Polonia orientale, Bielorussia, Russia (35)

Operazione Barbarossa: ostacoli naturali

EUROPEAN RUSSIA: A NATURAL FORTRESS
No other European country can boast the size and number of natural obstacles that protect even such a fraction of the Soviet realm. Any attack from the west must hurdle those very obstacles, and, at the same time, overcome the military resistance of the Soviets. In all that great expanse, only one major river, the Pripyat, flows from west to east and appears to provide access to the interior. But, of all the freaks of nature, just that river and its tributaries form such a maze of swamps that the watershed of the Pripyat constitutes an obstacle rather than a gateway to the interior of the USSR. Practically all other streams and rivers of the Soviet Union flow from north to south, though a few flow in the opposite direction. An attacker approaching from the west thus faces one natural obstacle after the other. As one proceeds toward the east, those obstacles become more and more formidable. The Dniestr, the Bug, the Neman, and the Dvina conform reasonably well to the usual concept of natural obstacles in the form of watercourses, although they are the very rivers that are peculiarly treacherous. The watersheds of the Dnepr, the Don, and the Volga constitute barriers of extreme difficulty. Moreover, the tributary streams of those watersheds combine with the main rivers to form what amounts to a perfect defense system. A look at the tributaries of the Dniestr on a 1:300,000 map, for example, shows that no military architect could have laid them out to any better advantage. In central and western Europe and on the Balkan Peninsula, not many swamplands have been left in their primitive state. Western Russia, however, still abounds in them. At one place or another, a high embankment may carry one of the strategic railroads through these swamps (in most instances in an unerringly straight line over every obstacle). Some stretches are crossed by a hard-surfaced road, but aside from these few man-made structures the picture remains as nature first painted it. Since the swamplands are part of the river systems, they form a double obstacle. Natural obstacles like the Prip-yat area, which blocks the approaches to central European Russia, and swamp and water barriers like those formed by the Volkhov or the lower course of the Volga are not to be found in central and western Europe. Then there are the Eussian forests, most of which merge with the swamplands. Northern European Russia is a woodland interspersed with swamps; the central part of European Russia abounds in forests; the southern part of European Russia is practically devoid of woods. As a matter of fact, European Russia is the only region of the Continent that has arid steppes and sand flats of typical desert character. Northern European Russia proper, that is to say the swampy woodland north and northeast of the Valdai Hills, is not suitable for mobile warfare, particularly not for large armored formations. The crucial blows of an offensive, therefore, have to fall in central and southern European Russia. In central European Russia lies the Smolensk-Moscow Ridge, a low glacial moraine whose western extension is known to the Germans as the Orsha Corridor (Landbruecke von Orscha). This is the watershed between the Black and Caspian Seas in the south, and the Baltic and White Seas in the north. Here are the sources of the Dnepr, the Dvina, the Lovat, and the Volga. Access to this ridge is of paramount importance for any conduct of military operations in the western part of European Russia. But the western approaches to the Orsha Corridor are protected by a wide belt of swamps and forests which extends from the Pripyat Marshes past Velikiye Luki and up to Leningrad. After breaking through this belt, an attacker still faces the watersheds of the Don and the Volga. Even if he has reached the Volga, an enemy coming from the west will find himself only in the outer ramparts of the Soviet domain; before him lie the Ural Mountains, and beyond them, Siberia. (trad. sotto)
http://www.allworldwars.com/Terrain-Factors-in-the-Russian-Campaign.html 
 

La vetta più elevata  della Bielorussia è rappresentata dal Monte Dzierzhinsky che raggiunge i 345 metri slm. Minsk, capitale, è a 234 m slm.  Tra Minsk e Varsavia ci sono 500 Km e  tra Minsk e  Smolensk 300.  Tra Smolensk e Mosca ci sono 360 km. Varsavia dista da Stalingrado (Volgograd) in linea retta 1700 km. L'attacco a Mosca si è pertanto sviluppato su una distanza di oltre 1.000 km !!! in 3 mesi e mezzo.

Russia europea: una fortezza naturale

Nessun altro paese europeo può vantare le dimensioni e il numero di ostacoli naturali che proteggono anche se localmente il territorio sovietico. Ogni attacco da ovest deve superare questi ostacoli molto e, allo stesso tempo, superare la resistenza militare dei sovietici. In tutto questo sistema un solo grande fiume, il Pripyat, scorre da ovest verso est (ma anche la Dvina che sfocia a Riga) mentre gli altri vanno da nord a sud o viceversa. Ma proprio quel fiume e i suoi affluenti formano un labirinto di acquitrini che costituisce un ostacolo piuttosto che una porta per l'interno dell'URSS. Chi malintenzionato si avvicina da ovest se li trova davanti uno dopo l'altro. E più si va avanti e più gli ostacoli aumentano e diventano grandi. Il Dniestr, il Bug, il Njemen, e la Dvina sono fiumi e i bacini del Dnepr, del Don e del Volga costituiscono con i loro affluenti (ragnatela di affluenti) un ulteriore ostacolo. Uno sguardo agli affluenti del Dniestr su una mappa 1:300,000, per esempio, dimostra che nessun architetto militare avrebbe fatto di meglio. Se al di fuori della Russia le paludi sono state bonificate qui sono state lasciate allo stato primitivo. Solo il passaggio di una ferrovia a volte modifica il paesaggio col suo terrapieno dritto per diversi chilometri. Alcuni tratti sono attraversati da una strada asfaltata, ma a parte queste poche strutture artificiali il quadro rimane come natura lo ha fatto (le strade naturali diventavano acquitrini con la Rasputiza, il micidiale fango russo stagionale (autunno e disgelo)). Poi ci sono le foreste russe, molte delle quali si fondono con le paludi (dove regnerà la guerra partigiana). Come ci sono foreste al nord così ci sono steppe aride al sud in Russia. La parte meridionale della Russia europea è praticamente priva di boschi. Montagne (rilievi): I Valdai (cima maggiore m.347), non sono adatti ad una guerra mobile, in particolare non per le grandi formazioni corazzate. Una offensiva, di conseguenza, deve cadere nel centro e nel sud della Russia europea. Nella Russia centrale (europea) si trova la cresta Smolensk-Mosca (parte del rialto centrale russo anche qui cime modeste), residuo di una morena glaciale la cui estensione occidentale è nota ai tedeschi come il Corridoio di Orsha (Landbruecke von Orscha). Questo è lo spartiacque tra il Mar Nero e il Mar Caspio a sud, e il Mar Baltico e Bianco a nord. Qui ci sono le sorgenti del Dniepr, Dvina, Lovat e Volga (qui pochi metri di dislivello segnano il destino di un fiume che si alimenta non per le altezze dei monti ma per la alta piovosità e le precipitazioni nevose invernali e se i fiumi sembrano toccarsi molto spesso è una linea costituita da canali navigabili di collegamento). L'accesso a questo crinale è di fondamentale importanza per qualsiasi condotta delle operazioni militari nella parte occidentale della Russia europea. Ma l'approccio occidentale al Corridoio Orsha è protetto da una larga fascia di paludi e foreste che si estende dalle paludi di Pripyat fino a Leningrado. ....

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