generale de chaurand
 
 
Il Generale De Chaurand
e la dignità della memoria
 
 
L’8 dicembre scorso, a Bergamo nella sala del Centro Congressi Papa Giovanni XXIII, l’“Associazione Archivio e Biblioteca Dall’Ovo” ha presentato la terza pubblicazione, ancora una volta con grande successo di pubblico.
Le iniziative e le attività culturali promosse dall’Associazione per tutelare e valorizzare il patrimonio storico e letterario della famiglia Poletti De Chaurand permettono di ricostruire i ruoli giocati nel Risorgimento e nel primo Novecento, a livello nazionale, da alcuni protagonisti di questa famiglia, presente in Dalmine da due secoli.
 
La figura del generale, che faceva parte delle alte gerarchie militari italiane, è raccontata in tre momenti di grande impegno: la guerra di Libia (1911-12), la missione negli Stati Uniti d’America per l’acquisto di cavalli di servizio per l’esercito (1915) e la prima guerra mondiale, alla testa della 35° divisione nella I Armata sull’altopiano di Asiago (1915-16). Ingiustamente messo da parte dal generale Cadorna, fu completamente riabilitato nel 1918 dal ministro della guerra di allora.
 
Ma le vicende nazionali e internazionali a cui il generale partecipava si intrecciano nel libro con i continui richiami a Sforzatica dove vivevano le due figlie Bianca e Rirì che, dopo la morte della madre Matilde, avevano nella nonna Bianca un preciso punto di riferimento. Le lettere erano un modo per mantenere un contatto continuo tra i componenti della famiglia e, da parte del generale, per far conoscere i suoi consigli di padre su come, ad esempio, Bianca dovesse rapportarsi alla famiglia Danieli-Camozzi quando era loro ospite a Roma o come portarsi nella loro villa in Dalmine, oppure ricordandole di essere di aiuto alla nonna. Durante il periodo della guerra in Libia il generale scriveva una media di tre missive al giorno. I familiari si scambiavano informazioni sulle vicende degli abitanti, sui contadini che lavoravano le loro terre e sul clima che poteva creare problemi alla produzione agricola. Sull’Altopiano di Asiago il generale contattava i militari originari di Sforzatica, mentre la figlia Bianca faceva parte del comitato di mobilitazione civile di Sforzatica, intrattenendo una corrispondenza con i militari impegnati al fronte e dedicandosi “all’educazione delle ragazze del paese insegnando loro come preparare le bende e rammendare i vestiti per i soldati in trincea”.
 
La serie di libri di Paolo Merla editi dall’Associazione ha anche il merito di arricchire la visione di Dalmine andando oltre il binomio azienda-territorio, riconoscendo il prezioso contributo dato da singoli personaggi e famiglie e dalle varie istituzioni.
 
 
 
 
S. Andrea, Notiziario della Comunità parrocchiale di Sforzatica S. Andrea, n. 1, Febbraio 2010, pag. 25.
 
 
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