E così cadde con tre compagni, sulla strada di Arcidosso, Davide Lazzaretti il Cristo dell'Amiata. Chi dice colpito dai carabinieri della stazione, chi da un bersagliere (forse un bersagliere come nella prima stampa in licenza che lo centra in piena fronte con un colpo di carabina ?, ma l'arma in licenza non si portava !). Tutto era cominciato tanto tempo prima. Fin dalla nascita, nel lontano 1834, il destino di Lazzaretti, figlio di gente poverissima funestata da tare psichiche, era andato a braccetto col misticismo e la superstizione: la sua levatrice giurava che il piccolo David fosse nato con due lingue e che una delle due fosse scomparsa pochi giorni dopo la nascita. Per metà della sua esistenza visse come una persona qualsiasi. Incominciò molto giovane a guidare il carretto (birocciaio), in Maremma, per guadagnarsi il pane e qui prese anche la malaria (la febbre poi fa fare strani sogni). A 22 anni, dopo aver vissuto in modo tutt'altro che religioso, si era sposato ed era diventato padre. Lascerà la famiglia con tre figli (quattro anni dopo, nel 1860), per sparare, a Castelfidardo, ai soldati del Papa Re (era in Cavalleria). Molti lo definirono garibaldino, ma di Garibaldi aveva solo lo spirito dissacratorio e utopistico della nuova era. Nel 1868 (saranno state le febbri malariche o quant'altro non andava nei sogni di molti di questa nuova Italia ...) riebbe delle visioni. Gli comparve la Madonna sul monte Labbro (M. Amiata) per assicurargli che lui era pro...pro... pronipote di un figlio illegittimo di re Capetingio*. Allora attorno a lui e alle sue visioni si strinsero, in un eremo chiamato "la nuova Sion", le genti più misere della montagna. Gli affidarono quel poco che avevano ignari dell'uso che ne faceva (per questo si beccò anche l'accusa di truffa e malversazione). Davide Lazzaretti partì per la Capitale e, a furia di insistere, fu ricevuto per alcuni minuti da papa Pio IX, il quale lo lasciò parlare di tutti i suoi deliri senza ascoltarlo e lo congedò frettolosamente con una paterna benedizione. L'Unto del Signore, come d'ora in poi lo chiameranno, predicava e faceva proseliti in Italia e Francia. Aveva scritto anche 24 comandamenti e dichiarato decaduto il Pontefice. Non era andata meglio con Leone XIII 1878/1903, al secolo Gioacchino Pecci che ebbe poco tempo per considerarlo (Leone XIII diventa Papa in febbraio e Lazzaretti viene ucciso in Agosto). La sua comunità socialista, stretta parente di quella comune che in Francia nel 1870 aveva chiuso il periodo Napoleonico cresceva, e riusciva anche a rimediare mezzi consensi, come quella volta che Don Giovanni Bosco lo ospitò e lo incoraggiò. Dopo Porta Pia i rapporti Vaticano-Regno erano pessimi, ma non c'era nessuna ragione per peggiorarli lasciando circolare per l'Italia Lazzaretti e i suoi seguaci. Questi si ritirò anche a Montecristo (isola allora non protetta) e ricomparve con una Bandiera Rossa con la scritta "la Repubblica è il Regno di Dio". I romanzi di Dumas anche in questo caso colpivano la fantasia popolare oltre ogni aspettativa. Aveva deciso di dare una svolta alla carriera e di scegliersi un compito più impegnativo: guidare il genere umano verso "l'era dello Spirito Santo" , dopo "l'era del Padre" (quando Mosé ricevette i Comandamenti) e "l'era del Figlio", Gesù Cristo in croce. La Chiesa cattolica che all'inizio aveva tentato di controllarlo, ora non poteva far altro che scomunicarlo per il tramite del Sant'Uffizio. Era stato avvisato, o se ne stava tranquillo sui monti o avrebbe fatto, una volta per tutte i conti con la legge, gli disse il delegato di Pubblica Sicurezza. La mattina del 18 Agosto 1878 la processione di Lazzaretti prese a scendere verso Arcidosso e poco dopo l'epilogo, con la forza pubblica giunta in schiera. Solo un paese accettò di raccogliere le sue spoglie mortali, ma per poco perché arrivò Cesare Lombroso (1835/1909), il noto Antropologo Criminale, che ottenne le sue "reliquie" per i propri studi criminali (sui criminali ben s'intende). I suoi resti dovrebbero trovarsi nel lascito del Museo di Antropologia Criminale di Torino cui Lombroso stesso non volle far mancare i suoi da esaminare dopo la morte (questa era una usanza molto diffusa nel passato. Quanto lo sia nel 21° secolo non lo so. Per certo di autopsie se ne fanno a milioni, anche per banali motivi). La setta di Lazzaretti, i "Giurisdavidici", gli sopravvisse per altri cento anni ed ancora oggi i resti delle sue costruzioni, e un pugno di fedeli si ergono a monito e ricordo della sua incredibile vita. - Qui sull'Amiata, a Santa Fiora, è nato il discusso Padre Ernesto Balducci. Suo padre era minatore e la famiglia viveva «..tra la miseria e la povertà»; da quell'ambiente aveva tratto molti motivi ispiratori della sua religiosità e uno stile peculiare di sobrietà e riservatezza. Sentì come un dovere di fedeltà al suo popolo e alle sue origini la necessità di «dare voce» alle lotte e alle istanze di giustizia dei più poveri, dai minatori dell'Amiata agli emarginati della città come del terzo mondo. Per saperne di più ricerca: - in Internet Davide Lazzaretti e Cesare Lombroso http://www.cesnur.org/religioni_italia/m/movimenti_profetici_05.htm le religioni in Italia -in libreria "Il Cristo dell'Amiata" di Arrigo Petacco * per chi ha già visto il Film "Il Codice Da Vinci", la discendenza di Lazzaretti da un Re Capetingio non è uno scherzo. Equivale a discendere, secondo i più fantasiosi, direttamente da Cristo, sempre che Cristo abbia messo su famiglia. C'è una certa confusione, sia all'epoca che ora, fra Merovingi, già accrediatti della discendenza, Carolingi che vennero dopo rappresentati da Carlo Magno e i Capetingi che sono poi l'ultima dinastia, per intenderci quella che arriva alla Ghigliottina. Così DANTE nella Divina commedia - PURGATORIO CANTO XX. Sulla terra fui chiamato Ugo Capeto ... Io fui figlio d'un mercante di buoi di Parigi: quando si estinsero tutti i re dell'antica dinastia dei Carolingi, tranne uno ... (più che quarti di nobiltà questi avevano quarti di bue: Gli Ugo Capeto erano in effetti due e solo il secondo divenne re, cercando poi di cancellare secondo le usanze le incerte origini- Si sa che, quando le famiglie diventavano grandi e potenti, i genealogisti provvedevano a cancellare le basse origini creando collegamenti che miravano a nobilitarle. La circostanza dei natali d'Ugo il Grande è confermata dal cronista Rodolfo il Glabro, il quale, riferendosi a lui, dopo aver detto che era figlio di Roberto conte di Parigi (Poi re), aggiunge che ritiene di tralasciare di parlare della sua genealogia, perché prima di lui risulta molto incerta (da RIVISTA STORICA VIRTUALE ANNO VIII nr. 28 APRILE 2008). I Merovingi, i primi invece (pagani !! almeno fino al momento che San Remigio (Reims) non li battezza) che bruciavano i cristiani- “Mitis depone colla, Sicamber, adora quod incendisti, incendi quod adorasti”(“China umilmente la testa, o Sicambro, adora ciò che bruciavi, e brucia ciò che adoravi” !!). Un po' strano per uno che dovrebbe discendere per parentela da Cristo: ma forse Dan Brown non lo sapeva non aveva letto il libro http://www.celticworld.it/sh_wiki.php?act=sh_art&iart=372 . Il polpettone (nel senso di cazz...) del film il Codice da Vinci, può anche essere indigesto oltre che fantastico. Ma tutto era cominciato in quel delta del Rodano noto come Camargue quando qui nel 44 d.c. circa sembra arrivasse una barca con sopra diverse persone fuggite dalla Palestina, Maria Maddalena o di Magdala, Maria Salomé, Maria Jacobé, Marta, Lazzaro, Massimino, e la serva Sara. Mentre Maddalena si sarebbe diretta verso Sainte Beaume, Lazzaro a Marsiglia, Marta e la sua serva Marcella a Tarascon, Maria Salomé, Maria Jacobé (moglie di Cleofa) e Sara si sarebbero stabilite vicino a un luogo ora noto come Saintes-Maries-de-la-Mer (le Sante Marie del Mare) dopo un approdo fortunoso appunto in Camargue. Maria Maddalena secondo le leggende sposò Gesù all'età di 27 anni (nel '30 d.C), rimase incinta nel dicembre del '32 d.C e l'anno seguente diede alla luce Tamar, una bambina. Nel '37 d.C diede alla luce Gesù il Giovane e nel '44 d.C, quando aveva 41 anni, nacque Giuseppe. In Provenza a Saint-Maximin-la-Sainte-Baume c’è una grotta dedicata appunto a Santa Maria Maddalena. Il suo esilio venne raccontato da Giovanni, nella "Rivelazione" (12:1-17), in cui descrive Maria e suo figlio e narra della sua persecuzione, della sua fuga e della caccia al resto del suo seme (i suoi discendenti) condotta senza tregua dai Romani. Ed è proprio a les Saintes-Maries-de-la-Mer che tra il 23 e il 25 di maggio gli zingari si radunano per festeggiare la loro Santa protettrice, la Sara Nera, la Ste. Sarah quella che non è mai stata riconosciuta con le due Marie. Per la precisione Maddalena sembra sbarcata in altri posti che ne rivendicano la primogenitura come Veroli per Salomè, ma questo è nella tradizione come le reliquie. http://www.duepassinelmistero.com/Maddalena.htm fantastico i rosacroce http://www.rosacroceoggi.org/pagine.esotertiche/maria.maddalena/maria.maddalena1.htm
Les lieux. |