Italia 1560-1700

L'Italia del '600

Gli stati e le loro alleanze

(XVI secolo -fine '500 e XVII secolo)

STATI DIRETTAMENTE DIPENDENTI DALLA SPAGNA

Ducato di Milano con un governatore; Regno di Napoli, Regno di Sicilia e Regno di Sardegna (che non ha nulla a che vedere (per ora) col futuro Regno  Sardo dei Savoia*) governati dalla Spagna con tre vicerè e lo Stato dei Presidi*. Sono di questi anni i moti di Milano del 1628. descritti da Manzoni nei «Promessi Sposi» e la successiva peste; la rivoluzione di Napoli del 1647, capeggiata da Masaniello; la rivolta di Palermo dello stesso anno, capeggiata dall’Alessi e quella di Messina del 1674 tutti dovuti al malgoverno spagnolo.

(*a cui comunque porterà la corona reale quando nel 1720 terminerà il dominio aragonese in seguito alla guerra di successione spagnola)

*Lo Stato dei Presidi comprendeva Orbetello, Porto Ercole, Porto S. Stefano e Talamone, ai quali si aggiunse Porto Longone (Porto Azzurro) nel 1602. Dal 1801 (era Napoleonica) lo stato dei Presidi fece poi formalmente parte integrante del Regno d'Etruria dei Borbone Parma (debitori alla Francia) poi dal 1807 di nuovo del Granducato di Toscana sotto l'egida di Elisa sorella di Napoleone

STATI INDIPENDENTI DI NOME MA NON SEMPRE DI FATTO

- Stato Pontificio. Rimane legato, per la lotta contro il protestantesimo, alla Spagna (ottiene l’annessione di Ferrara nel 1598 ("espropriata" agli Este) dopo aver già ottenuto la sottomissione del Ducato di Camerino nel 1545, ma non quello d'Urbino (1625) ). Il papato in seguito si appoggerà per la difesa agli Austriaci poi ai Francesi a metà 800
- Granducato di Toscana. I Medici, sono rientrati a Firenze per merito di Carlo V 11(1500-1558) imperatore di Germania. ll duca Cosimo I (poi granduca) conquista la Repubblica di Siena nel 1555 ma la Toscana a poco a poco decade dai fasti del rinascimento.
Gli Asburgo-Lorena governeranno la Toscana dal 1737 al 1859)

Pietro Bianchi "Storia d'Italia" - Dopo il sacco (1527) Roma era ridotta da 85.000 abitanti a circa metà: ma il danno maggiore proveniva dai riflessi politici della rivolta luterana e dalla perdita di grandi risorse finanziarie. Più tardi le miserie italiane e lo stato infido delle cose politiche indurranno molti accorti mercanti e banchieri toscani a portare a Lione la sede degli affari. Si trattava di una crisi acutissima che tendeva a spostare l'asse economico d'Europa dall'area del mediterraneo verso le sponde dell'atlantico (scoperta americhe rivoluzione epocale).

1 e d’Austria, Spagna, Napoli, Sardegna, Sicilia, Olanda, Belgio, Milano e delle colonie spagnole e olandesi con asservaggi dei Savoia, della Svizzera (diceva:Sono padrone di un Impero su cui il sole non tramonta mai).
- Repubblica di Lucca, 3 (dalla piantina) Stato sorto all'inizio del XII secolo si mantenne indipendente, salvo brevi periodi di occupazioni fiorentina e pisana nel XIV secolo, fino al 1799. De facto da allora sotto l'ala austriaca asburgica che la trasforma in Ducato. Annesso il 4 ottobre 1847 al Granducato di Toscana poi al Regno d'Italia.
- Repubblica di Genova. É legata per ora alla Spagna fin da quando Andrea Doria, ammiraglio di Carlo V, s’impadronisce della città. Alla sua morte Genova decade lentamente (la Corsica verrà venduta alla Francia nel 1769 per ripianare debiti con diritto a riscatto).
- Ducato di Modena e Reggio. Nicolò III marchese, bastardo di Alberto I d'Este, gli succedette nel 1393 e morì nel 1441: riuscì nel 1409 a riprendere Reggio (Emilia), compiendo così la restaurazione estense nell'Emilia e integrandola coll'aggiungervi i vicariati di Garfagnana e coll' ottenere nel 1433 dall'Imperatore Sigismondo III, una formale investitura di sovranità. Anche a Nicolò III, succedettero l'un dopo l'altro, tre suoi figli: Leonello, sino al 1450, principe umanista e gentil poeta d'amore; Borso, creato duca di Modena e Reggio dall'Imperatore Federico III nel 1452 e poi duca di Ferrara da Pio II nel 1471, l'anno stesso cioè della sua morte (quest'ultima investitura avrà dei pesanti contraccolpi ed un esito imprevisto); ed Ercole I che nel lungo governo durato sino al 1505 sostenne una infelice guerra con Venezia. Per tutto il secolo XVI il principato estense svolse la propria azione nella capitale Ferrara, come uno degli elementi più cospicui della vita pubblica italiana. Alfonso I, il marito di Lucrezia Borgia, tenne il ducato dal 1505 al 1534, orientando verso la Francia la politica di Casa d'Este: entrato nella lega di Cambrai contro Venezia, col fine prossimo di riconquistare Rovigo, vi restò contro il divieto di Giulio II che voleva staccarnelo; conseguenza immediata di ciò fu l'occupazione pontificia di Modena, la quale durò dall'agosto 1510 al giugno 1527. Questo periodo di dominazione pontificia, illustrato in una dotta monografia da Tommaso Sandonnini, va segnalato specialmente per la ferma e retta amministrazione del governatore Francesco Guicciardini, il grande storico, il quale, rimovendo abusi inveterati e frenando le violenze dei facinorosi, seppe affezionare alla Chiesa la popolazione Modenese in modo che questa fu sorda ai tentativi di Alfonso I, per riprendere la città. Tentativi che andarono però a buon fine in coincidenza del sacco di Roma del 1527. Alfonso I seppe cogliere l'opportunità venendo ad occupar Modena senza quasi incontrare resistenza: Carlo V. con la celebre sentenza del 1530 riconobbe solennemente la legittimità della dominazione estense su Reggio e su Modena. Tommaso Casini

Maria Luisa D'Austria - LuccaModena sostituisce Ferrara come capitale quando questa viene "espropriata" dal papa (Il 27 ottobre 1597 morì il duca Alfonso II, che non aveva avuto figli legittimi e che aveva designato per testamento il cugino Cesare come suo erede e successore (ma non venne riconosciuto da papa Clemente VIII che riteneva Cesare a sua volta discendente illegittimo di Alfonso I !!!)). Cesare d'Este, compresa l'inutilità di ogni resistenza alle intimazioni papali e alle minacce (per tutto il 500 gli Este avevano avuto scontri militari col Papa), lasciò definitivamente Ferrara, feudo "non" imperiale: pur riconoscendo di fatto la presa di possesso pontificia, ben si guardò dal dichiarare la propria rinuncia formale, tenendo così diplomaticamente aperto il discorso non solo in merito al diritto di conservare i beni allodiali, cioè propri privati e della famiglia ma anche i suoi diritti di un possibile futuro reintegro. Ercole III d'Este nel '700 non ha figli maschi e la figlia Maria Beatrice Ricciarda sposa nel 1771 Ferdinando Carlo figlio di Maria Teresa d'Austria portando il casato al rango d'Austria-Este. A questa data si fa tradizionalmente decadere la casata.
- Ducati di Parma e Piacenza sotto i Farnese e Mantova sotto i Gonzaga 1-2  che cessa di esistere come ducato nel 1708 (col ramo Nevers) con  la sua appendice Piemontese Monferrina (Casale*** in calce). Parma passerà poi nel 1814 alla moglie di Napoleone I Bonaparte, Maria Luigia, nata Asburgo.

http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_di_successione_di_Mantova_e_del_Monferrato ). La linea Gonzaga Nevers s'era formata dal matrimonio fra Ludovico Gonzaga (1539-1595) (terzogenito, quindi lontano dalla linea successoria, di Federico II Gonzaga, duca di Mantova e marchese di Monferrato, e di Margherita Paleologo di Monferrato) e Enrichetta di Cléves (1542-1601), duchessa di Nevers e Rethel. Al servizio militare di Francia e per la Francia Ludovico viene fatto prigioniero dagli spagnoli nella battaglia di San Quintino mentre combatteva per Enrico II di Francia. Il figlio di Lodovico, Carlo I (1580-1637) alla morte del cugino italiano Vincenzo II Gonzaga (1627), ultimo discendente della linea diretta, subentrò nel diritto di successione al Ducato di Mantova incontrando l’opposizione dei Savoia, dell'Impero, della Spagna e di Venezia (ognuno a vario titolo e interesse e anche per altri eredi).

Dalla discesa dei lanzichenecchi svizzero tedeschi dell'Imperatore per l'assedio di Mantova si originò la peste manzoniana del 1629 che quasi dimezzò le popolazioni del Nord Italia più colpite (città). ....Passano i cavalli di Wallenstein, passano i fanti di Merode, passano i cavalli di Anhalt, passano i fanti di Brandeburgo, e poi i cavalli di Montecuccoli, e poi quelli di Ferrari; passa Altringer, passa Fustenberg, passa Colloredo; passano i Croati, passa Torquato Conti, passano altri e altri; quando piacque al cielo, passò anche Galasso, che fu l’ultimo. Lo squadron volante dé veneziani finì d’allontanarsi anche lui;......” XXX capitolo dei Promessi Sposi

STATI INDIPENDENTI
- Repubblica di Venezia: decadenza sotto la pressione dell’impero ottomano che occupa la penisola balcanica e le isole del Mediterraneo già veneziane. Pur vittoriosi a Lepanto cedono Cipro e Creta. L'impresa Napoleonica ne decreterà la fine. Nel 1495 Venezia riuscì ad espellere Carlo VIII dall'Italia grazie alla battaglia di Fornovo, respingendo il primo di una serie di assalti francesi. Temporaneamente ad inizio del XVI secolo furono venete Cremona, Forlì, Cesena, Ravenna, Comacchio, Monopoli, Bari, Barletta, Trani ecc. Con tale espansione i veneziani entrarono però in conflitto con lo Stato Pontificio per il controllo della Romagna a cui rinunciarono solo con la pace di Bologna del 1530.

La dominazione Veneziana alle porte di Milano …. Dopo alterne vicende Lodi passò ai Visconti (1335) e, morto Filippo Maria (1447), passò a Venezia (ma vi rimase pochissimo), poi alla Repubblica ambrosiana (1448) e infine a Francesco Sforza. Dalla Pace di Bologna (1529) fu assegnata a Francesco II Sforza, con reversibilità all’Impero. Da allora la città seguì le sorti del Ducato di Milano. Con la Pace di Lodi (1454) passava definitivamente a Venezia il circondario di Crema. Con i patti del 1454 e del 1456 fu stabilito che Casaletto Ceredano fosse definitivamente concesso a Venezia e furono stabiliti i confini tra le giurisdizioni di Crema e di Cremona. E' opportuno anche ricordare che i domini di terraferma della Serenissima si erano in gran parte concretizzati nel XV secolo.  Dal 1404 al al 1428 la "Dedizione" atto di spontanea sottomissione che evitava la pesante  "manu militari" aveva interessato questi principali centri della Pianura Veneto-Lombarda: Vicenza, 28 aprile 1404 -- Belluno, , 18 maggio 1404 -- Bassano, 10 giugno 1404 -- Feltre,15 giugno 1404 -- Altopiano Asiago 20/2/1405 -- Polesine (Rovigo no Adria e il territorio sottostante fino al Pò che restava agli Estensi) 25/3/1405 -- Verona, 24 giugno 1405 -- Padova,  22 novembre 1405 -- Rovereto, 23 agosto 1418 -- Friuli (Udine),19/6/1420 --Carnia, 16 luglio 1420 -- Cadore,  31 luglio 1420 -- Brescia, 20 novembre 1426 -- Bergamo, il 9 maggio 1427 -- Istria 1420 -- Spalato, Brazza Curzola, 1420 -- Val Camonica 1427

- Ducato di Savoia. Emanuele Filiberto (1559-1580), il vincitore di S. Quintino, ritornato nel ducato di Savoia, a lui restituito dalla Francia dopo la pace di Chateau Cambrésis getta le fondamenta della futura potenza del Piemonte, riorganizzando l’esercito ed italianizzando il ducato con spostamento della capitale da Chambéry (Savoia) a Torino. Aree svizzere nel Vallese ricadono ancora sotto il controllo dei Savoia. Il suo successore Carlo Emanuele I (1580- 1630) recupera il Marchesato di Saluzzo**. Dopo la sua morte, il ducato dei Savoia cade sotto l’ingerenza francese, da cui lo solleva definitivamente Vittorio Amedeo Il Savoia (regna dal 1675-1730) primo Re di Sardegna e Piemonte. Nei moti insurrezionali del 1821 Carlo Felice sarà rimesso sul trono dalle armi austriache.

Terre italiane non comprese nella piantina in alto contee Gradisca/Gorizia e Trentino (Principato Vescovile) in piantina sottostante per l'epoca

1450

Carta Geografica dell'Italia settentrionale al 1450 ca.: Herzogtum (Ducato). Francesco I Sforza si proclama signore di Milano dopo aver battuto i Visconti e la Repubblica Ambrosiana. Con la Pace di Lodi (1454) definisce anche le frontiere orientali con Venezia. Occuperà temporaneamente la Liguria e Genova. Il Ducato di Parma, che qui sopra non compare, si formerà solo nel 1545 dopo essere stato sotto la dominazione degli Sforza fino al 1499 poi dei Francesi fino al 1512 ed infine eretto a Ducato per il figlio Pier Luigi ad opera di Paolo III Farnese Papa .

Altra area che differisce è la provincia di Ferrara dal 1471 dominio degli Estensi che ereditano anche il territorio fra l'Adige e il Pò. Quest'area ritorna ai Veneziani nel 1484 dopo una guerra con gli Estensi (1482/4).

Le Contee di Gorizia e Gradisca (Aquileja), sul confine orientale della Serenissima, cessano di esistere nel 1754 e Il Principato Vescovile del Trentino cessa  definitivamente nel 1749 dopo 750 anni di indipendenza (travagliata nell'ultimo secolo): entrambe le signorie ricadenti sotto l'influenza degli Asburgo. La Contea di Gradisca/Gorizia verrà infatti  inserita (dopo l'era Napoleonica) in un Regno d'Illiria sotto gli Asburgo e dal 1849 nella Regione Costiera (Litorale Adriatico austriaco o österreichisches Küstenland ). Comprendendo molti territori sloveni questi erano la maggioranza della Popolazione Censimento 1910 - Superficie: 2918 km² - Popolazione: 260.728 abitanti - Sloveni 61,8 - Italiani 36,1 %

 

**Il Marchesato di Saluzzo comprendeva da secoli parte di territori piemontesi inclusi oggi nelle Provincie di Cuneo e Torino e territori  francesi a cavallo delle Alpi. Saluzzo divenne parte integrante della Francia per mezzo secolo, fino a quando Carlo Emanuele I Savoia, con il trattato di Lione del 1601, stipulato col re di Francia Enrico IV di Borbone, riuscì a impossessarsene mantenendone il controllo, a fasi alterne, per molti anni. In cambio i Savoia cedettero alla Francia terre molto più vaste (Dipartimento de l'Ain), ricche e popolose. Si chiudeva un passaggio (esclusa alta Val Varaita e la fortezza di Pinerolo*) che poneva i Francesi a 1/2 giornata di marcia da Torino.
*Guerra di successione di Mantova e del Monferrato: (1628 - 6 aprile 1631), scoppiò alla morte senza eredi di Vincenzo II Gonzaga e vide contrapporsi il Sacro Romano Impero, la Spagna e Carlo Emanuele I di Savoia alla Francia, che appoggiava la successione del duca Carlo Gonzaga di Nevers, sostenuto anche da papa Urbano VIII. Lo scontro si innestò nel quadro generale della guerra dei trent'anni. Il Trattato di Cherasco del 1631-Lo sbarco in Pomerania di Gustavo Adolfo re di Svezia inducono l'imperatore Ferdinando II a chiudere il conflitto in Italia con il trattato segreto di Ratisbona (16 X 1630). La Spagna è a sua volta indotta dai successi olandesi a firmare due trattati segreti a Cherasco. Charles di Gonzaga-Névers ottiene il riconoscimento imperiale come duca di Mantova e Monferrato (2 VII 1631) ma deve fare cessioni territoriali a Ferrante II Gonzaga duca di Guastalla ed a Vittorio Amedeo I duca di Savoia (parte del Monferrato con Alba e Trino), a sua volta costretto a cedere Pinerolo alla Francia che mantiene anche il presidio di Casale. Pinerolo sarà riconquistata da Vittorio Amedeo II di Savoia nel 1696, ma prima di andarsene il Re Sole farà saltare la cittadella e il castello. Il 30 giugno 1708 la Dieta di Ratisbona dichiarava il duca Ferdinando Carlo Gonzaga-Nevers (che morirà di crepacuore 7 giorni dopo) traditore dell’Impero per aver accolto i francesi nel mantovano.

 

*** L’imperatore d'Austria investirà delle ultime terre del Monferrato (Casale) Vittorio Amedeo II di Savoia.

 

FEUDI IMPERIALI (tedeschi)- TORRIGLIA - PONTREMOLI - AULLA - PODENZANA - VOGHERA - BOBBIO -

MASSERANO (FEUDO PONTIFICIO)

Con il termine feudi imperiali venivano convenzionalmente indicati tutti i singoli territori soggetti - fino all'invasione napoleonica - al Sacro Romano Impero. In Italia, il termine è utilizzato per definire storicamente una serie di minuscoli stati, residui di antiche signorie feudali, che sopravvissero fino al XVIII secolo, disseminati lungo i confini di Liguria, Piemonte e Toscana. A seguito della Congiura dei Fieschi del 1547 contro la repubblica genovese, e soprattutto contro la famiglia Doria, Torriglia fu, a partire dal 1547, assoggettato a quest'ultimi che lo elevarono a feudo col titolo di marchesato fino al 1760 e a principato fino all'invasione del Bonaparte del 1797. Nel 1815 verrà inglobato nel Regno di Sardegna, così come stabilirà il Congresso di Vienna del 1814.
Il gruppo più orientale dei feudi imperiali appenninici era quello della Lunigiana (Pontremoli) assorbiti dal Granducato di Toscana o il marchesato Di Aulla e Podenzana assorbito dal Ducato di Massa. Una posizione di parziale autonomia continuarono a godere le cosiddette "giurisdizioni separate dell'Oltrepò", entrate a far parte delle province sabaude di Voghera e di Bobbio nel 1748;
 

La natura di feudo pontificio, direttamente dipendente dalla Santa Sede, faceva invece del Principato di Masserano un'entità statale di fatto indipendente. Solo nel 1753 il Re di Sardegna Carlo Emanuele III riuscì ad ottenere da papa Benedetto XIV la cessione del feudo e il 20 marzo 1767 la rinuncia di ogni diritto sovrano da parte dall'ultimo principe, Vittorio Filippo, che si trasferì in Spagna. Nel 1833, estinti i Ferrero-Fieschi con la morte a Parigi del principe Carlo Ludovico, il titolo di Principe di Masserano (ormai privo di giurisdizione), passa al ramo collaterale dei Ferrero della Marmora nella persona di Carlo Emanuele, primo dei figli maschi dei La Marmora.  Ma questo riconoscimento viene però contestato dalla sorella del principe Carlo Ludovico, la vedova Rafelis de Saint-Sauveur, che apre un conflitto giuridico che si risolverà 3 anni dopo. Il 24 marzo 1836 per sentenza della regia Camera di Torino (come contemplato nelle adozioni già fatte dai Fieschi e confermate dalle bolle del 1517 di Leone X) il titolo di principe di Masserano passerà al figlio di Carlo, Tommaso, che sarà l’ultimo a portarlo.
http://www.lamarmora.net/la-forma-del-nome-la-marmora.html

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