Gerolamo
o Girolamo Induno
(Milano
13/12/1825 - ivi 18/12/1890)
Partenza dei Volontari
del 1866 (quadro commissionato da Vittorio Emanuele II)
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Minore di dieci anni del fratello Domenico
(pure lui pittore),
frequenta, come quasi tutti i grandi lombardi, l'Accademia di Brera, sotto
la guida di Luigi Sabatelli e Hayez. Indubbiamente Gerolamo è attratto dalla
pittura del fratello, dal quale non si può disgiungere. Combatté nel '48,
riparando in Svizzera (Astano Canton Ticino) dopo l'armistizio, col fratello che colà ha preso
moglie (Domenico sposa la sorella di Angelo Trezzini, pittore), e per la difesa della Repubblica Romana nel '49. Alla Villa del
Vascello, con gli uomini di Medici, la riconquista a forza per esserne poi
immediatamente ricacciato. Riporta nello scontro venticinque baionettate e
per sfuggire alla cattura si getta dalla terrazza. Raccolto e curato
all'ospedale dei Frati vi resta nascosto oltre la fine della campagna.
Gerolamo si
distingue anche nella guerra di Crimea (1855), meritandosi una medaglia
all'onore. Dalle spedizioni piemontesi in Crimea nacquero ritratti di
ufficiali e la celebre Battaglia della Cernaia. Seguì anche Garibaldi nella
campagna del 1859 e nella spedizione dei Mille come pittore ufficiale.
Numerosi infatti i ritratti di Garibaldi, che lo aveva definito uno dei più
"intrepidi e valorosi combattenti di Roma". Gerolamo fu esecutore raffinato
e preciso nell'interpretare in modo un po' nostalgico un periodo tanto vivo,
anche se non privo di retorica, quale fu il Risorgimento. Collaborò pure con
Eleuterio Pagliano, con soggetti di città italiane, e alla decorazione della
stazione di Milano. A Milano i fratelli Domenico e Gerolamo Induno
inaugurano quella stagione che vede affermarsi il dipinto con soggetto “di
genere”. Si tratta di opere che hanno per tema frammenti della vita
quotidiana, colti nel loro dettaglio più accattivante o sentimentale, e che
spesso hanno per protagonisti uomini, donne e fanciulli comuni, quando non
di ricercate condizioni umili, in maniera d’esaltare maggiormente l’effetto
sentimentale. Anche trattando il soggetto storico d’attualità non rinunciò
alla rappresentazione del riflesso “privato” dei medesimi eventi storici,
andando alla ricerca di quei frangenti intimi e confidenziali di chi
partecipava alle vicende del Risorgimento italiano. Sue opere pregevoli che
lo innalzano al livello del fratello e dei contemporanei: "La partita a
scacchi" e "La lettera".
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La
medaglia attribuito a Domenico Induno |
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Sopra a destra la vivandiera attribuito a Domenico Induno
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Sergente dei Cacciatori delle
Alpi di Angelo Trezzini
a destra “Combattimento dei
Garibaldini a San Fermo “ del 1860 ca. di Angelo Trezzini
(1827-1904). La sorella di Angelo Trezzini sposa Domenico Induno.
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Sopra in alto La presa della Torre di Malakoff, 1855,
olio su tela, 44x61. Trieste, Museo Revoltella. Sotto Quartier Generale
dei piemontesi in Crimea
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il Ritorno di G. Induno |
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Indice
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sotto il
richiamo del garibaldino di Domenico Induno
Montecatini
Terme (Pistoia), Collezione Bentivegna
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Quadro prova. quadreria della Cariplo- i due quadri differiscono per la
testa del garibaldino qui sotto più giovane, per il tralcio fuori dalla
finestra, per il banchetto basso in primo piano, per le cose appese a destra
e per la gamba più divaricata |
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