Nel 1820 tutta la famiglia emigra ad
Odessa (Russia) dove apprende i
primi rudimenti del disegno. Ancora giovane abbina allo studio il lavoro
presso uno scenografo. All'età di 18 anni vende le sue prime opere come
vedutista. Dipinge anche vetrini per una macchina ottica detta Cosmorama.
Rientra
dalla Russia per ritornarvi dopo qualche anno sempre con la fama di
vedutista e con incarichi alla corte di Pietroburgo. Nel 1845 rientra a
Milano e lavora prevalentemente in Piemonte e nel resto d'Europa. Nel 1853
quando gli austriaci chiesero l'allontanamento da Milano degli inquieti ticinesi,
Carlo si trasferì in Piemonte dove iniziò a
narrarne le vicende storiche a partire dalla Guerra di Crimea. Viaggiò
poi per tutta Europa, fu in Marocco, dimorò, dipingendo moltissimo, alla
corte della Regina Vittoria (1856) e per l'imperatrice Eugenia, moglie di
Napoleone III, eseguì tempere con vedute di Spagna..
I suoi
dipinti ebbero in breve largo successo a Londra, dove già aveva
pubblicato con gli editori Day & Son. Le case editrici londinesi
gli diedero anche l'incarico di illustrare la campagna di guerra del 1859
(The war in Italy-40 litografie) e i Savoia quella del 1860 nell'Italia Centrale (150 fra litografie e
tempere). Questo cospicuo numero di dipinti fu eseguito molto
probabilmente sul posto, poiché il Bossoli seguì giorno per giorno il
Principe e il Re fino a Napoli. Per il suo lavoro meticoloso e preciso ricevette anche da
Eugenio di Savoia la patente di pittore storico ufficiale. Il suo lavoro
continua fino alla morte avvenuta nel 1884. Le sue vedute e le sue stampe
sono sparse nei musei e nelle case private di tutta Europa. Della sua
produzione Russa si hanno pochi riscontri, per le poche opere pervenute al
mercato dell'arte. Le sue tempere (paesaggi, vedute urbane, cronache
militari) si caratterizzano sia per una ricerca minuta del vero, sia per
gli effetti cromatici, scenici, atmosferici, il tutto trattato con abilità
e particolare dovizia. Alcune volte ci offre autentici capolavori come Via
Dora Grossa nel giorno del Corpus Domini (1847); poco si accorse di quello
che lo circondava nel campo artistico europeo, l'impressionismo non lo
toccò minimamente. Semmai un influsso l'ebbe dagli acquarellisti inglesi.
Ad ogni modo resta, nel panorama artistico dell'Ottocento, un artista
isolato, poco incline ad una maturazione stilistica; ma comunque, come
nota il Bernardi, ebbe la "funzione di un reporter di altissima
classe, di un diligente cronista come un lirico
interprete"
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