David
Herbert Lawrence- (Eastwood 1885, Vence 1930) D. H. Lawrence nacque l'11 settembre 1885, frutto di un'unione infelice fra un minatore e una maestra elementare molto religiosa. Eastwood, era una piccola cittadina del Nottinghamshire, il cuore delle Midlands industriali dell'Inghilterra. Lawrence fu profondamente attaccato alla madre che fece ogni sforzo per sottrarlo a un destino di proletariato industriale cui lo inchiodavano i natali. (Questo periodo della sua vita troverà il suo sbocco letterario nel romanzo "Figli e amanti"). In questo contesto (Nottinghamshire) Lawrence sviluppò la sua ostilità verso l'industria estrattiva rea di aver disumanizzato il padre, distrutto la campagna inglese e l'idilliaco paesaggio dei suoi natali. Ostilità più che evidente ne L'amante di Lady Chatterley e negli anatemi da Lawrence scagliati contro l'industrialismo e la tecnologia moderna. Da qui nasce il suo "primitivismo" e l'attrattiva che sempre eserciteranno su di lui i luoghi non toccati dal mostro devastante dell' industria. Nel 1906 Lawrence si iscrisse al College, dove consegui il diploma di insegnante. Questa fu l'occasione per entrare in contatto con il mondo letterario londinese e dare alla luce le prime pubblicazioni (racconti, poesie) e il primo romanzo, Il pavone bianco, che uscì nel 1911, poco dopo la morte della madre. Ammalatosi gravemente di polmonite abbandonò l'insegnamento e si dedicò interamente alla letteratura. In quello stesso anno, 1912, avvenne l'incontro con Frieda von Richthofen, moglie di un professore di francese. Aggressivamente vitale, Frieda iniziò con Lawrence una relazione destinata a dare una svolta decisiva alla sua opera letteraria. Nel giugno del 1914 Lawrence tornò in Inghilterra per sposare Frieda, che aveva finalmente ottenuto il divorzio, e vi rimase per tutti gli anni della guerra. Sarà stata la guerra, sarà stato il suo disfattismo pacifista, venne anche accusato di immoralità per il romanzo L'arcobaleno. Soltanto nel 1919 i coniugi Lawrence riottennero il passaporto e l'Italia fu l'inizio di un volontario esilio che, salvo brevi intervalli, durerà per tutta la vita. "E' un amabile giorno di sole, c'è un mare turchino e io siedo a scrivere fuori, sul balcone, giusto sopra la spiaggia" o ”C'è una luna così luminosa che anche le vigne fanno un'ombra e il Mediterraneo scintilla di un grande biancore nella sua oscurità. Sulla spiaggia i lumi delle vecchie case ammiccano piano sopra il muro del promontorio si avanzano i fari di una locomotiva. È festa, il giorno di Santa Caterina, e gli uomini sono tutti di sotto, attorno alle piccole tavole, che devono vino o vermut…”. Così si esprimeva D.H. Lawrence sul suo soggiorno a Spotorno dopo essere venuto dalla fredda Lucerna. … at the end of the second week
in November, he and Frieda passed through Lucerne in order to meet a Swiss
admirer of Lawrence's named Carl Seelig. a literary critic who may have been
considering some translation work. Lawrence enjoyed Seelig's company but, with
'slow rain and snow', found Switzerland 'horrid'. 'We went motoring in
Switzerland', he wrote to Emily from Spotorno. 'icy cold -I hared it, and got a
cold' (v. 336-7). Rina Secker's father, Luigi Capellero, was the manager of the
Miramare, still a fine hotel on the sea-front at Spotorno, where the Lawrences
fìrst stayed. The house she had spotted, or heard about from her parents, was
the Villa Bernarda 'a three-decker - or a four decker with the contadino in the
deeps' (v. 338). It stood on a hill at the back of the small town, and had
splendid views over Spotorno's attractive broad bay out to the open sea, At the
very top of the hill on which the house was situated were the ruins of an old
castle but these were close enough to be contained within the Villa's 'big
vineyard garden' (v. 338). Apprehensively regretting the absence of fìreplaces,
Lawrence nevertheless liked the house and its situation, and was in any case
pleased to have been greeted during his fìrst days in Spotorno by fine weather,
'The sun shines, - he wrote to Blanche Knopf on 23 November, - the eternal
Mediterranean is blue and Joung, the last leaves are falling from the vines in
the garden. The peasant people are nice. I've got my little stock of red and
white wine (from the garden of this house il Nostralino) - we eat fried chiken
and pasta and smell rosmary (rosmarino) and basalica (Basilico) in the cooking
once more - and somebody's always roasting coffee - and the oranges are already
on the orange tree. It's ltaly, the same forever, whether it's, Mussolini or
Octavian Augustus. (341-2). The Villa Bernarda belonged to the wife or Angelo
Ravaglil who was lieutenant in the 'Bersaglieri', an infantry regiment of high
standing stationed in Savona only eight miles away. Ma prima della Svizzera c’era stato il Messico rovinoso per la sua salute. Egli avrebbe preferito proseguire per Capri o la Sicilia ma non bisognava aumentare il costo e le difficoltà del viaggio. Il suo editore, Martin Secker, gli aveva consigliato Spotorno, paese di cui la moglie Rina era originaria, assicurandogli che non avrebbe trovato altri inglesi (durante un precedente soggiorno a Lerici la presenza di una colonia britannica gli aveva dato molto fastidio). Quando arriva a Spotorno nel Novembre del 1925 Lawrence prende alloggio alla locanda Villa Maria (al Miramare) su consiglio di Rina Secker. Commenta subito: "il paese non è gran che. Ma se splende il sole sul Mediterraneo è già molto". Durante una delle loro prime passeggiate lui e Frieda vanno ad esplorare i ruderi del castello che domina le povere case e le strette viuzze del vecchio paese. Divisa dal castello da un vigneto c'è una villa rossastra con tetto spiovente di recente costruzione. Frieda se ne innamora e va a chiedere se è in affitto. Il custode, un certo Giovanni, manda Angelo Ravagli, tenente dei bersaglieri, a parlare con Lawrence....When Ravagli came to Spotorno to meet the Lawrence for the first time, it was the Queen of Italy's birtbday and he was in dress uniform. Frieda was particulary impressed. As she wrote in early decembcr to Brett - We have a nice little Bersaglieri officer to whom the villa belongs. I am thrilled by his cockfeathers he is a1most as nice as the feathers (v 350). The Lawrences moved into the Villa from the Hotel Miramare on 23 November having agreed to take it - along with Giovanni, the 'contadino' Lawrence mentions who kept the garden and provided general help - for four months at a total cost of 25£. Lawrence felt this was reasonable and, as living was cheap in Spotorno, looked forward to saving some money. "We ought to manage on five shilling a day" he told Brett on 25 November. 'I want to economize, as Seltzer is hardly held together by a safety pin: and he has my five thousand dollars' (v. 143). (5.000 $ circa 1250 sterline) the prospect of only ever receiving such a large sum in very small instalments over a long period, or never receiving it at all, deprived Lawrence of the security which at this stage in a highly productive career he might reasonably have espected to feel. Così si esprimeva Lawrence in "Pagine di Viaggio" sui bersaglieri:
The Bersaglieri sit close together in
groups, so that there is a strange, corporal connexion between them. They have
close-cropped, dark, slightly bestial heads, and thick shoulders, and thick brown hands on each other’s
shoulders. When an act is over they pick up their cherished hats and fling on their cloaks and go into the hall. They are rather
rich, the Bersaglieri. They are like young, half-wild oxen, such strong, sturdy, dark lads, thickly built and with strange hard
heads, like young male caryatides. They keep close together, as if there were some physical instinct connecting
them. And they are quite womanless. There is a curious inter-absorption among
themselves, a sort of physical trance that holds them all, and puts their minds to
sleep. There is a strange, hypnotic unanimity among them as they put on their plumed hats and go out
together, always very close, as if their bodies must touch. Then they feel safe and content in this
heavy, physical trance. They are in love with one another, the young men love the young
men. They shrink from the world beyond, from the outsiders, from all who are not Bersaglieri of their
barracks. D.H. Lawrence "Twilight in Italy" Ch. 3 THE THEATRE I Bersaglieri siedono vicino in gruppo, tanto che fra di loro c'è quasi una unione fisica. Hanno la testa rasata e le spalle poderose, le mani tozze che tengono l'un l'altro sulle spalle. Quando si apprestano a partire raccolgono i loro cappelli, si lanciano i mantelli sulle spalle e vanno via come il vento. Sono come tutti i i giovani, come buoi mezzi-selvaggi, questi ragazzi forti, tarchiati, scuri e con le teste dure e squadrate come le cariatidi. Stanno sempre vicino, come se un istinto fisico li attraesse. C' è una curiosa umanità fra di loro, una specie di fisicità che li unisce. Il servizio militare li isola dalle donne comuni. Quando escono coi loro cappelli ornati di piume stanno sempre molto vicini, come se i loro corpi si dovessero toccare. La loro visione induce all'amore, alla comprensione (cameratismo) fra gli uomini. Sono come estraniati dal mondo normale circostante, fanno parte a se, da tutto quello che non è Bersagliere. Un uomo fra di loro è una specie di capo. È solido, diritto come un muro, senza difetti. La cascata di piume si riversa come un ruscello sulla sua spalla. Esce poi dal locale seguito dalle sue ricche piume. Deve essere benestante il bersagliere. Il Bersagliere compra le sue piume nere, e trattiene dalla paga venti o trenta lire per il pugno di piume che ha. I più modesti hanno soltanto un piccolo ciuffo....poi tutto ha termine. I bersaglieri vanno di corsa perchè sono le 10 e mezza (ritirata). La notte scende buia. Se non fossero i proiettori austriaci che cercano i contrabbandieri li a quattro miglia dal lago sul confine l'oscurità sarebbe completa. FRIEDA...... se per molti la Richtofen è stata il prototipo della donna tutta peccato e trasgressione completamente diversa è l'immagine di se che dà in "Non io, ma il vento". (traduzione curata da Antonella de Nicola Editore Avagliano 2003). Di erotismo nel libro postumo non c'è traccia, dal momento che l'autrice ha voluto piuttosto dare il senso profondo di un'esperienza di vita con una persona così straordinaria... Lui: “Tu hai una disposizione naturale alla vita”. Lei: “Può darsi, ma sei stato tu a tirarmela fuori”. Lawrence scrive che la femminilità della sua eroina era così debordante da poterla difficilmente collocare tra le donne eleganti, almeno fra quelle inglesi spilungone e secche, così pallide, anzi così scialbe. “Io (Frieda) possedevo ciò che egli chiamava ‘sesso nella testa’, una teoria per amare gli uomini. Che importanza ha che preso dalla collera mi picchiasse quando lo esasperavo: anch’io lo picchiavo". Frieda non concede invece che poche annotazioni all’incontro con Angelo Ravagli, che avrebbe poi sposato in terze nozze. Riferisce volentieri dell’assidua frequentazione di artisti e scrittori: Charlie Chaplin, Georgia O’ Keefe, Aldous Huxley, Igor Stravinskij, Katherine Mansfield (ma tace le liti furibonde con la narratrice neozelandese). Chissà se Lawrence avrebbe approvato questa versione della storia della sua Lady. Lei stessa se lo chiede: «Forse si sarebbe preso gioco di me – scrive - come di una di quelle femmine intellettuali che detestava così tanto?». Lawrence avrebbe perdonato tutto alla moglie,( alla Connie Chatterley che coi suoi «soffici capelli castani e un corpo sodo, dai movimenti lenti» era «troppo femminile per essere davvero elegante), ma non l’intellettualismo che considerava la degenerazione di quello sporco mondo nuovo industriale. |