" E se
domani..." 21 gennaio 2010 di Eleonora Cicero
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"Una volta è un Hitler; un'altra è Ivan il Terribile [...]; in un caso è la rassegnazione, in un altro sono le guerre, o la peste e i terremoti e la carestia. Quel che conta in definitiva è come si porta, sopporta, e risolve il dolore, e se si riesce a mantenere intatto un pezzetto della propria anima.". Etty Hillesum La
Memoria Smemorata
Il
27 Gennaio ricorre il memoriale dell’Olocausto Nazista. Fervono
i preparativi, e scommetto pure, che molti hanno già spolverato le vecchie
frasi di circostanza. Per un giorno, gli archivi dei media, riesumeranno
immagini del passato, e per qualche ora, i nostri occhi si veleranno di
lacrime. Il giorno dopo tutto ritornerà nel vortice del dimenticatoio, e quella
pagina di storia, lascerà spazio al nostro presente democratico che non ha più
Fuhrer, né Duci, né Regimi militari che ne condizionano la sorte…. Ma
siamo sicuri che sia realmente così? Siamo sicuri che quella pagina di storia
debba ritornare nel dimenticatoio? Siamo davvero convinti di poter affermare
con coscienza pulita che quelle immagini appartengano al passato? Non
sarà che la vecchia tirannìa si è ammantata di una veste più presentabile, e
che si nasconda fin troppo bene nelle pieghe della nostra coscienza? Fare
memoria presuppone un ricordare il passato per evitare che succeda nel futuro.
Ma anche qui bisogna stare attenti: quando parliamo di futuro, in realtà stiamo
già parlando del presente! A
volte sembriamo essere degli automi in grado di guardare soltanto passato e
futuro ma il presente ci sfugge completamente! Così
i recenti fatti di cronaca che hanno occupato le cronache di questo inizio
anno, sembrano completamente sganciati dal passato ed estranei al futuro. Così
se nel PRESENTE, migliaia di persone sono costrette a vivere in nuovi di campi
di concentramento in molti paesi del mondo, lo riteniamo soltanto un fatto
transitorio davanti al quale la nostra coscienza storica no ne deve rispondere.
Se gli extra comunitari sono trattati come bestie e vengono guardati a vista,
quasi fossero cattivi per il solo fatto di venire da fuori, facciamo spallucce
e continuiamo a fortificare le nostre mura. Se
migliaia di persone muoiono ogni giorno di fame in tutto il mondo perché le
nostre politiche economiche e sociali garantiscono pattumiere piene a noi e
stomaci vuoti a loro, addossiamo la responsabilità ad un astruso essere non ben
identificato che definiamo “Società”. Qualcuno
storcerà il naso ritenendo “forzato” il nesso tra le nostre problematiche
attuali ed i campi di concentramento nazisti. E invece no! La
deportazione di migliaia di esseri umani nei campi di concentramenti, nacque da
presupposti non diversi da quelli di oggi. Dobbiamo comprendere che quanti
appoggiarono passivamente e attivamente la follia criminale di quelle
ideologie, non hanno meno responsabilità di chi li attuava materialmente. Il
male può esistere nella misura in cui non gli ci si oppone! La
follia del secolo passato ha trovato terreno fertile in situazioni sociali ed
economiche debitamente manovrate ed asservite all’egoismo di tutti. La persona
perdeva l’identità e acquistava senso solo se veniva considerata come parte del
popolo. Con manovre sapientemente cadenzate, il regime riuscì a far passare
messaggi che oggi definiremmo paradossali e inumani. Il problema sta però nel fatto,
che anche noi oggi veniamo quotidianamente esposti al fuoco di fila di un
lavaggio mediatico che a livello sociale e personale, punta ad instillare in
noi la paura degli altri e a far crescere sempre più il nostro personale
egoismo. Oggi
come ieri: in fondo non è cambiato molto! Servono ancora altri esempi? Qualche
giorno fa, ha fatto capolino la notizia che sulle spiagge di Haiti, zona
duramente colpita dal terremoto, a solo pochi metri dalla distruzione e
dall’ecatombe umana, attraccavano navi di lusso con a bordo turisti impegnati a
prendere il sole…. Siamo
davvero convinti che la nostra sensibilità non sia diventata il ristagno putrido
del nostro egoismo? Siamo
ancora convinti di poter condannare la follia passata senza biasimare quella
presente? Siamo convinti che far memoria del passato il 27 Gennaio, possa
acquietare le nostre coscienze? Le
vittime della follia nazista e con esse quelle di tutte le follie umane, sono
lì a ricordarci che non esiste Uomo senza l’altro Uomo; che non esiste Vita senza
Comunione, che non possiamo chiedere giustizia per il passato, continuando a violentare
il presente. Il
passato può essere il maestro Saggio che parla per bocca della storia, o una
sterile cartolina ingiallita, non meno avvizzita del nostro cuore: rimane solo
a noi decidere che interpretazione darne………
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