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LA VISITA DI LEVA

A questo mondo uno dei pochi svantaggi dell'essere uomo è doversi sottoporre ai sevizi del servizio di leva (almeno per chi, come me, è nato prima del 1 gennaio 1986). Quanto segue è il rapporto fedele di quanto successo al sottoscritto per la visita di leva; visita che tra l'altro non ho fatto (almeno tecnicamente). Non so se lo troverete comico, ma se così fosse vi prego di non ridere, per me è stato un dramma.

Tornando a casa una mattina trovai una cartolina nella cassetta delle lettere. Non erano amici in vacanza, ma il comune che mi avvisava che sarei dovuto andare a ritirare il "Precetto Leva Mare". Già il fatto di andare a La Spezia per la visita non mi allettava, in più il fatto che al comune non trovassero più il mio precetto mi fece presagire che i giorni a seguire non sarebbero stati i più felici della mia vita.
Tornato a casa scorsi una voce nel mio precetto che diceva che chiunque fosse inabile in modo permanente al servizio di leva poteva astenersi dal presentarsi alla suddetta visita. Pensai "Sono a cavallo! Sono diabetico, fabico, daltonico, miope e anche intelligente… è impossibile che qualunque forza armata mi arruoli!!".
Contento come una pasqua andai alla Capitaneria di Porto per sapere cosa dovevo fare per essere esentato dalla visita e mi dissero che serviva un certificato medico. Niente di più facile. Andai dal mio medico (diabetologo di fama internazionale) per farmi rilasciare un regolare certificato medico. Detto fatto. Mi presentai in Capitaneria col mio bel certificato, convinto che le mie angosce fossero finite. Col cazzo che erano finite! Non eravamo neanche a metà strada.
Il marinaio di turno dopo una lunga consultazione con un suo superiore mi disse che il mio certificato era carta straccia e che per avere l'esenzione dalla visita serviva un certificato rilasciato dalla U.S.L. e aggiunse anche che potevo andare a chiederlo all'ufficio a poche centinaia di metri dalla Capitaneria stessa.
Mi recai alla U.S.L. e aspetti circa dieci minuti fuori dalla porta che mi avevano indicato. A un certo punto, visto che sentivo un casino tremendo e che mi ero un tantino rotto le palle di aspettare, bussai. All'interno di quell'ambulatorio mi aspettava una scoperta sconcertante: una situazione a metà tra la pausa caffè e la festa di pensionamento di Topo Gigio, e tutto per scoprire che le visite in realtà venivano effettuate in periferia.
Andai agli uffici in periferia (per fortuna vicino a casa) e venni mandato da un infermiere idiota da un medico che avrebbe potuto farmi solo un certificato per avere l'esenzione dall'educazione fisica a scuola (una delle materia che preferivo inoltre). Pagai i relativi ticket e dopo una settimana riuscii a farmi visitare e certificare la malattia. Tornai in Capitaneria dove però molto cordialmente mi risposero che sì quello era il certificato giusto ma che serviva anche il certificato del mio medico (quello che avevo buttato dopo che mi avevano detto che non serviva a un cazzo!!!). Armato di tutta la pazienza di questo mondo tornai dal mio medico, ma era tardi e l'ambulatorio era chiuso. Così ci mandai mia mamma che il giorno venne tamponata (e la Marina mi ha forse pagato il paraurti? NO!!).
Con tutti i certificati, le ricevute e quant'altro andai per l'ultima volta in Capitaneria e finalmente mi dissero che era tutto a posto. E voglio ben vedere neanche per il caso Ustica sono stati prodotti tanti documenti!
Tutto questo succedeva tra il mese di maggio e l'inizio di giugno.
A settembre mentre me ne stavo stravaccato in casa ricevetti una lettera che mi imponeva di presentarmi all'Ospedale Militare di Cagliari per non si sa quali accertamenti. Ero convocato per le 8.00 del mattino, mi presentai alle 7.30 (non si sa mai). Entrai chiesi dove dovevo andare e mi indicarono la strada. Venni "visitato" non prima delle 11.00. La "visita" fu uno spettacolo. Entrai e mi chiesero che cosa avessi. Risposi che essendo inabile in maniera permanente alla leva a causa del mio diabete non avevo fatto la visita a La Spezia. Tra vedere e non vedere mi portai dietro gli ultimi esami del sangue fatti dal mio medico (che vi ricordo essere diabetologo di fama internazionale e che riteneva gli esami ottimi). Il medico dell'Ospedale Militare mi disse "Va male questo diabete, non è ben controllato!". Ci rimasi un po' di merda però con la mia solita faccia da culo feci spallucce e me ne fregai. Il medico poi aggiunse "Senti io dovrei farti un prelievo di sangue oppure se vuoi mi puoi portare una relazione del tuo medico". Visto che erano le 11.30 e che io i prelievi sono abituato a farli alle 8.00 del mattino, a stomaco vuoto e senza aver assunto insulina rimasi un po' perplesso e chiesi: "Come un prelievo a quest'ora? Io sono abituato a farli alle 8 del mattino a stomaco vuoto e senza aver assunto insulina!" e il medico (un uomo molto preparato) mi rispose: "Se vuoi te lo faccio domani mattina oppure mi porti la relazione". Già che non avevo voglia di farmi sforacchiare la pelle da quell'uomo (molto più simile nell'aspetto a un macellaio che a un medico) decisi per la relazione.
Tornai per l'ennesima volta dal mio medico e gli chiesi per favore di farmi una relazione per quell'idiota dell'Ospedale. Molto gentilmente venni accontentato e tornai all'Ospedale Militare. In uno slancio di generosità ero stato convocato per 8.30 anziché per le 8.00. Alle 14.00 ero ancora lì. Da solo. Ad aspettare che non so chi firmasse il mio foglio di congedo. In un altro slancio di generosità venni rilasciato e decisero che sarei potuto tornare il giorno seguente a ritirare il mio foglio di congedo.
Il giorno seguente dopo quattro ore di attesa venni congedato. Però le mie disavventure non erano finite lì. Qualcuno ebbe la bella idea di dirmi che quel foglio di congedo doveva essere portato in Capitaneria e in Capitaneria ebbero la bella idea di dirmi che il foglio di congedo l'avrei dovuto portare al distretto militare di Cala Mosca.
Dopo lunghissima attesa, a Cala Mosca venni ricevuto da un alto ufficiale che mi disse che era tutto a posto e che in Capitaneria erano dei coglioni. Di non preoccuparmi e di tornarmene a casa. Tutto finito? No c'è un epilogo assai gustoso: verso marzo ricevetti una telefonata, da La Spezia credo, in cui mi chiedevano se avessi fatto la visita.
La burocrazia è una cosa bellissima non trovate? Se fossi andato a fare la visita sarei stato rispedito a casa a calci nel culo in dodici secondi.