Boston, 7 Luglio 2003 

Buon giorno a Tutti.  Ora mi trovo in America. Ma dieci giorni fa ero a Rimini, appena rientrato dal Mozambico.  Incontro Rolando, e mi chiede di scrivere qualcosa su quello che sta succedendo "laggiù".  Ma prima voglio dirVi che mi dispiace molto non essere tra Voi per il torneo di Rimini. Mi sarebbe piaciuto molto montare le tende e fare l'esperienza del torneo.  Ma invece mi trovo in U.S.A. con mia figlia e "i suoi nonni".  Tornerò a Rimini pochi giorni dopo la conclusione del torneo. E mi preparo per il torneo di Sala Baganza.  Dopo tutta la fatica con i vari impegni del torneo, andiamo tutti al campeggio di Sala per rilassarci e fare tifo. Vogliamo tutte le coppe!  E con l'aiuto della "formula magica"  -la famosa bibita americana, il LONG ISLAND ICE TEA- lo faremo! Ho voglia di vedere la squadra Cadetti, che mi sembra una vita che non vedo giocare.  Io arrivo a Sala Baganza con il nostro amico Renzo Sartini, già famoso durante altre trasferte (in particolare quello di Trieste due anni fa). Parcheggiamo il camper nel solito posto (vicino a Voi), e cominciamo a "campeggiare".

Per quanto riguarda quello che sta succedendo "laggiù", in Mozambico, non potrei essere più contento. Sono riuscito a fondare una Federazione e le cose stanno andando molto bene. Ora ho l'infrastruttura per creare una Lega Nazionale per 22.000 giovani entro tre anni.  Mi sono messo d'accordo con l'Associazione dei Veterani di Guerra Disabili per sfruttare la loro struttura nazionale ed avvicinare così 90 paesini e le relative risorse umane.  I primi arbitri e gli scorekeeper verranno da questo gruppo. Per formare le squadre su un livello nazionale, ho contatto un altro organizzazione: l'Accao Social.  Quest'organizzazione ha la responsabilità di individuare e integrare le migliaia e migliaia di bambini dispersi in tutto il paese, che vivono per le strade (l'80% dei giovani non vanno a scuola). Molti di questi giovani sono orfani, e diversi sono sieropositivi.  Siamo in grado ora di impegnare 1.800 ragazzi alla settimana con l'istruzione del baseball. 

Ora, dopo un anno, ho una piccola organizzazione già funzionante nella capitale Maputo: scuola d’arbitri, staff tecnico, otto squadre per fare la prima dimostrazione di baseball nel paese (magari a fine ottobre/inizio novembre), un campo in costruzione, un dormitorio dove alloggiano i futuri tecnici provenienti da fuori.

Ma lo scopo fondamentale della Federazione è di essere una forza contro HIV/AIDS.  In fatti, tutti i miei allenatori partecipano a seminari che trattano di questa malattia per essere informati quando parlano con i giocatori.  Ma non solo. Ci saranno corsi educativi, consulenza e testing volontario. 

Uno dei più grossi problemi in questi paesi africani è la discriminazione contro i sieropositivi.  La nostra Federazione intende affrontare questo problema impiegando gente sieropositiva per fare lo scorekeeper. Per dimostrare che sono persone uguali a noi e non devono essere escluse dalla società. 

Chiaramente tutto con un piano marketing necessario per diventare un vera forza positiva nel paese.  Per realizzare questo progetto ho fondato già in U.S.A. una società no-profit e sono in corso contatti con grosse Fondazioni.  E visto che, in Mozambico, gli italiani stanno già contribuendo al progetto (per esempio, la ditta C.M.C. di Ravenna sta mettendo a disposizione il terreno per il campo) ora, con l'aiuto della Confcommercio di Rimini, sto fondando un altra associazione in Italia per facilitare l'arrivo di contributi dall'Italia e dall'Unione Europea. 

Arbitri disabili, scorekeeper sieropositivi, giocatori della strada!!!!  In somma una bella banda!!!

La cosa più bella è vedere quanto si divertono a giocare in campi sabbiosi --attenti al vetro rotto-- conoscendo pochissime regole. Molti giocano scalzi con un berretto di lana sotto un sole micidiale.  Tutti contenti o quasi. Un giorno ho incontrato un bambino che piangeva fortissimo perché non era nell'elenco dei giocatori.  Quando ho segnato il suo nome nella lista, ha fatto un sorriso di gioia.  E quando penso alla situazione in cui mi trovo, veramente capace di fare una differenza nella vita di 32.000 famiglie, sento una grande responsabilità.  Se non lo faccio io, allora chi???  Spero di farcela.  Per ulteriore informazione e foto, si prega di visitare il sito  www.baseballinafrica.org. Ci sono già le squadre che ora aspettano uno sponsor.

Eddy