Buon giorno a
Tutti. Ora mi trovo in America. Ma dieci giorni fa ero a
Rimini, appena rientrato dal Mozambico. Incontro Rolando, e mi chiede di
scrivere qualcosa su quello che sta succedendo "laggiù".
Ma prima voglio dirVi che mi dispiace molto non essere tra Voi per il
torneo di Rimini. Mi sarebbe piaciuto molto montare le tende e fare
l'esperienza del torneo. Ma invece mi trovo in U.S.A. con mia
figlia e "i suoi nonni". Tornerò a Rimini pochi giorni
dopo la conclusione del torneo. E mi preparo per il torneo di Sala
Baganza. Dopo tutta la fatica con i vari impegni del torneo, andiamo
tutti al campeggio di Sala per rilassarci e fare tifo. Vogliamo tutte le
coppe! E con l'aiuto della "formula magica" -la
famosa bibita americana, il LONG ISLAND ICE TEA- lo faremo! Ho voglia
di vedere la squadra Cadetti, che mi sembra una vita che non
vedo giocare. Io arrivo a Sala Baganza con il nostro amico
Renzo Sartini, già famoso durante altre trasferte (in particolare
quello di Trieste due anni fa). Parcheggiamo il camper nel solito posto
(vicino a Voi), e cominciamo a "campeggiare".
Per quanto riguarda quello
che sta succedendo "laggiù", in Mozambico, non potrei essere più
contento. Sono riuscito a fondare una Federazione e le cose stanno andando
molto bene. Ora ho l'infrastruttura per creare una Lega Nazionale
per 22.000 giovani entro tre anni. Mi sono messo
d'accordo con l'Associazione dei Veterani di Guerra Disabili per sfruttare
la loro struttura nazionale ed avvicinare così 90 paesini e le
relative risorse umane. I primi arbitri e gli scorekeeper verranno da
questo gruppo. Per formare le squadre su un livello nazionale, ho contatto
un altro organizzazione: l'Accao Social. Quest'organizzazione ha la
responsabilità di individuare e integrare le migliaia e migliaia di bambini
dispersi in tutto il paese, che vivono per le strade (l'80% dei giovani non
vanno a scuola). Molti di questi giovani sono orfani, e diversi sono
sieropositivi. Siamo in grado ora di impegnare 1.800
ragazzi alla settimana con l'istruzione del baseball.
Ora, dopo un anno, ho una piccola organizzazione già funzionante nella capitale Maputo: scuola d’arbitri, staff tecnico, otto squadre per fare la prima dimostrazione di baseball nel paese (magari a fine ottobre/inizio novembre), un campo in costruzione, un dormitorio dove alloggiano i futuri tecnici provenienti da fuori.
Ma lo scopo fondamentale della
Federazione è di essere una forza contro HIV/AIDS. In fatti, tutti i miei
allenatori partecipano a seminari che trattano di questa malattia per
essere informati quando parlano con i giocatori. Ma non solo. Ci
saranno corsi educativi, consulenza e testing volontario.
Uno dei più grossi problemi in questi
paesi africani è la discriminazione contro i sieropositivi. La nostra
Federazione intende affrontare questo problema impiegando gente sieropositiva
per fare lo scorekeeper. Per dimostrare che sono persone uguali a noi e
non devono essere escluse dalla società.
Chiaramente tutto con un piano
marketing necessario per diventare un vera forza positiva nel
paese. Per realizzare questo progetto ho fondato già in U.S.A. una
società no-profit e sono in corso contatti con grosse Fondazioni.
E visto che, in Mozambico, gli italiani stanno già contribuendo al
progetto (per esempio, la ditta C.M.C. di Ravenna sta mettendo a disposizione
il terreno per il campo) ora, con l'aiuto della Confcommercio di Rimini,
sto fondando un altra associazione in Italia per facilitare l'arrivo di
contributi dall'Italia e dall'Unione Europea.
Arbitri disabili, scorekeeper
sieropositivi, giocatori della strada!!!! In somma una bella
banda!!!
La cosa più bella è vedere quanto si
divertono a giocare in campi sabbiosi --attenti al vetro rotto-- conoscendo
pochissime regole. Molti giocano scalzi con un berretto di lana sotto un sole
micidiale. Tutti contenti o quasi. Un giorno ho incontrato un
bambino che piangeva fortissimo perché non era nell'elenco dei
giocatori. Quando ho segnato il suo nome nella lista, ha fatto un sorriso
di gioia. E quando penso alla situazione in cui mi trovo, veramente
capace di fare una differenza nella vita di 32.000 famiglie, sento una grande
responsabilità. Se non lo faccio io, allora chi??? Spero
di farcela. Per ulteriore informazione e foto, si prega di visitare
il sito www.baseballinafrica.org. Ci sono già le squadre
che ora aspettano uno sponsor.