“Dei morti in battaglia
Ti porti la voce,
chi diede la vita
ebbe in cambio una
croce”
Fabrizio
De Andrè
La Festa Fantasma
A
vederla sul calendario, il 2 Giugno è una data importante. A guardare la parata
in televisione, questo giorno assume sembianze altisonanti. A dare un’occhiata
alle cronache politiche e sociali di tutti giorni, questa data risuona vuota e
priva di significato.
Tre
aspetti del medesimo giorno, tre lati della stessa figura! Allora quel è la
verità? Cosa rappresenta la
Festa della Repubblica?
Di
per sé, il nome stesso dà ampia risposta al quesito, tuttavia è meglio fare
un’attenta analisi di questa ricorrenza per evitare di incorrere in un errore
grossolanamente eclatante.
Fra
le migliaia di sfaccettature che si possono scandagliare di una determinata
realtà, diciamo che almeno due linee guida si possono estrapolare sempre.
Possiamo quindi affermare, che per ogni cosa, esiste una “verità formale” ed
una “verità concreta”. La prima, nella maggior parte dei casi, è rivestita di
ideali e belle parole, la seconda, invece, di praticità spicciola, atta a sopraffare
la prima, nel caso in cui le circostanze lo “richiedano”. Nel caso del 2
Giugno, quindi, avremo in linea di massima, due verità: quella formale, che
abbiamo visto sfilare alla presenza delle più alte cariche dello Stato, e
quella concreta, ossia quella che di fatto nell’ultimo periodo, ha operato
valori non proprio conformi allo spirito della Costituzione. Si deduce che, in
teoria è una ricorrenza che tiene uniti tutti gli italiani, in pratica è come
celebrare la festa ad un tricolore che unisce solo in occasione delle partite
di calcio.
Amo
il mio paese ed è per questo che provo non poco fastidio, davanti all’idea che
quella Costituzione scritta con il sangue dei nostri padri, venga liberamente
reinterpretata, ignorata o calpestata, da un sistema di Governo che alimenta
ulteriori divisioni interne (ed esterne!) e da un’opposizione incapace di
ricoprire tale ruolo.
E
così tra politici in pieno delirio di onnipotenza, ed altri alle prese con un
improvviso senso del pudore familiare, il popolo fa spallucce e, con colpevole
indifferenza, subisce le scelte di uomini profumatamente pagati con i nostri
soldi.
Eppure
basterebbe davvero poco per comprendere il rischio a cui è sottoposta la nostra
Costituzione. Basterebbe leggere i primi articoli per comprendere come le più
“elementari” regole vengano sapientemente manovrate e bistrattate.
E
che dire delle tirate d’orecchie che vengono date al nostro paese, dalla stampa
straniera?! Possibile che i dati snocciolati dal “Financial Times” o da “Le
Figaro”, siano dati che i nostri giornali non sono riusciti a comunicarci?
Possibile che siano elementi che non facciano appellare al comune buon senso? E
che dire ancora del fenomeno di “xenofobia” in crescente aumento all’interno
dei nostri confini? Possibile che siano tutti talmente pazzi e corrotti, da
vedere il marcio là, dove, secondo i nostri politici, ci sono solo rose e
fiori?
Per
festeggiare la festa della Repubblica, necessita che essa esista e che viva nel
cuore di tutti.
Mi
verrebbe da buttare la spugna già alla prima riga della Costituzione: se
l’Italia è un paese fondato sul lavoro, allora siamo privi di qualsiasi
fondamento!
Eppure,
nel bene e nel male, il nostro paese si è sempre contraddistinto per
quell’umana solarità, che ha sempre caratterizzato l’entusiasmo di un popolo
per il quale i sentimenti vengono prima delle fredde regole. E tale umanità è
ampiamente presente tra gli articoli costituzionali!
Mi
sono più volte chiesta come mai alcune situazioni di scontro e abbrutimento, si
ripresentino più volte nella storia. Ho elaborato la triste teoria che le
generazioni che non hanno vissuto il dramma della guerra sulla propria pelle,
siano molto più pericolose di quelle che ne portano addosso le cicatrici. È
come la regola del fuoco. Fino a quando un bambino non si brucia con la
fiammella, ne verrà sempre attratto e, nonostante sappia che faccia male e reca
danno, ci girerà sempre attorno, fino a quando non avrà soddisfatto la sua
brama di curiosità.
La
stessa cosa sembra succedere a livello sociale. Le generazioni che hanno
sperimentato sulla propria pelle il dramma e la follia della guerra, se ne
guardano bene da alimentare focolai e pretesti; quelle invece che di guerra
hanno sempre sentito parlare, ma che si sono sempre limitate ad averne una
conoscenza orale o documentaristica, sembra non facciano niente per ricadere
dentro gli stessi errori del passato. Per carità, non dico che i secondi amano
la guerra, ma che in un certo senso, possiedono l’imprudenza di sentirsi più in
gamba ed intelligenti dei propri predecessori, e, non avendo una conoscenza
diretta dell’abominio bellico, tendono a rimanere indifferenti a quei valori,
che hanno ricevuto in dono da chi ha sacrificato la propria vita per fornirglieli.
Noi
lo dimostriamo! La nostra indifferenza (se non addirittura l’appoggio!) nei
confronti di leggi che di fatto rappresentano la negazione dei diritti stessi
degli esseri umani (a qualunque razza appartengano), rappresenta uno schiaffo a
quella Costituzione scritta con il sangue di chi ha visto l’abominio e
l’abbrutimento del secondo conflitto mondiale, e ha cercato per i propri figli
un futuro di pace e serenità puntando all’uguaglianza tra tutti gli uomini.
Parlare di Costituzione ad un popolo ancora troppo diviso e che fatica a
riconoscersi sotto la stessa bandiera, può sembrare anacronistico, ma se gli
articoli in essa contenuti, mirano a creare una storia più vera, in cui coloro
che si riconoscono fratelli sotto la propria bandiera, accolgono con spirito
fraterno anche coloro che vengono da fuori, beh, allora vale la pena di
festeggiare il 2 Giugno! Contrariamente, si rischia di celebrare l’ennesima
parata farlocca, si rischia di festeggiare l’ennesima festa fantasma!
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