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Via del Sale in Transalp

29/31 giugno 2002

galleria forografica

Innanzitutto i ringraziamenti doverosi agli attori:

  • Marcello che nei giorni precedenti ho stressato con una marea di telefonate ;)
  • Marco per aver fatto da guida nei punti impegnativi, per aver chiuso il gruppo ed aver organizzato il bivacco.
    Anche noi siamo un po' lupetti dopo qs giorni ;)
  • Luca per la sua XL 350 che "saltava" più dei nostri TA, in tutti i sensi, e per avere fatto su il fuoco.
  • Fabio per la sua calma e serenità, anche sul ciglio di un burrone.
  • Stuart, che non è riuscito ad usare l'impianto elettrico se non con un compressore di un ATV con polarità invertite.
  • Due tedeschi su KTM che ci hanno aiutato in un momento "sgommato".
  • Le alpi marittime per i loro paesaggi da favola.
  • I bar francesi per le patatine che non danno con l'aperitivo

  • Il bar della piazza di Pieve di teco e le sue cameriere molto gentili e pazienti con un gruppo di barbari.
  • Gli sterrati perché sono il posto migliore per una TA.

itinera

Cronaca.

Dopo qualche stress dovuto dal maltempo incombente e qualche ritardo si parte tutti da Albenga.
Tra vari benzinamenti e sostine e siamo a Pieve di Teco.
Rifornimento di cibarie, acque, salamini e Galbanini, saluti con un gruppo di enduristi cattivi ma simpatici che ci guardavano male con le nostre moto stracariche di bagagli  e via verso i monti.
Curve e curvette su asfalto e saggio i tasselli che da anni non montavo su una moto; Mendatica, Monesi, foto di inizio sterrato e via a bbomba in mezzo ai boschi, tra salti, polvere, ghiaietta e bei panorami.
Sostiamo per il pranzo ed il gruppo inizia a farsi più affiatato. Prime impressioni, un goccio di acqua un panetto col prosciutto e via verso le quote più elevate, il confine con la Francia, qualche foto e si sale ancora.

Panorama mozzafiato, rocce bianco grigie tra nubi e sprazzi di sole, qualche decina di metri più sopra di noi la neve. Si vede un falco ed intanto il terreno si fa un po' più impegnativo, ghiaione medio grosso che inizia a far affondare le gomme.

Passaggio sottoroccia e si apre davanti a noi un vallone tanto bello ed incantevole che sembra uscito da un sogno... e ci siamo arrivati in TA. Un cartello di divieto d'accesso ci inibisce... ma lo spirito di continuare ci va andare oltre. Inizia la pietraia, il punto più duro, difficile, sicuramente non meno di 20 km da percorrere a non meno di 1900 m con strade strapiombanti ed insidiose. Rocce bianche che trafiggono il terreno ed illuminano l'atmosfera con un alone irreale.
Nel vallone l'atmosfera adesso è un po' plumbea a causa delle nubi, ma il gruppo è compatto ed il branco si sta affiatando.
Si avanza, manetta aperta per superare gli ostacoli, gradini di roccia, pozze di fango.
Ogni tanto qualche secondo di respiro su tratti in terra, ma il bello ci attende.
Si sale ancora e tornanti insidiosi ci attendono.


Un gruppo misto di entrofuoristradisti si sosta con noi vicino ad una malga.
Si riparte.
Ancora più in alto.
Ai lati della strada una lingua di neve.
Una scivolata in partenza di Stui, forse troppo gas ed un po' di stanchezza, ma si riparte comunque.
Ai lati adesso il precipizio è veramente incombente, il terreno sempre più ricco di insidie: qui forse l'acqua ha battuto di più e si sono formati dei canaletti con dei salti a gradoni e ai lati ghiaione sempre più morbido dove la moto per forza deve passare con velocità. 2300 metri circa.
Quando ci si ferma la moto, forse stanca come noi, abbassa il minimo, stenta un po' a respirare, a causa dell'altitudine.
E non mi vergogno a dire che avevo gli occhi fuori dalle orbite dalla concentrazione e dallo sforzo di tenere la moto in strada
Siamo sul punto più alto.
Passaggio un po' stretto, tra due speroni di roccia e siamo in vista del forte e dei campi da sci sopra Limone.
Si scende dal Col di Tenda rapidamente tra le piste da sci ed il gas è libero di correre, la tensione si allenta, tra qualche pozza di fango e qualche mucchietto di sabbia insidiosa lasciata dalla neve sciolta.

Sulla strada per Tres Amis Incontriamo un gruppo variegato di mezzi: Bmwisti, sidecar della II GM, Jeep, numerosi mtbisti e qualche escursionista.
Un po' di asfalto fino al distributore, poi si decide vista l'ora ormai avanzata di non fare il tratto francese di sterrato fino a Casterino; procediamo quindi per il Tunnel di Tenda, stretto, buoi e maleodorante.
Qualche curvetta ed ecco il gruppo in sosta a Tenda, dove ci concediamo una birretta ad un bar, dove però le patatine le dobbiamo chiedere e pagare... francesi...
In moto! sono ormai quasi le 5 del pomeriggio, siamo tutti un po' stanchi ed affamati.
Bivio per Briga Marittima, sempre in Francia, ma la stanchezza o il tempo passato mi fanno sbagliare un bivio e dobbiamo ritornare indietro e cercare la strada giusta per il Colle Sanson, punto di confine con l'Italia e luogo del nostro accampamento.
La strada scorre rapida, si trasforma presto in un ottimo sterrato, forse un po' polveroso, da correre velocemente; l'ultimo tratto è costellato da canali lasciati sul terreno da mezzi che ci hanno preceduto, da prendere con attenzione pena inevitabili sbandatone.
Ma i nostri TA ormai sono temprati dalle difficoltà e passata una sorgente arriviamo al luogo del nostro campo notturno, a cavallo tra Italia e Francia.
Il panorama è dei migliori: in fondo se si guarda bene, c'è il mare, alle nostre spalle alte montagne.
Siamo a 1600 m e la temperatura gradualmente scende.
Si montano le tende e grazie a Marco e Luca si accende un bel fuocone con cui cuocere le nostre salsicce.
Visto il trattamento che ci hanno riservato decidiamo di nominare zona bagno il metro oltre il confine, la zona francese ;) : d'ora in poi andare alla toilette per il branco sarà... andare in Francia!
Il sole scende lentamente, lasciano il posto ad un cielo stellato.

Una stella cadente ed un desiderio.
Nella serata ci sono attimi veramente forti, difficili da descrivere.
Immaginate un gruppo di persone, di cui molti sono la prima volta che si incontrano, attorno ad un fuoco, dopo una giornata di moto e difficoltà passate insieme...
Durante la notte una fitta pioggia cade dal cielo e la mattina il panorama è invaso dalla nebbia.
Si smontano le tende e si scende a Triora.
Prima di partire incontriamo un ATista solitario con la moto preparata da raid, che ci lascia un po' impressionati per la sua maestria nella guida.
Il cielo si apre man mano che lasciamo i monti più alti.
La strada in mezzo ai boschi è molto bella, con un fondo compatto, leggermente fangoso e con ampi scorci di panorami mozzafiato.
La sfiga però inizia a colpire.
Mi accorgo che forse una pietra ha colpito il rimando conta KM, spaccandolo e facendo uscire il cavo... @>rda.
Mega colazione a Triora, e si intraprende l'ultimo tratto di fuoristrada, verso la galleria del Garezzo.
Il fondo compatto e l'ampiezza della carreggiata stimolano il polso, salti e saltini ci fanno scrollare di dosso la stanchezza.
Questa volta apre Marco e chiudo io con Marcello.
Una Punto Bianca che sbuca da una curva a gomito (cosa ci facevano lì?!) fa scivolare Luca, fortunatamente senza conseguenze gravi. Ci si rialza e si continua.
Prima dell'ultima salitona per prendere quota ci sostiamo per qualche foto e ... Marco si prodiga in una lezione di alpinismo !!!!!
Passano due sidecar ed un gruppetto misto tra BMW e due moto storiche da regolarità.
La sfiga colpisce ancora due volte: la moto di Marce cade da ferma e poco più avanti Marco pinza la camera d'aria.
Il Fast non può nulla contro lo sguaro... Marco, legando il copertone al cerchio con degli elastici raggiunge la galleria del Garezzo cmq.

Qui il panorama è superbo: da una parte le montagne rocciose che affrontammo il giorno precedente e a sud Albenga ed il mare.
Due austriaci in KTM salvano la nostra situazione sgommosa: ci vendono una camera d'aria e con l'aiuto di tutti si smonta la gomma si sostituisce la camera e si riparte.
Incontriamo un gruppetto di ATV a noleggio molto simpatici, che ci offrono un compressorino portatile per gonfiare la gomma... ma non funziona, con grande disappunto di Stui che aveva approntato già la sua TA special all'uso.
Scendiamo, rapidi, verso Monesi, ultimi metri di sterrato e mi assale quasi una specie di nostalgia.
A guardarci da in fondo al gruppo sembra ormai di riconoscere un gruppo compatto.

Quasi mi commuovo sugli ultimi salti.

Forse per questo mi lancio non curante dei tasselli verso valle, seguito dagli altri

A Pieve di teco brindiamo alla nostra impresa con birre e Panini e patatine gratis forniteci dalla gentile cameriera.


Due giorni splendidi.

uomini a pezzi 

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