LA TRADOTTA DELL'ESTATE DEL '42

 Il viaggio di Pompilio Trinchieri verso la Russia

 

Tracciati ferroviari ante 1914 nell'Europa Orientale, stati Germania, Austria-Ungheria e Russia

Pompilio da Sagan raggiunge Brest Litovsk passando per Ostrowo, Lodz, Varsavia

 

 

Bacino dell'Elba coi vari fiumi sul tracciato del viaggio di Pompilio Trinchieri da Halle (Saale) a Cottbus

 

 

da Krotoszyn a Zdunka Wola

 

Gli ebrei di Lodz - la follia UNSER EINZIGER WEG IST ARBEIT! (LA NOSTRA UNICA VIA E' IL LAVORO) http://nonsoloproust.wordpress.com/2012/09/18/gli-spodestati-steve-sem-sandberg/
Preso nella trappola di una logica che lui stesso sintetizza nel tremendo “amputare le braccia per salvare il corpo”

Rumkowski consegna ai nazisti gli anziani, i disabili, i disadattati e i bambini
"datemi i Vostri Figli"  
http://www.datasync.com/~davidg59/rumkowsk.html  4 settembre del 1942

 

 

LA RESISTENZA PARTIGIANA RUSSA IN BIELORUSSIA

 

DA I PARTIGIANI ITALIANI IN BIELORUSSIA - PATRIA INDIPENDENTE 20 GIUGNO 2004 (rivista “storica” dell’ANPI)
Anche il movimento partigiano bielorusso non si sarebbe affermato senza l’aiuto della popolazione civile, tanto da essere storicamente considerato, come in Italia, sua diretta espressione. Ciò rende reale e non retorica la definizione della resistenza come “guerra patriottica e popolare”, con la variante supplementare che qualifica la resistenza bielorussa anche “guerra della rotaia”, date le sistematiche azioni di sabotaggio del sistema ferroviario.
Tra le fila partigiane bielorusse, come in Italia, c’erano molti stranieri: circa 40 mila fuggiti dai reparti di lavoratori o ausiliari che forzatamente erano al seguito delle truppe germaniche, polacchi, slovacchi, cechi, jugoslavi, francesi, spagnoli e disertori austriaci. Ma anche italiani. Le notizie in merito sono scarse. Come in tutti i movimenti di resistenza venivano distrutti i documenti personali, alcuni nomi sono storpiati. Possiamo tracciarne la storia solo a grandi linee. Gli italiani arruolati come ausiliari dei tedeschi prima dell’8 settembre 1943, con l’armistizio e l’occupazione nazista del nostro Paese erano stati rinchiusi in campi di concentramento in Bielorussia assieme ad altri militari italiani fatti prigionieri non si sa dove e come. È una pagina oscura probabilmente resa tale dal fatto che una volta giunti nelle località dove c’erano italiani dell’ARMIR catturati dai sovietici, i tedeschi non li liberarono, e venuto l’8 settembre, ne aggravarono anzi le condizioni non riconoscendo loro, come ai soldati italiani nei lager in Germania e in Polonia, i diritti stabiliti dalla convenzione di Ginevra, in quanto “traditori”. Ricerche – la fonte è Irina Voronkova dell’Istituto Storico di Minsk – dicono che all’8 /9/43 c’erano almeno 10 mila nostri ufficiali e soldati in mano germanica sul territorio bielorusso. Non pochi, come abbiamo scritto, fuggirono e finirono tra i partigiani. Ma solo pochi sono i nominativi pervenuti: Brigo, Disdro, Loriso, Cerebello, Ianello e Klimentdeum (difficilmente, questo, da ritenere italiano). Un’indagine impossibile da compiere a tanti anni di distanza per ricostruire le vicende di un numero così rilevante di vittime delle esecuzioni capitali, del freddo, della fame, delle malattie. Pochissimi, certamente, i sopravvissuti. Non si sa neppure a chi realmente appartengano i resti. Infatti, quasi tutti i corpi di soldati italiani e sovietici giacciono insieme mai identificati. Nel campo di Masjukovshchina, vicino a Minsk, dove ci sono le più grandi fosse comuni, un monumento è dedicato ai soldati che là riposano, «vale anche per gli italiani» precisa la Voronkova. I funzionari del nostro Ministero della Difesa hanno recuperato, nel corso del primo dopoguerra, poco più di un centinaio di corpi, specialmente scavando in un luogo di inumazione presso Gomel, per tumularli nei cimiteri in patria. C’è qualche nome inciso lì vicino sugli alberi del “boschetto della memoria”, illeggibile….

 

 

PRIGIONIERI RUSSI
http://www.ushmm.org/wlc/en/article.php?ModuleId=10007178 
http://mitchtemppiece.blogspot.it/2008/09/hiwis-1.html  la galassia dei collaboratori  Russian Troops with the German Army
http://ww2total.com/WW2/History/Orders-of-Battle/Axis-Minors/Russian-Troops.htm 

 

Lombardia beni culturaliTra il febbraio e il marzo del 1943 ritorneranno da
- KLINZY: 1.500 uomini del raggruppamento CC.NN. 23 Marzo
- SHLOBIN-BUDA-: 16.000 uomini del C.A. Alpino
- GOMEL 15.000 dei reparti a cavallo, artiglieria e genio di Armata
- BOBRUISK: 10.000 uomini del XXXV C.A.
- GOMEL-NOVO BELIZA: 8.000 uomini dell'Intendenza
- DNJEPROPETROVSK-PERVOMAJSK: 9.500 uomini dell'Intendenza
- LEOPOLI: 1.500 uomini
- KIEV 500 uomini.
Resta in Russia il II CdA con comando a GOMEL così costituito: - Comando, truppe e servizi di C.A. uff. 480 truppa 11.500
- Divisione Ravenna uff. 400 truppa 9.600 - - Divisione Cosseria uff. 420 truppa 9050  - - Intendenza uff. 560 truppa 8500
Per un Totale di uff. 1.860 e truppa 38.650
(dati da verificare)
Il 22 maggio 1943 terminano anche le operazioni di rimpatrio delle unità dipendenti del II C.A. compreso l’ultima batteria .... La Ravenna lasciò per ultima la zona del Don, proteggendo la ritirata delle truppe alleate. Chiudevano la lunga colonna i cannoni della (predetta) 5a batteria (XXVIII gruppo cannoni da 105/28), unici a essere stati salvati. L’avanzata russa se li ritroverà di nuovo contro a Taly, quando in appoggio alle truppe tedesche, vengono riportati indietro di ca 30 km. Successivamente i medesimi cannoni, sempre con lo stesso ufficiale, intervennero in azioni contro carri armati che tentavano di assalire gli ultimi fanti della Ravenna. L’opera della Ravenna fu possibile per la considerazione in cui venne tenuta la Divisione Ravenna dal Comando tedesco, rifornendola nel limite del possibile. Dal 16 al 22 gennaio 1943 da lwanovka, nei pressi di Woroscillovgrad, gli stessi cannoni e lo stesso ufficiale, coadiuvato dal sottotenente F. Poggesi, respinsero fino al Donez la minacciosa avanzata di grandi unità corazzate, per circa 8 Km, con un «fuoco d’inferno» secondo un giudizio del Comando tedesco. La 3a e la 1a batteria dello stesso Gruppo (comandato dal Cap. F. Lacquaniti) dotate di artiglierie di piccolo calibro rinvenute presso la base dell’Armata (agli ordini del Cap. G.G. Morando e del capitano Giuliano Nostini, il grande campione dì scherma) dopo un primo intervento d’insieme appoggiarono le fanterie della Divisione nell’occupazione del terreno sgombrato dalle unità corazzate sovietiche. In quella occasione la Divisione tenne la zona con rabbiosa resistenza «a oltranza» per consentire alla div. Goering partita da Marsiglia di giungere a prendere possesso di quel fronte. Raggiunta Minsk e consegnati i militari delle altre Divisioni al Comando dell’ARMIR, la Divisione venne avviata nella zona di Stara Krupez per la riorganizzazione, in quanto il Comando tedesco la voleva a rappresentare l’esercito italiano sul fronte russo. Mussolini si oppose alla proposta tedesca e nel mese di maggio la Divisione lasciò il fronte russo, buon’ultima, e tra il rispetto degli eserciti alleati e del nemico.
Italo Firmani, Roma

 

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