" E se domani..."                                                                      18 agosto 2009

di Eleonora Cicero

“Nulla è più pericoloso di un’idea,

 quando è l’unica che abbiamo.”

 August Alain


Non passa lo Straniero!

Un famoso detto recita “la lingua batte, dove il dente duole” e così, rieccoci ad affrontare una tematica di cui si è parlato tanto ma che ogni volta viene accolta dall’indifferenza più assoluta: “la discriminazione razziale” o razzismo (che dir si voglia).

Per coloro che ancora cercano di giustificare l’ondata xenofoba nel nostro paese come un attacco infondato ed un’accusa gratuita, propongo un nuovo argomento su cui meditare accuratamente.

Nel comune bergamasco di Capriate, la giunta leghista ha promulgato una delibera tramite la quale si vieta l’apertura di attività commerciali alimentari agli stranieri nella centralissima via della città. Tale divieto, ovviamente non vale per gli imprenditori del posto…[1]

Non mancano le “motivazioni” della giunta comunale che, manco a dirlo, rimanda al mittente l’accusa di discriminazione razziale.

Le motivazioni altisonanti e deliranti sono sempre state il perno delle più grandi forme di discriminazione del pianeta. Nessuno dirà mai esplicitamente: “Lo facciamo perché siamo razzisti e non sopportiamo i <diversi>!”. E’ molto più comodo addurre motivazioni che accontentino la coscienza di qualcuno e che possano far dormire a tutti sonni sereni.

Più volte mi sono trovata ad affrontare questa tematica, mettendo in guardia dall’accentuata tendenza xenofoba in atto in Italia. Qualche volta ho affrontato l’argomento in modo ironico ma, adesso, rimane tutta la rabbia e l’amarezza nel costatare che le cose peggiorano nell’indifferenza generale.

E’ sempre più preoccupante questa demonizzazione del “diverso”! Analizziamo con serietà e senza pregiudizio tutte le decisioni prese in questi ultimi anni: sembrano essere l’inizio di una spirale che tende sempre più a restringersi stritolando gradualmente chi si trova al centro di essa, cioè gli stranieri.

Se crediamo che le leggi razziali nacquero in un contesto fondamentalmente diverso ci sbagliamo: basta aprire un libro di storia per accorgersi di come le similitudini facciano paura rapportandole ai giorni nostri!

Essere uomo nella storia, significa essere una persona matura che fa del rispetto della dignità del prossimo, la premessa indispensabile del suo vivere.

Essere cristiani animati dall’amore di Cristo, significa guardare gli eventi e riconoscere in essi quelle dinamiche che vanno contro il Vangelo. In questo, il martire carmelitano Tito Brandsma[2] ci è maestro: prima ancora dell’occupazione dell’Olanda da parte del regime tedesco ed in tempi non sospetti, lui vedeva nella teoria della razza ariana,l’abominio dell’uomo e metteva in guardia da quella nuova forma di idolatria. Egli, davanti al giudice tedesco che lo interrogava accusandolo di essere anti-tedesco, sosteneva di rispettare la forza occupante nella misura in cui le sue direttive non andavano contro il Vangelo: quando queste si scontravano con la Parola di Dio, lui (e la Chiesa) aveva il diritto e il Dovere di opporsi.

Siamo chiamati, sull’esempio di Tito, ad essere sentinelle dei nostri tempi, a comprendere, aldilà dei lavaggi del cervello e delle giustificazioni di comodo, in che direzione la nostra società sta andando e di opporci a quelle decisioni che di fatto privano l’uomo della sua dignità, indipendentemente dalla razza, dal sesso e dalla religione. E’ preoccupante che nel 2009 dobbiamo ancora richiamare i termini “sesso” “razza” “religione” per affermare l’uguaglianza di tutti gli uomini.

Ritenersi innestati in Dio, significa prendere posizione davanti a quelle decisioni che snaturano il senso stesso del Vangelo; significa essere sinceramente sdegnati per il trattamento a cui sono soggetti gli stranieri nel nostro paese. Dobbiamo fare un serio discernimento ed avere il coraggio di prendere posizione senza aspettare che lo facciano gli altri, senza aspettare una reazione ufficiale, che tarda ad arrivare, dalle istituzioni ecclesiastiche. Siamo chiamati tutti a responsabilizzarci e a vivere l’accoglienza in modo gratuito.

Non ci si può sentire a posto con la nostra coscienza per il semplice fatto che sono gli “altri” che prendono questo tipo di decisioni e noi possiamo solo “subirle”. Nel nostro paese il vero Sovrano è il Popolo e i nostri rappresentanti dovrebbero interpretare il desiderio del popolo e non credere di avere il monopolio assoluto di leggi e costituzioni. Se il Popolo però, non prende posizione, non s’indigna e, in maniera complice, continua a stare nell’ombra, beh,. allora questo popolo non è meno responsabile di chi quelle legge le promulga e le approva.

Che il buon Dio ci illumini perché, quanto a noi, abbiamo già staccato l’interruttore da un pezzo e vaghiamo a tentoni nel buio più assoluto del nostro egoismo.

 




[1] http://www.essenzialeonline.it/costume/A-Capriate-niente-kebab-servito-da-stranieri_11551.html

 

[2] Carmelitano olandese ucciso con un’iniezione di acido fenico nel campo di concentramento di Dachau (Germania)



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