità a tratti notevole del gruppo di persone - per quanto non fosse numerosissimo - ci costringevano a immetterci nelle viette laterali per riguadagnare la posizione di testa, anche per poter scattare delle foto); per fortuna non sembrerebbe aver riportato danni fisici in seguito a questa caduta.

La festa è terminata come negli anni passati nella piazza centrale da dove era cominciata; l’asino è stato rapidamente condotto nella gabbia-rimorchio (cosa che purtroppo ha impedito al veterinario di visitarlo appropriatamente, permettendogli invece soltanto una rapido esame attraverso le sbarre; la “visita” però pare sia stata sufficiente per valutarne il generale stato di buona salute, la pulsazione regolare e l’assenza di lesioni evidenti - mentre dopo avere visitato l’animale lo scorso anno il dott. Derrick ha parlato di circa quaranta lesioni ben visibili!)
Nel momento in cui stavamo osservando il rimorchio allontanarsi ci siamo sentiti ribadire di “tornare a Roma” e di “non tornare più a guastar loro la festa”.

Abbiamo preferito evitare di sporgere denuncia, anche perché non eravamo poi in grado di seguirne gli sviluppi; abbiamo poi letto che in tal senso ha provveduto l’ANPBA e speriamo che questo spinga alla sostituzione dell’asino vero con uno finto, in modo da evitare ad altri esseri senzienti ed emotivamente fragili qualunque forma di danno o stress.

E IL SINDACO....

il sindaco di Villanueva, José Antonio Rodríguez, ha dichiarato al giornale El Periodico che era il giorno in cui si sentiva più che mai orgoglioso del suo paese, “perché oggi abbiamo dimostrato una volta in più che qui non si maltratta l’asino”. Non si sa se piangere o ridere....