" E se domani..."                                                                         9  maggio 2009

di Eleonora Cicero

“…fatevi borse che non invecchiano,

un tesoro sicuro nei cieli,

 dove ladro non arriva e tarlo non consuma.

 Perché dov’è il vostro tesoro,

 là sarà anche il vostro cuore.”

Lc 12, 33-34

 

L’eredità del Figlio

Spesso le relazioni umane si trasformano in uno sterile contraccambio economico: Dare/ Avere, come se fosse una scrittura contabile in partita doppia.

A volte anche l’entità di un’esistenza si giudica in base alle ricchezze accumulate in vita, con la magra consolazione che i familiari ne beneficeranno.

La maggior parte delle persone, davanti all’argomento si ritrae schifata, quasi consideri un insulto giudicare una persona in base a quanto possiede; tuttavia però, tale indignazione di facciata, viene smentita nella prassi degli interessi quotidiani.

Quanto vale allora un’esistenza? Indubbiamente siamo tutti concordi nel rispondere che non c’è prezzo a pagare, allora perché alcune persone si spengono nell’indifferenza più assoluta? O ancora, perché ci si accorge di un vecchio parente, solo sul letto di morte?

Che ci piaccia ammetterlo o no, siamo preda di quella mentalità in base alla quale “quello che mi spetta mi prendo”, e davanti a tale logica, gli affetti familiari assumono un ruolo secondario e interessato. Ma possibile che tutto si riduca a questo?

In realtà così non dovrebbe essere. Ogni persona che incontriamo e con cui ci relazioniamo, è unica ed irripetibile. Essa perciò deve lasciare una testimonianza di sé che va ben oltre l’interesse economico. Quando però della sua vita terrena, si ricorda solo questo aspetto, questa persona ha tragicamente mancato il bersaglio. Ma quale eredità siamo chiamati a lasciare ai nostri figli?

Fino a quando penseremo all’eredità in termini pratici ed economici, ne usciremo tutti con le ossa rotte. La ricchezza crea solo rapporti interessati, incapaci di aprirsi a quell’autenticità di cuore che ci rende figli amati ed amanti. L’eredità più grande è quella che Cristo ha consegnato a tutti noi, donando tutto se stesso per la nostra salvezza! L’eredità che noi oggi siamo chiamati a raccogliere e a tramandare, è quella gratuità di cuore che deve caratterizzare il rapporto col prossimo. Da tale responsabilità non va esclusa anche il rispetto per la terra che ci è stata donata. Come ricorda Benigni in uno dei suoi recenti show, “non abbiamo ricevuto il mondo in eredità dai nostri padri, ma in prestito dai nostri figli!”. Che mondo stiamo lasciando alle generazioni future?

  • Da un punto di vista ambientale, la terra sembra un colabrodo dagli equilibri alterati;
  • da un punto di vista sanitario, abbiamo talmente manipolato cose e animali, che le nostre malefatte si ritorcono contro di noi sotto forma di pandemie varie;
  • da un punto di vista sociale, siamo tanti esseri ghettizzati incapaci di creare e vivere relazioni autentiche;
  • da un punto di vista storico, non è cambiato nulla rispetto all’epoca in cui i barbari si schieravano gli uni contro gli altri per uccidersi e accaparrarsi ricchezze.

 

Stando così le cose, che mondo lasciamo dietro di noi? Eppure non ci manca la civiltà, non  ci manca la conoscenza, non ci manca il progresso!

Forse quello che viene meno è l’unica cosa che il denaro e l’astuzia umana non può comprare: l’Amore!

Vivere come creature amanti, presuppone un equilibrio con se stessi, con il prossimo e con tutto il creato. È quell’amore folle e appassionato che chiede solo di essere vissuto senza contraccambio. È quel sentimento che rifiuta ogni logica di potere e sopraffazione. È quel “no” risoluto a qualsiasi manipolazione genetica finalizzata al guadagno facile ma dai risvolti inquietanti e mortali.

Esso non ha timore né rispetto per il misero interesse di parte; esso mette radici in cuori disposti ad accoglierlo con semplicità e rettitudine e chiede, a chiunque lo viva, di non aspettarsi niente in cambio: esso è un rischio da vivere in una società sapientemente corrotta. Esso è l’eredità del Figlio, di colui che coinvolto da questo amore appassionato, si è lasciato trafiggere e si lascia ancora crocifiggere nei meandri oscuri della nostra quotidianità. È questa l’eredità vera e piena che è toccata in sorte ad ognuno di noi e poco importa se povero o ricco, bianco o nero, credente o ateo: tutti siamo chiamati a vivere la legge dell’amore di Dio. Ne siamo attori e custodi.

Chiunque crede di poterne fare a meno e di preferire i beni materiali, è solo un folle che si crede furbo, ma saggio non è.

Ci è stato dato l’usufrutto dell’intero universo, e ci arrocchiamo attorno a quattro mura per difenderle! Ci è stato data la possibilità di vivere da uomini liberi, e ci avvitiamo su noi stessi per preservarci. Ci è stato donato l’Amore gratuito di Dio, e tendiamo sempre a prezzolare i nostri sentimenti.

Se è vero che nascita e morte sono i denominatori comuni di ogni essere vivente, è pure vero che la differenza sta in cosa si è fatto nello spazio intermedio.

La ricchezza di un individuo non sta mai in quello che ha ma in ciò che è capace di dare. A volte basta molto meno di quanto si crede per vivere appieno un’esistenza perché l’unica eredità che sopravvive dopo di noi, è l’eredità dei ricordi, dell’amore, della pietà…è l’eredità del Figlio che ripone tutto nelle mani del Padre.

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