" E se
domani..." 23 marzo 2010 di Eleonora Cicero
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Con uno in meno su
questo mondo E una sedia che
scaricherà Rabbia e violenza in un
solo secondo” Nomadi
Giustizieri senza giustizia
Qualche
giorno fa, dovevo fare una ricerca d’immagini. Per restringere il campo di
ricerca, metto una parola chiave. Stavo ricercando un’immagine simbolica, mi
sono trovata davanti l’orrore personificato. Quando
sei alla ricerca d’immagini su internet, metti un po’ in conto, di trovare di
tutto, tuttavia, alcune immagini mi sono rimaste dentro, fino a darmi un forte senso di nausea. Fra
i vari obbrobri che venivano proposti, vi erano anche le ormai tristemente
famose foto, delle torture dei soldati americani ai prigionieri iracheni. A
dire il vero, qualche immagine era già passata in video, ma internet, si sa,
non ha molti filtri di censura, quindi mi è stato possibile vedere altre foto,
che personalmente, non avevo mai visto. Il
dramma umano in pochi scatti, la barbarie diabolica dell’uomo di ogni tempo
immortalata in una macchina fotografica a mò di “foto ricordo”. Quanti
di questi drammi si consumano giornalmente attorno a noi?! Quanti poveri Cristi
diventano oggetto di scherno e di violenza da parte dei propri aguzzini?! Che
siano antichi soldati romani o nuovi marines americani, l’essenza non cambia!
Parlo di soldati americani, ma giusto per citare una delle categorie attuali
che vede il “giustiziere” pronto a fare del suo “dovere” un passatempo perverso
e diabolico. Ovviamente questa categoria raggruppa tutti gli aguzzini dei
nostri tempi e di ogni continente. E’
di questi giorni, la denuncia di Amnesty International, circa il commercio da
parte di alcune Ditte di alcuni paesi europei (fra cui l’Italia), di strumenti
atti alla tortura da esportare in quei paesi o in quelle realtà, dove tale metodo
è prassi convincente. Il
nostro Governo dichiara di non essere a conoscenza di tale tipo di commercio e
che, comunque, provvederà a prendere le adeguate contromisure. Tuttavia, il
paradosso delle nostre leggi, sta nella schizofrenia dei nostri animi. Esse
sono trasparenza delle nostre contraddizioni, della nostra brama di ricchezza
che tende a passare su tutto e su tutti. Se nel nostro paese è vietata la
tortura, ciò non vieta che vengano fabbricate attrezzature di morte da
esportare in altri paesi (o almeno non attualmente e non di fatto!). Se
a tutto questo aggiungiamo, che molto spesso abbiamo la convinzione che ciò che
si fa per legge è legittimo in tutte le sue sfaccettature, si può comprendere
come il concetto di tortura sia drammaticamente accettato in molte realtà
contemporanee. Eppure
una coscienza Dio l’ha data a tutti! Non possiamo voltare lo sguardo dall’altra
parte perché la nostra ipocrisia ci condanna, l’indifferenza è socia del
malaffare e della violenza in tutte le sue vesti. Fra
qualche giorno faremo memoria della Passione del Cristo Morto e Risorto per
Amore. Ricorderemo la sua agonia, rileggeremo le storture di una legge che si
accanisce sopra la carne di un uomo indifeso. Forse ci commuoveremo pure
davanti a quella croce, immaginando il sangue del Giusto versato per la
salvezza di tutti noi. Proveremo pietà per quella madre che nel suo lacerante
dolore, rimane ferma ai piedi della Croce. Condanneremo la barbarie
giudeo-romana di un tempo, assolvendo, quasi inconsciamente, la nostra. Credo
che l’errore dell’uomo nella storia, sia quello di dare le spalle agli orrori
del proprio tempo, guardando solo quelli passati. Qualche
giorno fa, hanno mandato in onda un servizio, nel quale veniva proposta una
carrellata dei reality più “estremi” nelle varie parti del mondo. Se
da un lato c’erano un gruppo di giovani donne disposte a fare di tutto per
diventare pornodiva (una sola tra queste sarebbe riuscita a diventarlo!),
dall’altro ce n’era uno particolarmente inquietante. Un uomo sta seduto sopra
una sedia elettrica, ed i vari concorrenti, a turno, devono dare una serie di
scosse alla vittima. Quest’ultima ovviamente ha la facoltà di dire basta man
mano che il voltaggio della scossa aumenta. L’ultima scossa è quella più
pericolosa, quella nella quale, la vittima può anche rimanere fulminata. Solo
in un secondo momento viene rivelato che il gioco è tutto un blaff. La presunta
vittima è in realtà un attore che mima, per ogni finta scossa ricevuta, la
presunta sofferenza inferta al proprio corpo. La sedia è finta, è tutta una
farsa, tranne i concorrenti. A
detta degli autori, essi non sanno che trattasi di pura finzione. Lo scopo del
gioco è finalizzato a vedere fin dove una persona può spingersi mettendo a
rischio la vita di un altro. L’epilogo è devastante su tutta la linea: su un
discreto numero di concorrenti, solo una minima parte si è ritirata, solo poche
persone hanno provato ribrezzo delle sofferenze altrui. Tutti gli altri si sono
spinti oltre, fino all’ultima scossa, nella brama di vincere ma, soprattutto,
di vedere il volto di un uomo che soffre e che rischia di morire. Questi
sono i nostri tempi: facciate imbiancate di putride scelte sociali, che giorno
dopo giorno, conducono all’annichilimento umano. Siamo
giustizieri senza giustizia, cristiani senza Cristo, amanti senza Amore. Siamo
lo spettro di noi stessi che ci battiamo il petto davanti a Dio, e colpiamo
senza scrupolo quello degli altri. Che
il buon Dio possa davvero convertire i nostri cuori affinché possiamo
cominciare a rapportarci agli altri come fratelli amanti e amati…
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