ALAM HALFA - AGOSTO 1942 (37)
L'AGGIRAMENTO NON RIESCE
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AGEDABIA | La vergine | AIN | Sorgente | BAB | Porta |
BEN | Figlio di | BARDA | Fresca | BARDIA | La fresca |
BENGAZI | Figlio del vittorioso | BIR | Pozzo, cisterna | BIR EL ABD | Pozzo dello schiavo |
BU | Pozzo | DAHAR | Dosso | EISA | Gesù |
DEIR | Depressione | DEIR EL DHIB | Conca del lupo | DEIR EL MURRA | Conca amara |
GARET | Collina | GAZALA | Gazzella | GEBEL | Monte |
GHERBA | Otre per l'acqua (ghirba) | GIOF | Bassura | BUERAT | Pozzetto |
AIN EL GAZALA | Sorgente dellaGazzella | HAGIAG | Ciglio | NAQB | Passo |
MOIA | Acqua | SIDI | Signore | SIDI EL BARRANI | Signore Straniero |
FOMM | Foce | TELL | Piccola altura | UADI | Letto asciutto di torrente |
TRIGH | Pista | TRIGH EL ABD | Pista dello schiavo | TELL EL EISA | La montagna di Gesu |
MARSA | Approdo | REGIMA | Ruderi | UMM | Madre |
SUK | Mercato | KSAR | Villaggio | OGLA | Pozzo non profondo |
REGEM | Piramide segnaletica nel deserto | GHELTA | Pozzanghera | SGHIFET | Corridoio |
EL RUWEISAT |
Le collinette | MARABUT | Tomba di Santone | CIAI | Tè |
HIMEIMAT | Tortore | ABD | Schiavo |
La Cirenaica é una distesa lunare quasi del tutto priva di alberi e quindi d'ombra. Il Gebel, genericamente, è una catena montuosa irta di selvaggi crepacci e interrotta soltanto da poche ampie valli in cui la sabbia per lo più bianca o giallo rossastra soffoca la crescita di ogni vegetazione. La mobilità è limitata quasi esclusivamente alle strade che corrono nel deserto ed è sorprendente imbattersi in tende, greggi e cammelli di arabi dei quali nessun europeo sa che piste seguano, come vivano e a quali leggi e costumi obbediscano. Procedendo verso est lungo la strada costiera ci si trova in un paesaggio ancora più inospitale. Mentre fino a 50 Km a est di Bengasi l'opera colonizzatrice degli italiani risulta evidente, attorno a Derna e Tobruk non c'è traccia di insediamenti umani e soltanto bassi cespugli spinosi riescono a crescere. Di notte la temperatura scende a 0 gradi e di giorno sale a +45°. Abbondano le vipere e gli scorpioni uniti a sciami di mosche, ma il nemico peggiore dopo la sete è il GHIBLI. Comincia con un piccolo vortice di polvere tra i cespugli per trasformarsi in un uragano da 120 km orari . Le tempeste durano dei giorni e la sabbia penetra dovunque, negli orologi, negli occhi, nel naso, nei filtri dei motori.
"Quando le prime raffiche ci piombano addosso si ha la sensazione di trovarsi in una atmosfera calma, poi il vento gira, i corpuscoli di silicio pungenti come aghi frustano ogni millimetro di pelle. Si sputa a più non posso sino all'inaridimento delle ghiandole salivari: le labbra gonfie si spaccano, ma fino a notte niente acqua".
Ambiente ostile quindi per natura il deserto è poco popolato, marginale al teatro di guerra europeo (principale) considerato di nessuna importanza strategica, se non fosse per il vicino canale di Suez. Del sottosuolo non se ne conosce il tesoro (petrolio) e dopo questo deserto oltre il Gebel ce n’è un altro senza fine ancora più inutile.
* Sempre dall’arabo provengono una serie di parole di uso comune nella nostra lingua. |
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Alcova : al-qubba (la volta) Algebra: al-jabr (ridurre le fratture, riunire i pezzi: per estensione risolvere equazioni) Almanacco : al-manakh (il clima) Assassino : hashashin (il mangiatore di hashish) Caraffa : gharraf (vaso per acqua) Caffe : Qahwa (regione dell'Abissinia) Carruba : al-kharroob Cifra : sifr (zero) Cotone : qutn Cremisi : qirmizi (tintura rossa) |
Fachiro : faqiir (povero) Giraffa : zarafa Gelsomino: yasmeen Liuto : al-uud (liuto) Moca : mukha (porto in Yemen) Monsone : mawsim (stagione) Mummia : mumiya (corpo imbalsamato) Safari : safar (viaggio) Sorbetto : sharbat (bevanda) Sofà : suffa (panca) Sciroppo : sharab (bevanda) Tariffa : taarifa (informazione, notifica) |
I TOPI DEL DESERTO http://www.btinternet.com/~ian.a.paterson/main.htm
LE LATTE DELLA BENZINA
Nel corso di una breve sosta in prossimità di un posto di distribuzione carburanti tedesco, ufficiali e soldati italiani rimasero sorpresi per la semplicità del sistema di rifornimento. Era basato su recipienti in solida lamiera stampata; di forma rettangolare piuttosto alti e stretti che presentavano indubbi vantaggi. Occupando poco posto potevano essere caricati dovunque dall'autocarro alla motocicletta, accatastati l'uno sull'altro non
lasciavano nessun spazio inutilizzato. La solida maniglia per il trasporto rimaneva compresa nelle linee esterne del parallelepipedo e la chiusura era realizzata ermeticamente con un bocchettone di facile manovrabilità a mezzo di 2 leve di ferro. Ogni recipiente, latta o fustino che dir si voglia, conteneva 20 litri
( http://perso.m201.mageos.com/Jerrican.htm
era agevole compiere i rifornimenti senza bisogno di tubi di gomma, pompe, recipienti vari senza conseguente perdita di tempo e di carburante). Ovviamente serviva anche per il rifornimento dell'acqua. Pure l'olio era in piccoli contenitori. Quelli per i reparti motociclisti ad esempio erano di cartone con il giusto quantitativo per un rifornimento. Balzarono ancor più evidenti gli inconvenienti già riscontrati del nostro sistema. Grossi fusti da duecento litri poco maneggevoli che caricati sui cassoni degli autocarri lasciavano per la loro forma cilindrica spazi vuoti
inservibili e necessità di una pompa non sempre funzionante e soggetta ad essere smarrita per il travaso.
Si ricorreva quindi come norma all'aspirazione mediante tubo di gomma da parte dell'autista.
Dopo la pericolosa aspiratura, occorreva un recipiente intermedio perché generalmente il fusto
non si trovava in alto rispetto alla bocca del serbatoio dell'autocarro. Inevitabile perdita di benzina. Il Gen. Auchinleck ritenne che il sistema inglese causasse la perdita del 30% della benzina nel viaggio dalla base al posto di consumo. Chiunque riusciva ad arraffare un Jerrjcan
(così si chiamavano i contenitori) se lo custodiva gelosamente e si sentiva equipaggiato di tutto punto per la guerra del deserto. Quando arrivò quello americano era ancora
migliore.
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