di Tiziana Tarvisio

Gli Statoinluogo sono un collettivo di artisti concettuali torinesi accomunati dal carattere prettamente extra-artistico della loro ispirazione e del loro impegno: il loro lavoro trae linfa da schemi linguistici e operativi, assunti teorici e paradossi tipici di ambiti disciplinari e socio-culturali disparati. Altra costante dell'atipico collettivo sono i due co-autori delle web release oggetto del presente articolo: Mario Picarelli (in rete: devianze 2007, dancingpixelsfordancingpeople, maya, ctrl+alt+canc) e Federico Castigliano, studioso europeo del fenomeno della flannerie.

Gli Statoinluogo esplorano il grado zero del vandalismo, gesto assolutamente distruttivo e privo di pretese artistiche (il vandalo è anonimo e lo è anche la “firma” che appone sull’enorme tela del tessuto urbano: il gesto vandalico) ma al contempo, come suggerito dal titolo stesso della loro opera, Il vandalismo come una delle belle arti, eco del saggio dequinceyano L'assassinio come una delle belle arti, eleggono provocatoriamente il vandalo ad artista e il territorio urbano a museo vandalico. In questa presa di posizione è insita la contraddizione rivelatrice dell’estetica del collettivo torinese.
La loro opera si presenta come un itinerario "turistico" in Torino e dintorni attraverso luoghi di vandalismo.
È difficile stabilire fino a che punto si tratti di una beffa o fino a che punto, invece, la beffa sia un cavallo di troia per far passare l'idea che i gesti vandalici siano gli elementi morfologici costitutivi di un linguaggio di riscrittura radicale del territorio.

Il vandalismo urbano viene spesso associato all’attività dei writer: la carica adrenalinica che motiva i loro interventi è senz'altro di natura vandalica nella misura in cui implica contravvenzione di divieti e elusione del controllo poliziesco.
Le opere dei writer sono codificate e hanno pretese artistiche: la volontà di significare, di affermarsi nel territorio, di fare dell'arte o quantomeno di esibire il proprio talento è l'arma a doppio taglio del loro vandalismo.
Il graffito permane come traccia, una sorta di sfida all’ordine pubblico a rintracciarne l’autore. L'arte dei writer vive in bilico tra gusto dell'anonimato e volontà di visibilità: è questo attrito a generare l'adrenalina che sostanzia l'atto vandalico.
Come spezzare questa feconda polarità, come disinnescare questa carica sovversiva se non tributando ai writer un riconoscimento nel circuito dell'arte istituzionale: quando verranno presi ufficilmente in considerazione, il movimento perderà la sua spinta propulsiva e la sua autenticità.

Ma il grado zero del vandalismo, la sua essenza, è pura negazione: non vuole essere arte, non cerca scuse etiche o estetiche, non comunica alcunchè.


STATOINLUOGO - IL VANDALISMO COME UNA DELLE BELLE ARTI #8

Parliamo del vandalismo provocatoriamente esibito nelle opere degli Statoinluogo, assolutamente e irriducibilmente antisociale. La scelta del format "itinerario turistico" acquista il suo significato provocatorio proprio nel momento in cui rivela come, a differenza di altre opere vandaliche, il "vero" vandalismo non possa essere in alcun modo vendibile come prodotto artistico e veicolabile nel "sistema arte" per la sua essenza antisociale.
Il vandalismo ci ricorda semplicmente che l'ordine pubblico (e, per estensione, il sistema dell'arte) può essere violato e aggirato: le panchine sono scardinabili, le vetrine frangibili, i paraurti ammaccabili, le telecamere oscurabili, le recinzioni valicabili, la proprietà privata violabile.

Nei foto-collage della serie Il vandalismo come una delle belle arti l'atto vandalico è catturato a freddo, "a fatto compiuto", e riprodotto con la drammaticità di un reportage giornalistico.Le foto sono montate insieme a reiterazioni di gusto pop del logo della sorveglianza, che campeggia come una sorta di marchio di fabbrica. È così delineata la dialettica tecnologie del controllo / atto vandalico che à il tratto saliente del vandalismo nel suo grado zero.
Il risultato, dal punto di vista artistico, è la liberazione di due categorie estetiche, codificazione dell'ordine pubblico e infrazione a-significante di questo codice, che costituiscono la materia grezza di Il vandalismo come una delle belle arti.
I foto-collage vandalici sono inseriti all'interno di un itinerario turistico nella città di Torino, in cui il luogo di interesse è parodicamente contrassegnato sulla mappa da un logo museale.
Definendo la grammatica del grado zero del vandalismo, catalogando le casistiche di scrittura vandalica sul territorio, gli Statoinluogo si muovono in una direzione diversa rispetto ai writer, meno “militante” ma certamente più radicale e promettente dal punto di vista concettuale.

Proponendo una riscrittura programmatica e ironica del territorio come museo vandalico, Il vandalismo come una delle belle arti genera un cortocircuito autoreferenziale tale per cui i contenuti del format "craccato" (l'itineario artistico di impronta turistica) sono essi stessi una "craccatura", drasticamente operata sul territorio urbano mediante l'atto vandalico.
Gli Statoinluogo hanno operato in questa direzione anche nel loro precedente lavoro su web, Fuori-luogo, in cui vengono presentati formati e matrici burocratiche, scaricabili a mo' di un codice sorgente open source, e corredate delle istruzioni per craccarle, ovvero per esplorarne liberamente le potenzialità stilistiche in quanto generi letterari.

Il vandalismo come una delle belle arti, in conclusione, rivela ambiti di intervento sul territorio che, in quanto abusivi e intrinsecamente antisociali e distruttivi, non possono essere assimilati nel sistema-arte. Questo elemento di irriducibilità non rivela soltanto la connivenza vitale tra arte e società, e la conseguente impossibilità per un gesto qualificabile puramente come perdita dal punto di vista economico (l'atto vandalico) di essere considerato "arte", ma addita altresì provocatoriamente una possibilità di aggirare questo sistema nell'aggressività immotivata e incosciente dell'anonimo vandalo e soprattutto nell'assenza di una vera e propria volontà di fare dell'arte.


Online: