ForaverdeForapure!

 

Mario Marchettini ci ha raccontato …

Il Foraverde è un arbusto che cresce spontaneamente vicino al paese. Quando eravamo piccoli, anche questa pianta serviva per giocare: se si incontrava un amico gli si diceva: “Foraverde!” e lui doveva rispondere : “Forapure!” e doveva tirare fuori dalla tasca un ramoscello di questa pianta. Se non lo aveva, doveva pagare una penitenza.

Fonte:ForaverdeForapure! l'altra storia di Sassetta raccontata attraverso cronache, giochi, novelle e filastrocche” pubblicazione della Scuola elementare di Sassetta, anno scolastico 1996/97

 

“In quaresima usasi fare una scommessa detta il Foraverde, ed è che chiunque venisse trovato dai suoi compagni senza una foglia di verde di bosco in tasca, è obbligato a pagare una certa tangente fra loro stabilita; questo costume indica l’allegrezza dei contadini per la primavera che comincia.”

Fonte: Arti e tradizioni popolari, di Giovanni Tassoni. Vol. 9 pag. 297

Il Foraverde è il bosso; tracce della tradizione del gioco, che si faceva nel periodo di Quaresima, si trovano in tutta l’Italia centrale.

 

Anche Celestino Giorgerini, nel suo Diario, ci racconta come si giocava al Foraverde durante la sua infanzia:

Sassetta,  11 – 3 - 1929

Il “foraverde” si comincia a giocare il primo giorno di quaresima e si finisce per Pasqua.

Consiste in questo: chi vuol giocare si procura qualche foglia  di “foraverde” (una pianta molto comune nei nostri boschi) e le mette in una boccettina di vetro piena d’acqua, per conservarle meglio. Ogni volta che due giocatori si incontrano, il più pronto, mostrando la boccetta con le foglie, dice all’altro:

- Foraverde. - E l’altro, mostrando a sua volta il verde, risponde:

- Forapure. - E qualcuno, chissà perché, aggiunge:

- La maiala di Gavure.

Chi si è dimenticato il verde a casa e non può mostrarlo, perde e deve pagare la penitenza. Si può giocare in due ma anche in tre o quattro.

Il gioco finisce per Pasqua, ma la mattina di Pasqua, anziché dirsi:

Foraverde. - ci si saluta dicendo:

- Bongiorno al verde.

Secondo me, siccome si gioca quando  sui castagni e sulle altre piante a foglia caduca cominciano a spuntare le foglioline nuove, di un verde tenero, questo gioco vuol essere un omaggio alla bella primavera che da noi, immersi come siamo in un mare di verde, è meravigliosa.

 

 

 

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