Salta il menu

Torpedo Club - The Official WebSite Sito Ufficiale del TORPEDO CLUB di Rimini

[A] Chi siamo | [M] Adriakit | [G] Foto | [R] Rivista | [L] Links | [F] Forum | [E] Contattaci | [S] Segnala un sito

[H] Home >> Rivista > Henschel Hs 126

Henschel Hs 126
Vista dall'alto del modello
Italeri 1/72

di Carlo Melia

Per questo modello non vorrei soffermarmi troppo su noiosi elenchi di elaborazioni e lavori che permettono ad una scatola di montaggio modesta, di divenire un 'cigno'. Tutti i modellisti che hanno un pò di tempo e pazienza, sono in grado di capire dove intervenire e quali materiali usare. Per gli inguaribili del "Ma come hai fatto?" traccerò una breve sequenza dei lavori svolti, ma ciò su cui vorrei porre l'attenzione è, invece, l'ambientazione, argomento bistrattato dagli 'aeroplanari' e curatissimo dai 'carristi'.
Questi nostri coleghi, e non figli di un Dio minore, hanno capito prima di altri, l'importanza di porre un soggetto in un contesto che permette di creare una foto in 3D, nel pieno rispetto delle proporzioni e del realismo storico, a tutto vantaggio dell'estetica, della fantasia e del divertimento.
Quest'ultimo è un argomento non trascurabile, in quanto ho notato in molti miei colleghi una fase di "stanca" nella loro produzione. In effetti non è molto divertente ripetere sempre le stesse operazioni sia in fase di costruzione che di colorazione e per dare nuova linfa al nostro hobby, non c'è niente di meglio che dedicarsi agli accessori e quindi alla costruzione di un diorama per creare qualcosa di unico e di proprio.
Andiamo con ordine.

Il modello è un vecchio Italaerei (si proprio 'Italaerei con la 'a'), ora riedito, che faceva la muffa tra le centinaia di modelli che chiedono di uscire dall'armadio ed essere costruiti. I lavori sono stati, come dicevo, sempre gli stessi :
- abitacolo rivisto, corretto e ricostruito
- incisione delle pannellature
- dettaglio del motore ( a proposito, provate a staccare i flabelli e riposizionateli, il realismo ne guadagnerà notevolmente)
- affinamento dei bordi di uscita alare e ricostruzione della loro centinatura
- dettaglio dei tubi di scorrimento del tettuccio
Come si vede sono tutti lavori, tranne forse l'ultimo specifico di questo modello, abbastanza comuni.
Ma per far diventare un modello di aereo abbastanza bruttino come l'Hs 126, in un soggetto interessante, è importante la colorazione e, sicuramente, l'ambientazione.
Ho scelto di riprodurre un velivolo della 2.(H)/14 squadriglia, impegnata in Nord Africa nel 1941. La mimetica prevede sull'estradosso alare una sovrapposizione di Gelb 79 in chiazze, sul preesistente binomio 70/71 e, in fusoliera, un drappeggio, sempre in Gelb 79 in forma di Wave Mirror, sulla colorazione continentale.

Immagine del diorametto sul lato destro del velivolo

Già questo potrebbe essere sufficiente a dare quel tocco in più, ma posizionare il modello vicino a due palme, probabilmente nei pressi di una oasi, con dei soldati che scattano una foto ricordo da mandare a casa, ha fatto si che il soggetto acquistasse una sua dimensione.
Ecco quindi la parte divertente di tutto il lavoro.
Innanzitutto la base, di compensato cosparso di Vinavil, sulla quale è stato steso del DAS. Dopo un paio di ore il DAs è stato testurizzato con uno spazzolino per protesi dentarie (non stupitevi per i materiali che uso, in quanto sono un farmacista e trovo sul posto di lavoro le cose più impensate come gli aghi per mesoterapia ottimi per fare i pitot in 1/72!!!) e cosparso con polvere di 'Enervit protein' gusto caffè (l'ho detto prima, perciò non stupitevi!) che ha un bel colore marrone e che ci servirà in fase di colorazione per ricreare le ombre in trasparenza.
Ad asciugatura semi completa, sono state impresse le orme di ruote di aerei e carri.
Quando il tutto si è asciugato, ho proceduto con la colorazione, utilizzando ad aerografo, vari smalti Humbrol con colori che vanno dal marrone, al nocciola, all'avorio. Ho contato non meno di dieci sfumature di colore.

Vista anteriore del velivolo

Per riprodurre le palme ho preso ... un libro di botanica ed ho scoperto che il fusto delle palme africane non è in realtà un fusto vero e proprio, ma è costituito dai piccioli delle foglie che, nel corso della vita della pianta, si sono seccate e quindi sono cadute. Per realizzare il fusto ho trattato un bastoncino con un pò di Vinavil e su questo è stato applicato il solito DAS che è poi stato inciso con uno strumento metallico con la punta a 'v', creando così dei rombi.
All'apice del tronco sono stati incollati dei segmenti di profilati Evergreen che simulano i piccioli delle foglie cadute. Sono stati poi praticati i fori dove andranno ad inserirsi le foglie. Tutto il tronco, una volta asciutto, è stato colorato con toni di marrone e grigio
Le foglie sono state ottenute ricavando delle losanghe da una lamina per incisori. Al centro della losanga, con una matita, si è tracciata una venatura in cui è stata incollata la costola della foglia, raccordata poi con dell'Attak. Infine con delle forbicine, sono ste praticate decine di tagli sul bordo delle losanghe a formare le frastagliature delle foglie che poi sono state curvate.
Le foglie sono state colorate in vari toni di verde. Quelle di più recente crescita hanno ricevuto un verde un pò più vivace, a quelle più vecchie sono state riprodotte le estremità, di colore giallo-marrone per evidenziare il loro stato semi-secco.

Vista complessiva della scenetta

Le ultime operazioni hanno riguardato il posizionamento delle foglie e delle palme intere sulla base prevcedentemente preparata. Da ricordare che in una palma più foglie ci sono e più queste sono frastagliate, meglio è!
Infine è stato posizionato il velivolo, è stato aggiunto qualche cespuglio, i figurini ed un minimo di attrezzatura e il diorama si è concluso.
E' stata ottenuta una scenetta simpatica, ben proporzionata, piacevole a vedersi, ma soprattutto divertente da completare.


Torpedo Club WebSite a Scale Modelling WebSite from Italy
Powered by Giorgio Beltrammi
Copyright 2001-2003

A-Prompt Version 1.0.6.0 checked. WAI level 'double A'd
Torna su