"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano

 


L’ICONA DELL’ASCENSIONE DEL SIGNORE

 



 

 

 

 

 

 


            L’Ascensione del Signore esprime un aspetto del Mistero Pasquale: Gesù è posto alla destra del Padre come il Signore della storia. Le pagine bibliche di riferimento sono Lc 24,50-55; At 1,9-11 e anche Ef 4,9-10; At 2,33-34 e Fil 3,20-21.

            L’iconografo ha letto, meditato e pregato questi testi alla luce della tradizione patristica e liturgica della Chiesa. Per cui pone sull’asse centrale in alto della sua composione il Signore Gesù, vestito di porpora, all’interno del diagramma a cerchio (simbolo della presenza di Dio), che sale al cielo, sorretto da due angeli, benedicendo con la mano destra (Lc 24,50-51), mentre con la destra tiene il rotolo delle S. Scritture. Si noti che tutta la scena in alto — i due angeli e Cristo — è racchiusa in un triangolo equilatero, che indica la presenza di Dio Trinità.

            Tutta la scena ci dice che Colui che ha fatto della sua vita un dono per gli altri, è dichiarato da Dio il Signore della storia. Egli è anche il Sommo Sacerdote che benedice i discepoli e l’umanità, epiclesi, cioè invocazione indirizzata al Padre affinché, attraverso il Figlio, mandi lo Spirito Santo che ha promesso (Lc 24,49). Così canta la Liturgia bizantina: «Ora che sei asceso ai cieli, dai quali eri disceso, non lasciarci orfani, Signore: venga il tuo Spirio a portare pace al mondo; mostra ai figli degli uomini le opere della tua potenza, o Signore amico degli uomini».

            Nella seconda parte dell’icona abbiamo al centro la Theotókos, la Madre di Dio, ai lati di Lei gli Apostoli, divisi in due gruppi uguali, dove alcuni guardano il cielo. Alle spalle della Madre di Dio i due Angeli vestiti di bianco, i quali annunciano agli Apostoli che il Cristo ascendente ritornerà nella sua gloria (cfr. At 1,10-11). La Madre di Dio  è posta sull’asse di Cristo: come a dire che Cristo è il capo della Chiesa, e la Madre di Dio è l’immagine della Chiesa; per questo ella è in mezzo agli Apostoli.

            Notiamo le figure geometriche di questa scena: esse ci aiutano a contemplare il mistero di questa icona.

            Evidenziamo il triangolo. Esso è formato dalle estremità delle braccia alzate degli angeli (la base) e dai piedi della Madre di Dio (il vertice), come a dire: la Chiesa è immagine della Trinità.

            Evidenziamo il cerchio. Esso passa attraverso le figure esterne degli Apostoli e riflette il diagramma a cerchio che circonda Cristo, come a dire: la Chiesa è chiamata a riflettere la comunione trinitaria.

            Infine, evidenziamo la linea verticale che unisce il Signore alla Madre di Dio: essa s’interseca con la linea dell’orizzonte (rintracciabile al di sopra del capo degli Apostoli e degli Angeli), formando così una croce perfetta, come a dire: la Chiesa porta, “scolpita in sé”, la Croce del Suo Signore e Sommo Sacerdote.

            Così canta la Liturgia bizantina: «Apparvero i giovani agli apostoli, dopo l’ascensione, e dissero: Perché state a fissare il cielo stupiti? Colui che è salito, di nuovo verrà per giudicare gli uomini della terra, lui, il solo Giudice.

            Diamo gloria alla magnificenza di Dio, acclamiamo con una sinfonia di lode, cantiamo, danziamo in coro e battiamo le mani: È asceso il nostro Dio dalla terra ai cieli, mentre angeli e arcangeli inneggiano a lui, Sovrano e Creatore dell’universo.

            È stata innalzata al di sopra degli angeli, la nostra natura un tempo caduta, ed è stata collocata, oltre ogni comprensione, sul trono divino. Venite, facciamo festa solenne e acclamiamo: Celebrate il Signore, opere, e sovraesaltatelo per tutti i secoli.

            Ecco, o Madre di Dio: il Figlio tuo che con la sua croce ha spogliato la morte, è risorto il terzo giorno, e dopo essersi manifestato ai suoi discepoli è asceso ai cieli: venerandoti insieme con lui, ti celebriamo e ti diamo gloria per tutti i secoli».

 

Egidio Palumbo

 

 

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