UN PAESE CRESCIUTO A PANE  E FROTTOLE

Parte dell'articolo originale verteva sulla Fiction Tv "il Cuore nel Pozzo" di cui vengono rimossi alcuni passi non supportati dalla attualità

 

Questa pagina critica viene ripubblicata, in occasione della giornata delle Foibe e trova temporanea collocazione in questa sezione in attesa di essere pubblicata a corollario del suo periodo storico. 

BEATI COSTRUTTORI DI BUGIE

  Cosa è una Foiba. La foiba è una specie di imbuto (dolina) che si forma nel suolo carsico e che scende anche di centinaia di metri verso i fiumi sotterranei di cui è ricca la regione carsica. Per un breve periodo alla fine del '43, poi in misura sempre crescente dal '44 all’estate del 45 è stata usata per eliminare migliaia di persone, per la stragrande maggioranza italiana ed in questa cittadini identificati come fascisti (ma non mancavano oppositori interni alla linea di Tito). Degli infoibati con varie tecniche,  se ne è recuperato meno di un quarto. Questo fa dire ad alcuni autori che gli infoibamenti sono pochi. Detto questo, altri faranno tavole rotonde, special, documentari o quello che potranno, ma la Rai manda in onda (2005) la Fiction “il Cuore nel Pozzo” di Alberto Negrin, consulente storico il Professore Giovanni Sabbatucci. Lo slogan era “parliamone, una volta per tutte, dopo 60 anni senza pregiudizi” e così è stato; solo che non sé capito come e perché. Mentre Gasparri affibbia a Negrin (soggettista mediocre, lavora per la Tv di Stato) il titolo di uomo di cultura il Professore Sabbatucci, consulente, già aveva dichiarato “… nel racconto bisogna tener presente che non tutto il negativo era dalla parte degli Jugoslavi e il positivo da quella degli italiani. Non dobbiamo dimenticare i disastri provocati dal governo fascista, e da una politica di discriminazione etnica negli anni trenta...” “per quel che mi è stato possibile, ho cercato di evitare alcune incongruenze, fare in modo che l’azione fosse il più possibile realistica”.
     

Come racconto di “parte” non poteva aver peggior sponsor, come professore di storia era già qualcosa, un buon inizio. In quasi tutte le fantasiose ricostruzioni storiche, a qualsiasi rete appartengano, viste negli ultimi anni non c’è mai la correlazione luogo-tempo-fatto. Non si salva neanche questa delle Foibe. “Che c’azzecca” direbbe Di Pietro. Anche nel titolo si evita di rivangare questo periodo. Si usa la parola pozzo che per molti è un luogo di vita e qui di morte. Sottolineare gli svarioni e le sbavature del “racconto”, visto che la veste storica l’ha già persa, non merita più di tanto. Alcune domande al professore però le vorremmo porre. Notevole quando si adombra nello spettatore il dubbio che la ferocia sia solo un fatto “personale” privato del comandante Novak in cerca di vendetta (nessuno ci ha fatto caso ma anche le unità partigiane minori avevano un commissario politico che metteva lingua nelle decisioni del capo). Altre due chicche tecniche: la jeep Campagnola Fiat dei “Titini” (costruita nel 1951) e i soldati di frontiera italiani (presumiamo) del 44/45 che chiudono la storia. I soldati schierati in Friuli allora erano i fascisti Repubblichini dei reparti speciali, ma i nostri della fiction hanno mostrine e stellette del Regio Esercito ante 8 settembre: a che periodo stiamo?. Lo storico Professore Giovanni Sabbatucci esperto !! di cose jugoslave, curatore di una Storia del socialismo in 6 volumi !!!, in tempi non sospetti, aggiungeva ..anch’io devo ammettere che nella prima edizione (Laterza 88 !!) del mio manuale di storia (libro per le scuole, non per ignoranti telespettatori) parlavo poco delle Foibe….” Seguiva ancora la regola meno se ne parla e meglio è, e guardati da che parte stai. L’anno dopo infatti cadeva il muro di Berlino e 4 anni dopo si apriva la tangentopoli socialista che avrebbe dovuto ridare un'aria di pulito al paese. Discorso Film chiuso.
     

Agli inizi del secolo, nelle zone Croate e slovene dell’impero Austroungarico e quindi anche ai numerosissimi (500.000) cittadini di lingua e/o nazionalità italiana, oltre alla lingua tedesca ufficiale veniva imposto per tutti gli usi amministrativi il Croato. Gli Slavi non serbi miravano all’ora a costituire la terza gamba dell’impero. In quanto a vessazioni gli italiani non erano quindi primi a nessuno, quando si dirà che gli italiani imposero la lingua. 

  Le ricorrenze, le giornate della…. ... nascono già con un Dna segnato, sono di parte e sempre di parte lesa o sofferente. Questo vale in varia misura per l’olocausto, il 25 aprile, il 4 novembre, il 2 giugno, la festa della donna, il gay pride, incidenti stradali, risparmio, della nonna, del papà etc.. e altre decine che mi sfuggono o non esistono più perché qualcuno le ha classificate antiquate. A te cittadino d’oggi non resta che accettarle o rifiutarle. La celebrazione può anche non vestire l’abito dell’ufficialità, a soddisfazione di pochi intimi, ma corre l’obbligo della diffusione mediatica. Inutile discutere sull’evento, diversamente per i contenuti e l’affollamento a cui andremo incontro in futuro. Dal 2005 quindi avrete LE FOIBE
     

  Storie di ordinaria ferocia
Se qualcuno cerca siti in cui si parli male del comunista croato Tito, non ha che l’imbarazzo della scelta e può star sicuro che sono immancabilmente di sinistra. Diceva Tito “La Jugoslavia ha sei (7) repubbliche, cinque etnie, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo partito (il mio)”. (La settima repubblica doveva essere la Venezia Giulia). Il problema più grosso per Tito fu il regolamento dei conti con le fazioni politiche che lo fiancheggiavano nella lotta al nazi-fascismo. Il passaggio successivo con quelle che appoggiavano o fiancheggiavano il nazi-fascismo o erano anticomuniste per definizione. Venivano poi individualmente tedeschi, austriaci, italiani, albanesi, mussulmani etc.... etc perche di amici se ne possono anche avere pochi ma i nemici non debbono mai mancare. L’Italia dopo il 1941 aveva allargato i confini alla provincia Slovena di Lubiana e a una ristretta fascia costiera della Dalmazia croata che andava oltre Zara (Zadar) fino a Dubrovnik-Ragusa (ma anche qui tantissime comunità erano ancora, pur minoritarie, di origine italiana in mezzo ad altre che di croata avevano ben poco). Il resto della Croazia era tedesco o paratedesco non differentemente da oggi, sloveni compresi (quando andavi in vacanza, finché non c'era l'euro, ti facevano il prezzo in marchi tedeschi). Verso l’interno, parallelamente alla costa c’era una zona smilitarizzata di circa 100 km per evitare che le varie parti nazionali regolassero i conti sotto casa nostra e destabilizzassero l’area. I bersaglieri del 6°, e non solo, passarono il 1941-42 ad interporsi fra le fazioni (vedi a fianco testimonianza di Valerio Bianchinotti). La corona croata assegnata ad Aimone di Savoia era un copricapo virtuale, non è mai esistita, ha sempre comandato il Poglavnic (Duce) Ante Pavelic. Aimone non è stato messo nelle maldicenze di prima, perché per chi lo cita ancora oggi come partecipe ai fatti, sia a demerito dei Savoia che degli Italiani è solo ignorante. Pavelic, spalleggiato all’inizio da Mussolini, sfuggì al controllo e fu anche causa della vicenda delle Foibe. L’armata rossa di Tito fino al 1943 era molto mobile e variabile, non controllava i grandi centri e per quanto poteva evitava scontri frontali coi tedeschi. Vista dall’alto sembravano le macchie di un leopardo e stanziava preferibilmente nel sistema montuoso centrale.

Dal libro di Valerio Bianchinotti “Dalle due torri al Don” “.finchè noi restammo di presidio, gli Ustascia, repressero le loro tendenze vendicative….. Gli ordini per noi erano di impedire qualsiasi atto di violenza fra la popolazione ….quando tornammo non una sola famiglia Serba era rimasta. Molti galleggiavano ancora sul Fiume” (pag 57). 

Fonte Anpi “se la guerra cagionò alla Jugoslavia 1.400.000 caduti, di questi, 305.000 caddero

  L'Armata partigiana aveva difficoltà in Slovenia, Istria, Voyvodina ungherese e gran parte della Croazia. Nelle Kraine serbe di Croazia e Bosnia, che dovevano essere più sicure, se erano gli italiani a dover difendere i Serbi, di partigiani forse ce ne erano pochi in giro. Gli arrestati per sospetti o appoggio a formazioni terroristiche che mettevano in pericolo il nostro schieramento finivano al campo di internamento dell’isola di Rab (Arbe) e in altri sparsi in Italia. Finivano qui e anche in altri campi, in sezioni separate i cosiddetti protettivi, o internati civili, popolazioni trovate all’interno delle enclave slave che chiedevano la nostra protezione. Finivano inoltre nei campi gli ebrei, che venivano sottratti alle "angherie" dei croati (e a quelle dei tedeschi !!! ) e i non naturalizzati italiani. Tutta gente questa che si proteggeva (con quello che c'era o come si dice con quello che passa il convento).

durante operazioni di guerra, mentre ben 1.090.000 morirono durante le lotte fra le varie formazioni partigiane”. 

Ha scritto di Stepinac in Francia Marco Aurelio Crivelli
http://www.we-are-hurch.org/it/attual/Stepintriv.htm 
http://www.hr/darko/etf/jews.html 
http://www.pavelicpapers.com/documents/stepinac/
http://www.cnj.it/documentazione/ratlines.htm  krizari
http://xoomer.virgilio.it/sitoaurora/Quaderno1/I krizari.htm   
http://www.paginecattoliche.it/san_stepinac.htm

  Ma tutti conoscono il caso del Commissario Palatucci di Fiume che ha salvato migliaia di ebrei coi suoi maneggi. I pagliericci dei nostri campi di internamento non faranno in tempo a raffreddarsi nel dopo guerra perché Tito li riempirà in fretta di suoi oppositori interni che da li non usciranno più. Il Tito (in versione Serba perché lui è croato) non vanterà mai particolari rancori verso gli Italiani (soldati): ne lasciò partire migliaia dopo l’8 settembre ed altrettanti ne accolse nelle sue file partigiane. Diverso il discorso sui Korpus (partigiani) Croati e Sloveni della fine del conflitto. Dovevano prima di tutto lavare l’onta di averci sparato contro dalle trincee austriache della grande guerra (non i serbi che ci erano alleati) e subito dopo chiesto il trattamento del vincitore, ritirando la mano insanguinata e vantando più diritti di noi che la guerra l'avevamo vinta con centinaia di migliaia di morti. Nessuna occasione era migliore per interpretare la parte del vincitore, anche se in ritardo. 
   

Mons. Stepinac ad una cerimonia

 

Aloysius Stepinac (1898-1960)

Beato, oltre che come difensore della fede, per le sue posizioni sull’aborto. Così Stepinac in una lettera del 18 maggio 1943 del nuovo ambasciatore croato in vaticano Count Erwin Lobkowicz alla segreteria di Stato: He mentioned our laws on abortion, a point very well received in the Vatican. Basing his arguments on these laws, the Archbishop justified in part the measures used against the Jews, who in our country are the greatest defenders of crimes of this kind and the most frequent perpetrators of them. Trad: Ha menzionato le nostre leggi sull'aborto, da cui ha ricevuto complimenti in Vaticano. ... l'Arcivescovo ha giustificato le misure usate contro gli Ebrei, che nel nostro paese sono i più grandi difensori di crimini di questo tipo (Gli ebrei sono infatti abortisti ma solo con molte limitazioni e condizioni e solo in alcune correnti religiose). 

Nelle azioni di allargamento della base religiosa ci stava anche il matrimonio misto di cui lo stesso Stepinac prende le difese e dice . …As a representative of Catholic Church, and following my holiest duty, I raise my voice against interference of the state into questions of lawful marriages, that are insolvable, regardless to racial affiliation. There is no state authority having the right to solve these marriages. If it uses physical power, then the state is perpetrating ordinary violence. On the other hand, it is known that also in the highest circles of our state administration there are similar marriages that are insolvable. He alluded on Pavelic himself, whose wife seems to have been a Jew (La suocera !! di Pavelic era Ivana Herzfeld presunta ebrea).

 

Il "pretino" Stepinac era a ben vedere solo un dente di una corona che comprendeva migliaia di criminali di guerra. Tito condannerà poi il cardinale a 16 anni di carcere. Dopo alcuni anni però lo scarcera e lo mette al confino fino alla sua morte. Il clero Croato contribuirà con altri cleri europei a mettere in salvo nel '46 (la Ratline) tutti gli uomini accusati di genocidio e crimini di guerra con documenti falsi. Molti transiteranno dai porti italiani verso l’Argentina e altri paesi sudamericani con passaporto del Vaticano.

In this letter, the new NDH Ambassador to the Holy See recounts the Archbishop's second visit to Rome. Four months later, Stepinac provided Father Draganovic with the Vatican contacts necessary to build the Ratline to smuggle Ustase fugitives out of Europe. Ma questa è un'altra storia, di quelle "scaricate" storicamente, che vedremo a fine conflitto

Torniamo alle Bugie di Stato

Lemkin, che ha definito il primo concetto di genocidio, sosteneva: "… genocidio non significa necessariamente la distruzione immediata di una nazione…esso intende designare un piano coordinato di differenti azioni miranti a distruggere i fondamenti essenziali della vita dei gruppi nazionali. Obiettivi di un piano siffatto sarebbero la disintegrazione delle istituzioni politiche e sociali, della cultura, della lingua, dei sentimenti nazionali, della religione e della vita economica dei gruppi nazionali e la distruzione della sicurezza personale, della libertà, della salute, della dignità e persino delle vite degli individui…non a causa delle loro qualità individuali, ma in quanto membri del gruppo nazionale".   Ci risiamo: avrebbe detto qualcuno, quando papa Woityla ha beatificato nel 1998 - il dr. Aloysius Stepinac, vescovo cattolico croato, complice dei misfatti del Poglavnic Ante Pavelic dal '41 al '45. “Circondato dai suoi banditi”- come annotava Ciano nel suo Diario – “Pavelic venne festosamente e solennemente ricevuto in udienza privata da Pio XII, che, congedandolo, gli fece i migliori auguri per la sua opera futura...”. 

Ma cos’era questa opera futura? Ammazzare tutti i Serbi nel più breve tempo possibile !!!. “Un terzo dei Serbi deve diventare cattolico,( «Se passerete alla chiesa cattolica» - prometteva il vescovo Aksamovic di Djakovo - sarete lasciati in pace nelle vostre case.) un terzo deve abbandonare il paese, un terzo deve morire!”. I Serbi dovevano circolare con una P sul braccio (Pravoslavac = Ortodosso)….. poi invece fu un strage. La chiesa di Glina venne trasformata in un mattatoio: “Il bagno di sangue durava dalle 22 di sera alle 4 del mattino, e andò avanti per otto giorni". Il 17 Febbraio 1942 il capo dei Servizi di Sicurezza (SS) tedesco scrisse al comando centrale “È possibile calcolare in circa 300.000 il numero dei Pravoslavi uccisi o torturati”. Soltanto la chiesa e il suo capo Stepinac tacquero. Molti preti cattolici erano membri del partito Ustascia, come l'arcivescovo di Sarajewo Ivan Saric. Tralasciamo per decenza altri particolari sui metodi e occasioni di eliminazione di cui rimasero stupiti perfino i tedeschi. Il discorso per gli ebrei non cambiava, l’alternativa erano i Lager e l'eliminazione. Stepinac è stato proposto due volte per il Giardino dei Giusti di Gerusalemme (dicendo che quelli convertiti li aveva almeno salvati da sicura morte) e per due volte respinto. Poiché gli Ebrei, come i Serbi non gradiscono le conversioni forzate, hanno rigettato le istanze (nel Giardino dei Giusti compaiono fra gli italiani oltre ai noti Per lasca e Palatucci altre 293 persone !!! ) solo a Roma sono convinti che ha salvato degli ebrei.

   
  Il Tito Croato è sepolto a Brioni, isola della croata Istria, è odiato dagli Istriani che si ritengono in genere cosa diversa dai Croati e forse prima o poi lo sloggeranno. Il migliaio di italiani morti all’indomani dell’8 settembre, solo in misura minore appartiene agli infoibati e sicuramente per mani diverse: Croati, ustascia, tedeschi e titini . I primi ad essere colpiti erano i paesi dell’interno a maggioranza etnica slava e quei funzionari di partito, venuti spesso da Roma, che non s’erano certo distinti per intelligenza (nomi italiani a tutti i villaggi, un esempio per tanti) e magnanimità. Il passaggio dal Cecco Beppe austriaco ai Savoia era stato un trauma anche per loro oltre che per lombardi e veneti (o come direbbero oggi in Padania). Alla data dell’armistizio italiano i nazisti, in netta minoranza numerica di effettivi (concentrati sulla costa), si ritirarono per tornare subito dopo in forze e con nuovi disegni (i tedeschi avevano costituito due divisioni Waffen SS di fedeli con mussulmani, croati e altre Etnie come gli albanesi che non andavano tanto per il sottile) nei confronti di nessuno.
     

  Dopo l’8 settembre sopravvissero in Dalmazia e Istria, all’interno della Repubblica Sociale che non aveva più alcuna autorità, essendo queste regioni soggette al Reich, amministrazioni e uffici periferici italiani svuotati d'ogni potere e la cui presenza si giustificava solo perché la maggioranza della popolazione era Italiana. Non era infrequente che, spettatori i tedeschi, di notte nelle strade si affrontassero forze di sicurezza di Salò e Ustascia. Zara, che aveva mantenuto più poteri italiani, era il banco di collaudo, o di esame, di tutti i neofiti piloti di bombardieri alleati. L’esame di scuola guida dei piloti bombardieri si teneva infatti nei cieli di Zara, città che Tito considerava una spina nel fianco del suo progetto futuro e che andava rasa al suolo. Nel maggio del '43, persa l’africa, persa la Russia i giochi si dovevano chiudere in Europa. Tito si era fatto riconoscere da Londra e dalla Russia unico rappresentante per la Jugoslavia e aveva fatto fuori il monarchico Cetnico Mihailovic (eliminato fisicamente solo a fine conflitto). In tal modo Tito ricevette la maggior parte degli aiuti e del supporto alleato per attaccare le forze dell’Asse efficacemente. Gli aiuti inglesi ai cetnici continuarono ancora per qualche mese, ma cessarono completamente alla fine del 1943. 

ULTIMA ORA

   

CCEE: MESSAGGIO DI BENEDETTO XVI, “IL MARTIRIO E LA TESTIMONIANZA” DI STEPINAC.

Fino a sabato 10 febbraio 2007 l'opinione pubblica croata non aveva mai preso in considerazione la "Giornata della memoria" quando, alle parole di Napolitano,  "Va ricordato l'imperdonabile orrore contro l'umanità costituito dalle foibe, ma egualmente l'odissea dell'esodo, del dolore e della fatiche che costò a moltissimi fiumani, istriani e dalmati ricostruirsi una vita nell'Italia tornata libera e indipendente, ma martoriata dalla guerra da poco conclusa e umiliata e mutilata nella sua regione orientale" scattava l’ira del primo ministro Mesic sostenitore a Zagabria di uno schieramento di centro-sinistra che accusava il Presidente Italiano di aver usato parole razziste nei confronti dei croati (Napolitano aveva anche affermato che lo sterminio traeva origine da odio e furia sanguinaria e da un disegno annessionistico con contorni di pulizia etnica). Mesic ha chiesto di poter rivedere gli accordi di pace stipulati in Jugoslavia dopo la fine della II Guerra Mondiale e sarebbe andato avanti se non fossero intervenuti i ministri degli Esteri italiano D’Alema e croato Kolinda Grabar-Kitorovic che invitava i duellanti a guardare al futuro e lasciare la storia agli storici. Il ministro croato deve essere un grandissimo ignorante, perché la storia agli storici non si lascia, come non si lascia a nessuno. Gli storici si limitano a leggerla e a darne una spiegazione partendo dai comportamenti politici. Trattandosi in generale e in particolare di conflitti etnico politici (la disintegrazione della Jugoslavia non è idea dei militari) un ministro degli esteri dovrebbe essere doppiamente informato per non ripetere gli errori. Probabilmente ci si può aspettare di tutto da un tale cretino.

Da segni dei tempi -ZAGABRIA, domenica, 5 giugno 2011 - Il Papa libera la figura del beato Stepinac dai pregiudizi ideologici
“Proprio grazie alla sua salda coscienza cristiana – ha detto il Papa –, ha saputo resistere ad ogni totalitarismo, diventando nel tempo della dittatura nazista e fascista difensore degli ebrei, degli ortodossi e di tutti i perseguitati, e poi, nel periodo del comunismo, «avvocato» dei suoi fedeli, specialmente dei tanti sacerdoti perseguitati e uccisi”. “I meriti di questo indimenticabile Vescovo derivano essenzialmente dalla sua fede – ha assicurato il Pontefice –: nella sua vita, egli ha sempre tenuto fisso lo sguardo su Gesù e a Lui si è sempre conformato, al punto da diventare una viva immagine del Cristo, anche sofferente”. Il Vescovo di Roma lo ha quindi definito l’“’avvocato’ di Dio su questa terra, poiché ha tenacemente difeso la verità e il diritto dell’uomo di vivere con Dio”. Gli articoli apparsi in Croazia e sui quotidiani esteri in occasione della visita del Papa hanno mostrato come la propaganda ideologica della guerra fredda stia cominciando a vacillare e si stia aprendo una nuova stagione che lascia spazio all’interesse per la verità storica. A questo proposito mons. Juraj Batelja, postulatore della causa di canonizzazione, ha invitato a leggere i discorsi e le lettere del porporato per scoprire in Stepinac una delle voci più ferme e forti a favore della dignità umana e contrarie al razzismo nell’Europa dominata dal regime nazista.

 

“Dalla natura della Chiesa - ha proseguito il Papa - deriva la sua missione, che è sempre la stessa”, e il martirio e la testimonianza del beato “ci stimolano e incoraggiano”.

ZAGABRIA, mercoledì, 11 febbraio 2009 (ZENIT.org).- A Zagabria, martedì 10 febbraio, nella Sessione di apertura dell’incontro dei Cardinali e Presidenti delle Conferenze Episcopali dell’Europa centro-orientale (CCEE), il Cardinale Josip Bozanic ha ricordato la figura del Cardinale Alojzije Stepinac, "martirizzato" sotto il regime di Tito. L’Arcivescovo di Zagabria ha spiegato di aver scelto come data il giorno della Festa del Beato Stepinac, per “ricordare insieme a lui tutte le vittime del regime comunista che ha seminato distruzione e morte nei nostri Paesi”. La figura e la storia del beato Alojzije Stepinac sono leggendarie. Egli si batté coraggiosamente prima contro il nazismo e poi contro il comunismo. La sua opera di sacerdote e di Vescovo di Zagabria sono esemplari.

Fu nominato Vescovo coadiutore con diritto di successione alla sede arcivescovile di Zagabria il 30 maggio del 1934. Tutti i giornali europei lo indicarono come il più giovane presule al mondo. Pur vivendo tempi difficilissimi, prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale Stepinac si batté cristianamente per difendere i diritti fondamentali di ogni uomo e di ogni popolo, e si prodigò per difendere e proteggere tutti i perseguitati. Fu calunniato, minacciato e rischiò più volte la vita, ma né la barbarie nazista né la dittatura comunista riuscirono a piegarlo. Salvò ebrei, serbi ortodossi, oppositori del regime. La sua opera di carità era riconosciuta da tutti. Nonostante le calunnie che lo indicavano come vicino al movimento nazionalista degli Ustascia, già nella metà degli anni Trenta il giovane Arcivescovo di Zagabria denunciò la dottrina razzista di Hitler e organizzò l'aiuto agli ebrei profughi provenienti dall'Austria, dalla Germania, dalla Cecoslovacchia e dalla Polonia.

E per finire: "Giorgio Napolitano non ha alcun titolo per distribuire patenti etiche. Per disdicevole storia personale, per palese e nepotistica condizione familiare, per evidente faziosità istituzionale. E' indegno di una carica usurpata a maggioranza e la smetta di soccorrere un governo moribondo a difesa di una signora (Montalcini) talmente importante che anche quest'anno costerà tre milioni di euro agli italiani". Storace Chi non sapesse la storia personale del Presidente della Repubblica, eccolo accontentato: ricordate la repressione finita del sangue degli operai di Danzica, di Nagy e dei martiri d’Ungheria? Bene: lui aveva dato il suo benestare ed il suo favore (salvo poi andare quest'anno a piangere finte lacrime istituzionali sulla tomba di Nagy), venerava il comunismo mentre l'Europa andava da tutt'altra parte, appoggiava gente come Pol Pot e i Khmer Rossi, considerava fino a due anni fa la questione delle foibe “revisionismo fuori tempo massimo” e disse che i profughi italiani di Fiume,Istria e Dalmazia se ne andarono di loro spontanea volontà..." http://mirumir.blogspot.com/2005/02/proposito-de-il-cuore-nel-pozzomi.html   

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