" E se domani..."                                                                  17 settembre 2010

di Eleonora Cicero

 

“Soltanto una vita vissuta per gli altri

 è una vita che vale la pena vivere”


Albert Einstein


 

Italiani brava gente?


Il rapporto “Conventional Arms Transfers to Developing Nations 2002-2009” redatto da Richard F. Grimmett" suona senza appello: l’Italia è il quinto esportatore di armi e crescono gli affari con i paesi del Sud del mondo.

Una tratta che arricchisce le tasche dei nostri fabbricanti con il tacito assenso di tutte le Istituzioni e di tutto il Popolo Sovrano.

Notoriamente, la fabbricazione di armi non è mai finalizzata per una convivenza pacifica e se a questo aggiungiamo, che i paesi del Sud del mondo, sono quelli notoriamente più instabili politicamente e più soggette a mattanze di varia entità, si può comprendere quanto poco onore faccia alla dignità del nostro paese questa notizia.

Eppure in nome del mercato e dell’economia, questo ci va bene. Accettiamo di essere dei produttori di morte e violenza senza che questo ci sconvolga più di tanto.

Ma che strada sta prendendo il nostro paese?

Solo pochi giorni fa gli spari su un peschereccio italiano da parte dei libici, è stato giustificato con un “si sono scusati. Pensavano fossero clandestini” da parte del nostro Ministro degli Interni. Una giustificazione che dovrebbe suonare inquietante o quantomeno grottesca. La questione suona pressappoco così: se trattasi di un gommone italiano, sbagliano a sparagli contro;  se trattasi di un gommone di clandestini, allora possono fare fuoco e visto l’equivoco, sono giustificati!

Ma che fine ha fatto l’umanità del popolo italiano? Quale mostro xenofobo si nasconde dietro la maschera del bel paese? Possibile che la gente di cuore, che si incontra per strada, deve essere rappresentata da un apparato politico ed economico che non fa sconti a nessuno?

Dove sono finiti i valori che hanno caratterizzato la nostra Patria ed il suo popolo valendogli l’appellativo di “italiani brava gente”? E perché la gente perbene non prende posizione?

La nostra storia è macchiata da brutte pagine che non si possono cancellare né strappare ma a noi è data la possibilità di scrivere pagine nuove intrise di speranza e convivialità.

Quando si fonda una ricchezza sulle armi o si considera la vita degli “altri” come un errore di madre natura e, come tale, non meritevole del nostro rispetto, si calpesta quanto di più sacro ci è stato consegnato. Il nostro silenzio e la nostra indifferenza costituiscono una colpevole accusa alle nostre esistenze perbeniste che criticano gli altri ma non sono in grado di vedere i propri crimini.

Qualcuno si è convinto che il senso della nostra esistenza ruoti esclusivamente sul denaro e sul potere ma dimentica che siamo stati creati per Amore e che un giorno Dio chiederà conto ad ognuno di noi non solo per i pensieri e le opere ma anche per le omissioni.

Se questo ancora non bastasse, guardiamo il sangue delle “nostre” vittime, guardiamo i drammi degli “altri” e vergogniamoci di definirci ancora “brava gente”.

haselix@gmail.com