Questo spazio di riflessione è possibile grazie ai contributi inviatici da "The Palestinian Centre for Rapprochement between People" (PRC). 

PCR è un centro di servizio a servizio della comunità palestinese per favorire le politiche di occupazione, mettendo a disposizione le risorse fisiche ed umane, per attivare i giovani in comunità di servizi e sviluppo.

Il PCR ha una lunga tradizione di impegno sincero a favore della pace. L’attività di dialogo ha puntato principalmente a sviluppare la capacità di comprensione reciproca, ad attivare i partecipanti per lavorare a favore della pace e della giustizia, ad educare e formare per ristabilire la pace e la riconciliazione, a lavorare per incrementare il  ruolo pubblico nel processo di costruzione di una pace duratura nella regione.

Attivare e condurre la gente ad una resistenza non-violenta contro l'occupazione e per i diritti umani e nazionali è un impegno di vecchia data per il PCR. Il sostegno per la pace e la giustizia, sia localmente che internazionalmente è parte integrante della visione del PCR. Lottare fermamente per i diritti palestinesi, creare consenso ed appoggio per la causa Palestinese. Istruire circa la Palestina ed i Palestinesi continueranno ad essere tra i principali interessi del PCR. Fornire alle giovani generazioni in Palestina l’esperienza, la formazione e le abilità opportune è necessario per renderli in grado di difendere i diritti palestinesi, di lavorare per la pace e la giustizia e per contribuire allo sviluppo della comunità palestinese.

The Palestinian Centre for Rapprochement between People
64 Star Street, P.O.Box 24
Beit Sahour - Palestine
www.rapprochement.org

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This article written by Gideon Levy as a letter to Shimon Perez is a valuable peice. I do recomend for you to read through this Testemony from an open minded Israeli journalist. If you have received it from other sources please accept my apology.

Ghassan Andoni

Twilight Zone:  Tell the Truth, Shimon

by Gideon Levy


Versione originale


Haaretz
January 24, 2002

Nei 24 anni delle nostre conoscenze, 4 dei quali dedicati a lavorare come il tuo assistente, è la terza volta che ti scrivo una lettera aperta. nel 1989, quando eri ministro dell'Economia nel governo di Shamir e stava scoppiando la prima Intifada, io utilizzai queste pagine per scrivere "Una lettera al precedente leader". Allora, ti dissi che "per la prima volta nella tua vita non hai lasciato nulla, tranne la prospettiva di vanificare il tutto in una poco convincente atmosfera. Questo dopo che tu sia stato in silenzio di fronte alla conduzione dell'Intifada da parte dell'IDF (polizia israeliana), di fronte al perseverare delle occupazioni ed al rifiuto caparbio degli israeliani che non riconoscevano l'OLP quale rappresentante dei palestinesi. In quel tempo credevo che tu pensassi diversamente da Shamir e Rabin (conosciuto come lo spaccaossa ), ma che tu non eri abbastanza audace da parlare francamente.

Undici anni dopo, nel 2000, ti ho scritto un'altra lettera aperta. Lo feci dopo Oslo e l'assassinio di Rabin, e dopo che tu avessi perso nuovamente le elezioni. Affermai: "Adesso, molti israeliani ti guardano in modo differente; per loro, tu rappresenti la speranza verso qualcos'altro". Ed ora, ti scrivo nuovamente per dirti: "Tu non rappresenti più la speranza. Il governo di cui sei membro decano e ministro degli Esteri, non è più l'ultimo ricorso degli ultimi governi della nostra storia; è un governo di crimini; e l'alleanza in questi crimini è un'altra cosa. Non è più possibile assolverti, darti credito per Oslo, comprendere che il tuo cuore è ferito per quanto sta accadendo, e sapere che tu potresti bruciare con rabbia per quanto accaduto, astenendoti dal commentare, zittendo, ed ancor più agendo, soltanto per considerazioni tattiche, che tu capiresti meglio di chiunque altro.

No, il tuo silenzio, la tua inerzia non possono più essere giustificati da scuse: Shimon, tu sei un alleato del crimine. Per il fatto che tu potresti realizzare questo nel tuo cuore e, nel tempo, rilasciare anche deboli affermazioni di condanna, per il fatto che non sei il primo ministro e che l’America ti sta lasciando carta bianca; per il fatto che la maggior parte della gente la pensa diversamente e per tranquillizzare e "rincorrere un giornalista di Ha'aretz(?)".Tutte queste scuse non fanno differenza; tu continui a servire un governo con sangue sulle mani, indaffarato ad uccidere ed umiliare; e tu sei un partner di tutto questo. Come il ministro degli esteri talebano fa parte del regime talebano, tu sei alleato del regime di Sharon. La tua responsabilità non si discosta notevolmente da quella del primo ministro. E' uguale a quella del ministro della difesa, che tu critichi rigidamente in discussioni private; ma sempre e soltanto in incontri privati. Tu dici che ti interessasti dell'assassinio di Raed Karmi, dopo tre settimane di pace palestinese. Secondo te, questo basta per esentare la tua responsabilità. Mentre la IDF stava rioccupando Tul Karm, tu eri con Bill Clinton. Quando ti pose delle domande, tu bisbigliasti qualcosa di incoerente. Seguendo la demolizione di Rafah, tu ti mordesti le labbra e facesti silenzio. Si poteva desumere che il soffiare alla radio, non proveniva dalla tazza di tè. Ma tu pativi la responsabilità tremenda di tutto questo, di tutte queste azioni che non possono essere definite altro che crimini di guerra. Chiedi al prof. Rafi Walden, primario di chirurgia allo Sheba Medical Center, che, a volte, viaggia con i medici per i diritti umani, e ti dirà di cosa sei alleato. Ti parlerà delle donne a lavoro- non una o due, non una rara eccezione- che non possono entrare in ospedale per la crudeltà della IDF, dei bambini che muoiono giusto dopo essere stati consegnati; dei malati di cancro impediti dal recarsi al Giordano per le cure. No, non possono andare al Giordano per motivi di sicurezza.

Egli ti parlerà degli ospedali bombardati dall'IDF; di medici ed infermieri che dormono in ospedale perché non possono tornare a casa; dei dializzati spinti a trascorrere ore in un viaggio in strade di fortuna per 3 volte alla settimana, nel disperato tentativo di raggiungere i macchinari a cui sono legate le loro vite; pazienti a cui sono state negate cure mediche per chiusura o perché le ambulanze erano impedite ad attraversare i checkpoints, anche nel trasporto di ammalati gravi; ti parlerà della gente morta ai checkpoints, e di coloro che son morti nelle proprie abitazioni perché non osavano attraversare i checkpoints, ora costruiti da minacciosi blocchi al centro della strada, o da cumuli di sporcizia e cemento che non possono essere spostati, anche per qualcuno che è già sul letto di morte.

Tu hai imprigionato un intero popolo per oltre un anno con un livello di crudeltà senza precedenti nella storia dell'occupazione israeliana. Il tuo governo sta calpestando 3 milioni di individui, lasciando loro le sembianze di una vita.

Un’intera nazione ha parzialmente disteso le braccia verso la pace – tu sai perfettamente questo. Essa ha sempre sofferto: dalla Nakba del ’48, attraverso l’occupazione del ’67 e l’assedio del 2002; ed essa vuole esattamente le stesse cose che gli israeliani richiedono: un minimo di tranquillità, sicurezza ed una goccia di orgoglio nazionale. L’intero popolo, oggi, si alza ogni mattina con un ampio abisso di disperazione, disoccupazione e deprivazione, ed anche coi carri armati parcheggiati sulle strade.

Voi avete sempre perdonato tutto questo, ma ora non più. Qualche alleato del governo che deliberatamente boicotta ogni sforzo palestinese di richiedere tranquillità, che umilia completamente i propri capi, per i quali la vendetta è l’unico movente, che cinicamente ha fatto esplodere la cecità e l’ottusità del dopo 11 settembre; tutto questo non può più essere perdonato. È vero, tu non sei d’accordo con tutto quello che vuole fare questo governo, ma cosa succede? Tu sei dentro, tu sei un accessorio, come in altri crimini. A volte ti vedo rispondere alle domande dei giornalisti sulle ultime spregevoli iniziative di governo. Nel guardare la tua faccia (ed io ho familiarizzato molto con le tue espressioni dopo tutti questi anni), mi sovviene inquietudine, talvolta disgusto. Quando tu dai una delle tue evasive, allusive e non dirette risposte. Tu bisbigli qualcosa e provi a districarti nel significato di qualche intelligente gioco di parole. Come quanto è successo quando eri con Clinton e ti fu chiesto sull’occupazione di Tul Karm, e tu non dicesti nulla, niente, e stavi giusto attendendo di andare avanti nelle domande, per essere lasciato solo, così saresti tornato a discutere di pace. Quando ti chiesero degli assassini, distruzioni ed umiliazioni di Arafat, e degli scandalosi sconfinamenti, della distruzione dell’aeroporto di  Dahaniya, o il festival delle munizioni è evidente in Eilat, tu corrughi la fronte e dai una mezza risposta. Ma questo non è abbastanza.

Ora è il momento di un’autentica, onesta e giusta risposta - o niente. Adesso è il momento di dire che l’occupazione di Tul Karm è stato uno stupido movimento, l’assassinio di Raed Karmi doveva rinnovare la violenza e la distruzione di casa Rafah è un crimine di guerra – o di essere Ariel Sharon. Questo non è un momento di minuziosità, profondi significati, criticismo velato in privato, perché qui fuori un terribile disastro si nasconde, un vento malato sta soffiando e lasciando rifiuti su ogni cosa.

Posso farti un esempio? Alcuni giorni fa avevi citato che era duro per te criticare le azioni del governo statunitense quando gli USA non facevano ciò. Che tipo di patetica scusa è questa? E sugli Usa che non hanno contrapposizione nel mondo, fanno ciò che vogliono e lasciano fare ad Israele quello che vuole.

Probabilmente tu potresti prenderti un giorno di vacanza, cosa che raramente fai, per visitare i territori occupati. Hai mai visto il checkpoint di Qalandiyah, almeno una volta? hai mai visto cosa succede lì? Pensi che tu possa fare correttamente il tuo lavoro senza aver visto il checkpoint di Qalandiyah? Sei consapevole di essere responsabile di quanto avviene in quei luoghi? Sai che qualsiasi ministro degli esteri che innalza questi checkpoints, ha responsabilità per l’intera esistenza?

Oppure potresti andare al villaggio di Yamoun e incontrare ed incontrare Heira Abu Hassan e Amiya Zakin, che hanno perso i propri bambini tre settimane fa quando i soldati dell’IDF non lasciarono passare le auto al checkpoint mentre andavano a lavoro. Ascolta le loro terribili storie. E cosa dirai loro, che ti dispiace? Che questo non doveva accadere?

Questa è la guerra? Questo è shock? Questa è, forse, la colpa di Shaul Mofaz, e non la tua? Il portavoce della IDF non si è mai rammaricata per questi 2 avvenimenti, senza avviare investigazioni. Egli ha solamente confermato la veridicità di un avvenimento,  affermando di non sapere nulla sull’altro.

Ed ancora, cosa dirai dei nostri soldati che si comportano in questo modo? Lo fanno per la sicurezza nazionale? Di questo i Palestinesi si vergognano? O Arafat? La verità, Shimon, è che su di te pende la responsabilità per la morte di quei 2 bambini. Perché sei in silenzio; perché siedi in quel governo.

Questi sono tempi terribili. Ma il peggio deve ancora venire. Il ciclo di odio e violenza è lontano dal raggiungere il suo picco. Tutte le ingiustizie ed il male perpetrato contro i Palestinesi, scoppierà nelle nostre facce. Una popolazione su cui si è abusato per anni, un giorno esploderà in una tremenda furia, notevolmente peggiore rispetto a quanto fa oggi. Nel frattempo i soldati vanno nelle stazioni radio, innescando esplosivi e spazzando luoghi, senza fermarsi per chiedersi il motivo.

Questi eserciti sono i portatori di cattive notizie, non solo per le loro vittime, ma anche per i loro mittenti. Distruggono dozzine di case appartenenti ai rifugiati, con tutti gli arredi interni, senza esitare un momento, e certamente senza rifiutare di portare ordini illegali, non sono eserciti diligenti, anche per il proprio stato. Piloti che sganciano missili nel cuore delle popolose città, soldati che puntano i loro fucili a donne che provano a raggiungere il vicino ospedale per partorire, nel cuore della notte; poliziotti che abusano di donne. Tutto questo attesta l’allentamento di restrizioni che deriva dalla perdita totale di riferimenti.

Sì, quest’anno abbiamo perso la nostra via. Tu hai unito le forze al primo ministro che è il primo guerrafondaio, e nessuno può dire quali sono le tue intenzioni. E con una lavata di cervello pubblica che ti fa parlare con timorosa uniformità, tu hai tutto con facilità. Da quando un membro della tua fazione, Ehud Barak, infranse il campo di pace, tu sei stato in grado di realizzare quanto a te comodo. La IDF non investiga più crimini di guerra e il sistema legislativo approva qualsivoglia ingiustizia che viene avvolta nel mantello della sicurezza. L’intero mondo è indaffarato nel combattere il terrorismo, la stampa nasconde la sua faccia e l’opinione pubblica non vuole sentire, non vuole vedere, conoscere. E sotto la copertura di questo buoi, col sostegno di una persona della tua statura, l’occupazione è diventata crimine e cattiveria.


Naturalmente, tu dici: cosa posso fare? Io non sono stato eletto primo ministro. Ed io non sono stato eletto presidente del partito laburista. Io non sono ancora ministro della difesa. Tu hai ragione: in questo governo non puoi fare niente e non stai facendo nulla. Tu dirai: io ho influenza, io trattengo, io sto moderando le force, io ci sto provando. Falso. Ci potrebbe essere una situazione peggiore di adesso, ma, dove, esattamente, hai esercitato la tua influenza, e cosa hai prevenuto che accadesse? Immagini che potresti presiedere un governo che rioccuperebbe l’Area A in assenza di opposizione?

Pensa soltanto che dopo tutto quello che è successo, avresti potuto destarti e rassegnare le dimissioni, esplicitando al mondo (forse) i tuoi sentimenti. Il premio Nobel incoronato contro i crimini del governo di Sharon; immagina se tu fossi andato a Ramallah, a Yasser Arafat che lì è sotto assedio, portandolo sulla strada insieme, incontrando i carri israeliani e richiamandoli per la rimozione e per un “cessate il fuoco”. Certo, il cielo non sarebbe crollato, l’occupazione non si sarebbe conclusa e la chiusura di Jenin non sarebbe stata plagiata, ma una profonda fessura sarebbe stata creata nelle basi etiche, politiche ed internazionali di questo immune governo. Immagina se tu avessi detto: “Sì, la demolizione delle case è un crimine di guerra. Sì, uno stato che ha liste di proscrizione, non è uno stato in cui vige la legalità. Sì, uno stato che innalza checkpoints che causano morti, è un atto di terrore. No, i Palestinesi non sono gli unici che si vergognano per questa orgia di sangue. Noi abbiamo un leader che mina la democrazia. Noi abbiamo il ministro della difesa e capo del partito laburista che si mobilita per gli assassini e la demolizione di costruzioni. Sì, noi abbiamo un primo ministro che vuole solo occupare, uccidere, espellere, demolire, sradicare, senza altri piani in mente.

È questo ciò che pensi, non è vero? Se è questo, allora, dillo, per l’interesse di Dio. Se ciò non è, sei alleato del governo e noi, che una volta credevamo in te, abbiamo commesso un grave errore. E, per favore, non dire che stai ancora lottando. Sin da Oslo, tu eri l’impersonificazione delle nostre speranze. Ma queste sono state disattese.
Il tempo passa, Shimon; non solo per te, ma per tutti. Noi siamo sull’orlo di un abisso. Se aspetti fino a che vengano Benjamin Ben-Eliezer, Ephraim Sneh, Ra'anan Cohen, Dalia Itzik, ed altre spie, con il solo scopo di essere rieletti, tu potresti essere allontanato in oblio da loro. Tu sai che qualche tempo fa, essi hanno provato a sbarazzarsi di te. Ed anche se tu ti mobiliti adesso, potrebbe essere tardi. Molti sono stati disattesi da te e potrebbe non esserci la possibilità di ricostruire la rovina recata da Sharon.

Ma la possibilità, per te, di aggiungere notevole significato alla tua ricca biografia, non può essere rappresentata dal fatto che rassegni le dimissioni dal governo, dato che potresti anche essere obbligato a far questo; ma fare questo, mentre esponi le tue idee in modo chiaro e acuto, dicendo agli israeliani tutto quello che pensi su quanto sta accadendo, specie sulla cattiveria che stiamo perpetrando con le nostre mani. Ancora una volta nella tua vita, prova a costruire qualcosa di nuovo, non un reattore nucleare o una fabbrica aeromobilistica, di cui ce n’è abbastanza. Adesso, contro tutte le stranezze, prova ad impostare un radicale campo di pace israeliano, per fare qualcosa diverso dal niente.

È così incredibile pensare che la tua visione delle cose sia così differente da quella dei tuoi colleghi?

Dicci la verità, Shimon.

(traduzione di Leonardo Lorusso)

 


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questi articoli sono in versione originale (inglese) per mancanza di tempo non sono stati tradotti, li proponiamo ugualmente sperando che qualcuno voglia aiutarci nelle traduzioni.

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