" E se
domani..." 22 ottobre 2009 di Eleonora Cicero
|
“L'intolleranza è responsabile della
cattiveria, delle violenze, del terrore e dei dolori che torturano il mondo.” Betty Smith La Leggenda nazista sulla panchina metropolitanaCosì dopo le illuminate verità di un
professore della Sapienza di Roma, secondo il quale l’Olocausto è solo una
leggenda senza prove tangibili[1],
adesso si aggiungono le altrettanto illuminate proposte della giunta Alemanno
nel Comune di Roma: le panchine anti/barboni[2]. Pensate, dopo la rivelazione storico
scientifica di chi nega verità storiche che poggiano sulla sofferenza e sul
martirio di milioni di esseri umani nei campi di concentramento nazi-fascisti,
si ripropone a caratteri cubitali il tema del “Decoro della Città”. Parlare di
“Decoro civico” suona meno ingombrante e più dissimulatore della parola
“intolleranza” verso persone che già nel loro esistere “negano dignità alla
città stessa”. Siamo talmente impregnati di una
mentalità xenofoba e razzista che cerchiamo di giustificare con la logica e con
spiegazioni razionali, ciò che di razionale non ha niente. Nei giorni scorsi un interessante
documentario su “La 7”dal titolo “Italiani brava gente?” denunciava i crimini
di guerra perpetrati dai nostri militari in Etiopia e in Jugoslavia nel periodo
fascista; il servizio era correlato da foto agghiaccianti e documenti
ufficiali: anche quella è una leggenda? Mi convinco sempre più che la follia ha
annebbiato la parte più lucida della nostra intelligenza cancellando
vergognosamente la nostra coscienza. Qui non è un problema di non mostrare
tolleranza nei confronti di chi la pensa diversamente, qui è in gioco l’essenza
stessa della storia dell’ultimo secolo. Mettere in discussione l’abominio
nazi-fascista, è solo un modo di umiliare ancora una volta la memoria ed il
ricordo di chi quelle violenze le ha subite sulla propria pelle e, ragionamenti
del genere, aprono le porte ad un discorso di “Decoro cittadino” che vede il
suo compimento nel ritenere i poveri un esubero, una razza umana non degna di
stare al mondo e di usufruire della Cosa Pubblica. E’ preoccupante tornare a parlare
sempre di argomenti che fanno riferimento ad un unico grosso problema: il
razzismo. Che teorie intolleranti e denigratorie
vengano elargite dalla cattedra di un ateneo o da una giunta comunale di alto
spessore, non toglie l’essenza cattiva e antidemocratica di queste ideologie. Abbiamo la memoria troppo corta e siamo
pronti ad implorare la pietà umana, solo quando è il nostro piccolo mondo che
viene toccato o infangato, ma siamo pieni di odio e di perbenismo menzognero
nei confronti di chi non ha voce in capitolo, di chi “è diverso”. Se i Lager nazisti non sono esistiti e
se una panchina pubblica non può essere da supporto ad un vagabondo, mi sa che
50 anni di storia non hanno modificato la linea di pensiero pericolosamente
deviato in cui ci sentiamo autorizzati a legalizzare il nostro egoismo e le
nostre paure, sulla base di un lato estetico e su puri convincimenti teorici
contro-corrente. Sfido chiunque, sulla base di questo e
di altri episodi accaduti nel nostro paese negli ultimi anni, a negare ancora
un’evidenza che fa paura e che, tanti anni fa, si è materializzata nelle realtà
di Dachau, Auschwitz o altri tristemente noti, campi di morte. Che il buon Dio possa convertire i
nostri cuori contorti, perché ho la netta sensazione che stia prendendo vita
una realtà sempre più alla deriva dove i principi fondamentali dell’etica e
della dignità, vengono surclassati da pericolose chiusure che negano e
infangano il diritto alla vita. [1] http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/prof-olocausto/prof-olocausto/prof-olocausto.html [2] http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo463722.shtml
|