DINO BATTAGLIA 

Venezia 1923-Milano 1983

Dino Battaglia nasce a Venezia il 1º agosto 1923. Pubblica i primi disegni nell’immediato dopoguerra, ispirandosi ai lavori di un altro disegnatore Piero Bernardini, per una editrice di Firenze che stampava materiale per l’infanzia. A Venezia poi assieme ad Hugo Pratt e Alberto Ongaro, lavora per la rivista “Asso di Picche” realizzando alcune tavole di "Junglemen". Alla fine degli anni quaranta lavora attivamente anche con editori argentini e inglesi. Junglemen sarà continuato poi, in Argentina, da Hugo Pratt. Asso di Picche cessa le pubblicazioni dopo pochi numeri nel dicembre 1948 ma il gruppo veneziano ha accettato un’offerta, dal Sudamerica, dall’editore italiano Cesare Civita. Battaglia la rifiuta, inventandosi una finta chiamata sotto le armi, in realtà stava per sposarsi e non lo voleva dire agli altri. Continuerà a tenere i contatti col gruppo tramite Alberto Ongaro che gli manda le sceneggiature di Capitan Caribe. Nel 1950 sposa Laura De Vescovi, che sarà preziosa collaboratrice, e gli scriverà diverse sceneggiature e colorerà numerose tavole. In Italia, per la Mondadori, realizza le tavole di “Pecos Bill” sui testi di Guido Martina e a metà anni 50 disegna anche per il “Vittorioso”. Alterna intanto i fumetti con l’illustrazione per La Scuola di Brescia e si trasferisce a Milano. Qui Collabora saltuariamente con Gianluigi Bonelli (il "papà" di Tex crea la serie El Kid) e su testi di Leone Cimpellin, lavora alla collana Oklahoma. Da questi passa all’Intrepido con la serie Marc Fury, quindi con Studio D’Ami che piazza molti suoi lavori alla stampa inglese, comprese le tavole didattiche Guarda e impara che appaiono nel supplemento domenicale del Daily Express e il racconto The Devilish Compulsion pubblicato nel 1953 dal giornale Top Spot. 
Negli anni ’60, inizia la sua attività al "Corriere dei Piccoli" e “Corriere dei Ragazzi”, realizzando riduzioni di romanzi cavallereschi, di fiabe e di altri racconti (spesso sceneggiati da Mino Milani), senza legarsi ad un personaggio fisso. Realizza a fumetti le favole di Aladino e Peter Pan e, dalla letteratura per ragazzi, L’Isola del tesoro. Con il Corriere dei Piccoli e con il Corriere dei Ragazzi realizza diverse riduzioni di favole a fumetti e storie di guerra (molte di queste ultime sono poi raccolte nel volume della Fabbri Uomini in guerra), Per il Vittorioso realizza diverse storie in costume, Bersaglieri di Crimea di Renata Gelardini, Il corsaro del mediterraneo di Danilo Forina, La piuma bianca, Il tesoro dei Polignac. Nel 1972 su testi di Triberti pubblica, nel supplemento al Corriere dei Ragazzi, Re Cervo, L’uccello di fuoco, L’acciarino, L’usignolo dell’imperatore. Con il passare degli anni egli si rivelò un vero e proprio artista dato in prestito al mondo dei fumetti. Il suo innato senso compositivo, la sua visione della tavola come opera organica e non frammentata, il suo segno del tutto particolare, sgranato, indefinito e indefinibile, visionario e misterioso ad un tempo, andarono così a precisarsi nel momento della sua piena maturazione artistica, di cui la riduzione del "Moby Dick" di Melville (1967 per il “Sgt.Kirk” editore Ivaldi) è uno dei primi esempi. Proprio in quegli anni nasce la prima rivista colta a fumetti, "Linus", sulle cui pagine Battaglia trova lo spazio per dare corpo alle sue fantasie grafiche, tramite le quali si confronta con i testi di Hoffmann, Poe, Lovecraft, Stevenson, Crane ed altri, che poi saranno riuniti nel volume intitolato "Totentanz". Con uno stile insolito ha disegnato un fatto di cronaca medioevale, La malizia del diavolo, e dalla chiesetta trentina di Pinzolo, in Val Rendena; trae ispirazione per il fumetto dalle figure dipinte sulla facciata esterna della chiesa rappresentanti la danza della morte, (Totentanz) della Milano Libri che le raccoglierà. Sono disegni goticheggianti che lo faranno qualificare come “Maestro delle tenebre”. Particolarmente alto risulta il suo segno nelle tavole del volume “ Battaglia racconta Maupassant “.Per Linus realizza La Nube purpurea di M.P. Shiel, La prova del fuoco di Stephen Crane e tutta una serie di racconti tratti da Edgar Allan Poe, di cui ambienta a Venezia il racconto Non scommettete la testa col diavolo e rititolato La scommessa. Ricava da testi di altri autori come E.T.A. Hoffmann Olimpia, Il Golem di J.L. Borges, Lo strano caso del dott. Jekyll e del sig. Hyde di R.L. Stevenson, Woyzek di Buchner. Per Libri Edizioni Milano. Battaglia si confronta anche con l’argomento religioso (con la trasposizione dei Fioretti di San Francesco e la Vita di San Antonio da Padova) per Gino Sansoni, e umoristico e grottesco ("Till Eulenspiegel", "Gargantua" e "Pantagruel") per il “Messaggero dei Ragazzi” e il “Giornalino”. Sempre sul Messagero dei Ragazzi tra il 1974 e il 1980 realizza nove fumetti tratti da racconti classici, della Bibbia e su testi suoi: Un patrono per Venezia (di Piero Zanotto, 1974), La leggenda di S. Giorgio (1976), Il giocoliere della Madonna (Laura Battaglia, 1976), Caino (1978), I candelabri del vescovo (Victor Hugo, 1978), Il cuore nello scrigno (1978), Quando fioriranno le rose (1978), L’innominato (Alessandro Manzoni, 1978) e La storia di Ruth (1980). Nell’80 realizza per l’Isola Trovata il prologo del volume Casanova, Un vecchio bibliotecario, in cui narra la fine della vita del dissoluto veneziano. Verso la fine degli anni ’70 data una nuova collaborazione con la casa editrice di Bonelli, per cui realizza "L’Uomo della Legione" e "L’Uomo del New England" e crea il suo primo vero e proprio personaggio, "L’Ispettore Coke", il cui terzo episodio che ha potuto far vivere solo in due episodi, resterà incompiuto. Dino Battaglia, veneziano di nascita, muore a Milano nel 1983.
A Battaglia sono stati dedicati molti testi critici, introduttivi di pubblicazioni o saggi autonomi. Quattro tesi di laurea hanno avuto come argomento il suo lavoro. Nel 1997 gli è stata dedicata a Milano una antologica a Palazzo Bagatti Valsecchi con la supervisione della moglie.
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DA UNA PAGINA DEL CORRIERE DEI PICCOLI PER 

"ITALIA 61"

 

 

REGNO DI SARDEGNA >>>>>

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DUCATO DI PARMA

DUCATO DI MODENA

REGNO DUE SICILIE

GRANDUCATO DI TOSCANA

«Ero legato a Dino Battaglia da un'autentica, profonda amicizia più che da motivi di lavoro... era il 1955, la Casa editrice, in cui il mio ruolo era all'epoca più o meno quello di fattorino, gli aveva commissionato "El Kid", una breve collana dedicata a un giustiziere del West  concorrente casalingo di Tex. In quel momento Battaglia, ancora all'inizio della carriera, non aveva scelto unà sua strada definitiva e si stava mettendo alla prova con le più disparate espressioni grafiche: illustrazioni di libri, bozzetti pubblicitari, fumetti... Tutti pensavamo che con il passare del tempo avrebbe potuto trasformarsi in uno di quei "regolari" macinatori di immagini di cui una Casa editrice di prodotti seriali aveva bisogno, allora come oggi. ...Molto tempo dopo, i nostri frequenti incontri (le cene cucinate da sua moglie Laura, le gite a Venezia, le serate passate al cinema) ci riportarono a formulare progetti comuni che si materializzarono in L'uomo della legione, L'uomo del New England e nelle bellissime tavole dell'Ispettore Coke. In queste occasioni Battaglia mi dimostrava la sua totale complicità inserendo nelle sue storie gli elementi avventurosi che sapeva vicini al mio immaginario. Così vedevo nascere sotto i miei occhi sequenze che mi riempivano di emozione: ecco il legionario che avanza caùtamente fra le dune, ecco la canoa indiana che scivola leggera sul fiume, ecco i docks di Londra immersi in una nebbia dove tutto si dissolve nella poesia dell'indefinibile... E fra una storia e l'altra Battaglia intagliava nel legno i suoi meravigliosi soldatini, lasciandomi capire - ma senza mai dirmelo esplicitamente e confermando quel pudore che da sempre aveva caratterizzato la nostra amicizia, che molti di essi (lo zulu, il pellerossa, il marine) sarebbero poi finiti nella mia collezione. Per quanto mi riguarda, le motivazioni personali appena accennate sarebbero state già sufficienti perché io pensassi di far allestire questa mostra ma, in verità, esistono ben altre e più valide ragioni oggettive legate all'altissimo valore artistico di questo autore. Battaglia non ha avuto una vita facile nel mondo dei fumetti. Ha dovuto mediare la sua attività con esigenze editoriali che forse gli erano estranee, è sceso a compromessi con le sue ambizioni, ha dovuto piegarsi a richieste spesso poco gradite. Tutto quello che ha fatto, in ogni caso, è stato grande.  Ebbene, oggi, 14 anni dopo la sua scomparsa, ho voluto riunire  i vari elementi del "mosaico" Battaglia: opere diverse create per lettori diversi, per far vedere finalmente nella sua globalità il lavoro di un artista che sapeva muoversi con la stessa abilità e con la stessa eleganza, sia quando rivisitava i racconti gotici di Poe e le vite dei santi sia quando ricreava gli universi realistici dell'avventura esotica e quelli fantastici della fiaba. Considerarlo un maestro, oltre che un amico, è sempre stato per me il modo migliore per ricordarlo. » Sergio Bonelli 

Bersaglieri in Crimea

 

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