JUSTUS VON LIEBIG 

IL PADRE DELLA CHIMICA ORGANICA 

 

(Darmstadt 12.5.1803 - Monaco 18.4.1873) 

Parlare delle figurine e non citare chi alle figurine ha dato indirettamente il nome non ci pareva una cosa giusta. Se vi va leggete qui a fianco la piccola nota biografica, non scientifica, di uno dei geni dell'800, più famoso per quelle figurine così diffuse che non erano opera sua (firma riprodotta su licenza) che per i suoi meriti scientifici. 

(FREIHERR - BARONE)

Le sue prime esperienze furono quelle fatte nel retrobottega del padre droghiere per preparare colori, lacche, vernici e petardi (con incidenti !!!). I droghieri di una volta erano una cosa per noi impensabile e sconosciuta, per la grande quantità di composti e preparati chimici che vendevano per l'uso corrente. Liebig non frequentò molte scuole, non trovandole al tempo sufficientemente interessanti. A 14 anni dichiarò di voler diventare un “chimico”, ma il suo maestro non prese la cosa sul serio. La parola chimico era in genere associata a quella di alchimista per identificare una via di mezzo fra lo scienziato e lo stregone (Cagliostro non era poi morto da molto).

Fece però un buon apprendistato nella farmacia di un parente nelle preparazioni galeniche, (le medicine che si preparavano al momento) antenate delle attuali pillole. Sostenne privatamente l’esame di ammissione all’università e proseguì quindi gli studi a Bonn, poi a Erlangen dove si laureò a soli 19 anni. Raccomandato dal professor Kastner, Liebig fu inviato dal granduca d’Assia a Parigi, alla Sorbona, con una borsa di studio biennale. Più consistente qui il suo apprendistato col famoso Joseph Gay-Lussac che a quel tempo era il numero uno nella ricerca. Molti anni più tardi (1845) lo stesso granduca ebbe il piacere di elevare al titolo di barone il suo protetto. Raccomandato da von Humboldt, Liebig ottenne nel 1824 (a 21 anni) la cattedra di chimica a Giessen dove vi rimase per 28 anni. Liebig mise a punto in un suo laboratorio privato metodi per determinare i componenti elementari (carbonio, idrogeno, azoto, ossigeno) dei composti organici e la loro influenza in natura nella crescita delle piante. Nel 1840 descrisse il processo che ora chiamiamo di fotosintesi e comprese il valore fondamentale per un potenziamento della resa agricola con fertilizzanti industriali Convinto che i vegetali trasformino la materia inorganica in materia organica (partendo dai minerali del terreno), e carbonio ed idrogeno da atmosfera, Liebig arricchì notevolmente l'agricoltura e le sue rese. Fra le altre ricerche la sintesi del cloroformio (per anestesia). Nel 1842 pubblicò l’opera che studiava il problema del metabolismo animale ottenendo come sottoprodotto di queste ricerche nel 1847 l’estratto di carne che a lui deve il nome. Venne nominato professore di chimica all’Università di Monaco nel 1852 collaborando con Frederich Wohler sulla fermentazione dell’acido benzoico e urico. Sempre nel campo del miglioramento dell'alimentazione umana Liebig sostenne l'utilità del pane integrale.

Propose alcuni integratori del latte materno e inventò il lievito artificiale costituito da una miscela di bicarbonato di sodio e fosfato monocalcico. Per questa importante invenzione, che consentì di migliorare la qualità del pane (specie l'uso da casermaggio), Liebig non guadagnò nulla. Fece invece fortuna uno dei suoi allievi, l'americano Eben Norton Horsford (1818-1893) che, tornato negli Stati uniti, si dedicò alla produzione industriale del lievito. Liebig suddivise poi gli alimenti in funzione del contenuto in grassi, carboidrati, proteine e, contrariamente all’opinione medica del tempo, chiarì che il

calore del corpo era il risultato della combustione di grassi e carboidrati. Crollava con le vecchie concezioni il carattere sacrale dell'agricoltura, in piedi da 10.000 anni e si abbatteva per sempre la distinzione tra mondo organico e inorganico. Dai suoi studi scaturì la teoria in base alla quale, per ottenere raccolti adeguati, ciascuno dei nutrienti doveva essere presente in quantità superiore a quella asportata dalle coltivazioni. (altrimenti il terreno s'impoveriva. Rotazione delle colture). 
 

IL COLLEZIONISMO

 
 

LA SERIE SOLDATI ITALIANI

 

fanteria linea

Artiglieria alpina

     

I BERSAGLIERI NELLE FIGURINE LIEBIG

Luciano Gibelli "Memorie di Cose". - .... Va detto tuttavia  che sul finire del 700 nelle famiglie si preparava già il Brodo in tavolette con coscia di bovino, zampa di vitello, gallina e odori. Il suo nome, una volta concentrato ed essiccato Fumet (Fumetto).

Quando nel 1855 i bersaglieri piemontesi combattevano alla Cernaia, il rancio era composto dal brodo concentrato in tavoletta prodotto a Torino, secondo i dettami Liebig, da Giuseppe Lancia. Lancia padre ha 4 figli ed uno, il più scavezzacollo, è Censin o Vincenzo che nasce a Fobello, nella casa da vacanza in Val Sesia, il 24 agosto 1881.Di studiare non ha voglia perchè la sua attenzione è tutta verso i motori. Lavora alla Ceirano (biciclette e auto) poi quando questa viene assorbita dalla Fiat passa a fare il collaudatore e il pilota ad corsa (primo successo Fiat nella Torino Sassi-Superga 1902). 4 anni dopo fonda una propria officina automobilistica.

     

     

     

     

Quella delle figurine è invece una storia romanzata. Il barone Justus von Liebig è del tutto estraneo alle figurine, nate poco dopo la metà ‘800, che portano il suo nome. E' un' industriale tedesco, ma c’è chi dice anche inglese, Georg Giebiert, a sfruttare la formula per concentrare l'estratto di carne, aprendo in Uruguay (Sudamerica 1862), uno stabilimento per macellare e lavorare i bovini. I grandi allevamenti del bestiame si trovavano allora in quelle terre lontane e il trasporto, sia per i tempi di percorrenza che per l’impossibilità di far viaggiare bovini vivi o macellati (si cominciava solo allora a parlare di raffreddamento artificiale), comportava elevati costi. Partendo da tali osservazioni Liebig pensò che un miglioramento dell'alimentazione (il progresso industriale non era andato di pari passo con l’alimentazione umana nei grandi centri industriali d'Europa) si sarebbe potuto avere solo se dalla carne fosse stato possibile ricavare un "brodo" concentrato sotto forma di "estratto". L'impresa di Giebiert (sede a Londra e filiali in tutto il mondo) ha il nome di Liebig's Extrat of Meat Co. La Compagnia inglese (otto anni dopo l'avvio della produzione) decise di abbinare alla vendita dell’Estratto di carne bovina un gadget in omaggio, una figurina prodotta con logica di serie (sei di media), a emissione tematica. Incentrata sulle curiosità più impensate e ammalianti aveva una costosa veste grafica (si iniziava allora a stampare a colori, prima la coloritura avveniva a mano), per sedurre all’acquisto quel ceto medio – alto che sapeva leggere e comprava quell’estratto capace di rigenerarsi in brodo. Si diffonde così la mania delle figurine, personalizzate paese per paese. www.anglo.8m.com  A dir la verità fu una abile mossa pubblicitaria probabilmente causata da un ristagno delle vendite. La classe sociale a cui si rivolgeva aveva i mezzi per comprarsi la carne. Fino alla prima guerra mondiale le figurine Liebig vengono distribuite con il caratteristico barattolo di ceramica bianca contenente l'estratto e la firma blu di Liebig al verso della figurina, sempre in formato costante, verticale o orrizzontale, albuminizzabili (non viene da albumina ma da album raccoglitore). Da semplice passatempo la figurina diventa così anche una piccola enciclopedia per immagini, ghiotta ai bambini. 

laboratorio Liebig nel 1840

     
 

Altri tipi di immagini 
I MENU

www.cartantica.it

 

Menù regale della regina Vittoria

73 serie emesse dal 1884 al 1911: Il successo delle figurine indusse ad altre iniziative, sempre legate al commercio e ai servizi (consumi, per una classe che poteva consumare). Il menu, sì proprio quello che ci presentano al ristorante o al bar, si era diffuso nella seconda metà dell'Ottocento in Francia, col modo di servire in tavola "alla russa". (col metodo "alla francese" si portavano in tavola tutte le portate nello stesso momento). Alla base del sistema francese c’era un inconveniente di fondo, le pietanze si raffreddavano nei tragitti dalle lontane cucine e gli ambienti di transito o dove si mangiava erano generalmente freddi. Le cucine erano lontane perché emanavano un olezzo davvero poco invitante. Il vantaggio del francese era che ognuno sceglieva poi quello che più gli piaceva.  Col "servizio alla russa" le portate arrivavano in tavola in successione come si usa oggi, primo secondo etc. La distanza e il freddo erano bypassati dagli ascensorini per cibi e dagli scaldini da tavola ad olio. Era quindi necessario conoscere le portate anticipatamente per decidere cosa mangiare e cosa saltare. Usato inizialmente solo nei grandi banchetti di famiglie aristocratiche (elegante cartoncino che poi si portava a casa), il menu si diffuse in seguito anche negli incontri conviviali di associazioni, sulle navi e infine nei ristoranti. La serie menu era un cartoncino a varie tematiche con uno spazio bianco a fianco del nome del gestore (logo), o istituzione su cui, a mano, a macchina o a stampa, poteva essere aggiunta la lista delle portate.
     

                  

Biblioteca Gastronomica Accademia Barilla - Collezione di menu storici - Stato
Italiano – Regno d'Italia - Casa Savoia. Colazione ufficiale, Umberto I di Savoia.

Aida

http://www.literary.it/dati/literary/cerini_di_cas/il_menu_tra_storia_ed_arte__1.html

http://www.grifasi-sicilia.com/  

sito Sicilia  con costumi di figurine liebig 
http://www.grifasi-sicilia.com/costumi_liebig.html

http://www.treccani.it/site/www/Scienze/scienze.htm

L'apice della scienza europea (1870-1920) Luoghi della ricerca e costruttori di strumenti

     

Tantissime altre aziende di beni di consumo usarono il sistema della figurina per la fideizzazione del cliente

     

  

     

Zolfo siciliano i forni

 

Versione originale di Mitragliatrice su triciclo tandem

 

traforo Sempione 1906

Servizio Autieri nella Grande Guerra:

sotto nella Guerra D'Etiopia

 Le conquiste polari

     

 

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