" E se
domani..." 23 aprile 2010 di Eleonora Cicero
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“Consumare i corpi, umiliare la forza creativa della vita per superficialità e inesperienza, vuol dire essere estranei dall’idea dell’esistenza come percorso, vuol dire vivere in un eterno presente, costantemente intrattenuti, in balia dei propri capricci e degli altrui desideri” Susanna Tamaro
La Donna e l’Oggetto
Prendo
spunto da un bellissimo articolo di Susanna Tamaro dal titolo molto eloquente: “Il femminismo non ha liberato le donne” per tornare
a parlare di donne. Lo
faccio perché non è l’8 marzo, lo faccio perché l’argomento non occupa le prime
pagine dei giornali, lo faccio perché la figura femminile si sta sempre più
avvizzendo con la complicità delle donne stesse e perché ho l’impressione che,
giorno dopo giorno, la parola “Donna” sembra non identificare più una persona
ma un oggetto di cui disporre a proprio piacimento. Tutto
passa dall’antica arte della seduzione, da sempre presente nel nostro DNA ma
sempre più volgarizzata nei messaggi che riceviamo giornalmente. Capita
sempre più spesso che il concetto di femminismo subisca il contagio di una
“mascolizzazione” inquietante e che, la parola “femminilità”, riveli le
sembianze della Donna-Oggetto da utilizzare a proprio piacimento. In
una società che tende ad identificare tutto con il sesso, la donna fatica
sempre più a trovare la sua dimensione di individuo pensante con una propria
identità ed un proprio carattere. Si
passa così dall’estremismo preoccupante di chi, per anticonformismo, tende sempre più
a mascolinizzare la propria identità, ad una forma di stupidità ostentata che
umilia l’essenza stessa dell’essere donna. Sullo
sfondo di queste preoccupanti tendenze, una crisi sociale che s’innesta
nell’intimo più profondo dell’individuo spingendolo ad un sentimento di
smarrimento. Gli
eccessi non sono mai la strada migliore, tuttavia è inquietante che le donne di
oggi stiano tornando indietro di secoli, relegando la propria figura,
all’immagine di bambole belle da esibire, usare e gettare o in una ben definita
strumentalizzazione del proprio corpo per ottenere quello che si vuole. E’
sempre più assurdo che ragazzine di 12 anni si prostituiscano per una ricarica
da 10 euro sul telefonino, che altre, poco più grandi, ricorrano ai ritocchi estetici
per diventare l’oggetto dei desideri sessuali degli uomini e via di questo
passo. Se a tutto questo aggiungiamo anche un allontanamento culturale o il
cosiddetto fenomeno dell’ ”analfabetismo di ritorno”, si possono tirare le fila
di un esito drammaticamente svilente. Credo
che questo sia un fenomeno che debba seriamente interrogare tutti e non fanno
eccezione le scuole (che non formano
più), le famiglie (che non hanno più tempo per dare le giuste coordinate da
seguire), i media (che sono sempre più educatori malati di un tempo
illusionista) ma, soprattutto, bisogna riprendere ad interrogare le coscienze. Il
femminismo si è rivelata una lama a doppio taglio perché ci ha illuse di essere libere ma da che cosa non ci
è mai stato dato sapere! Non
siamo libere di disporre della nostra sessualità, non siamo libere di disporre
delle nostre idee senza incappare nel pregiudizio maschile, non siamo libere di
essere noi stesse senza il rischio che la nostra fisicità condizioni persino l’esito di un colloquio di lavoro..! Prima
di essere uomo o donna bisogna imparare ad essere persone libere che fanno
della propria vita un percorso costruttivo e liberante all’interno del quale le
specifiche dell’essere maschio o femmina, diventano peculiarità arricchenti e
non lo svilimento di tutti i valori più sacri che l’essere umano è chiamato a
vivere in modo autentico e senza compromessi con se stesso e con gli altri. Se
viene meno questa premessa, rischiamo solo di trasformarci in degli esseri senza anima che stanno
all’ombra del proprio fisico.
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