" E se domani..."                                                                      14 dicembre 2009

di Eleonora Cicero


“Meno è intelligente il bianco,

 più gli sembra che sia stupido il negro.”

André Gide


Il Dio di Colore Scuro

Fra le tante notizie bizzarre che incorniciano questo periodo natalizio, non può mancare lo strano scalpore suscitato dalla procura di Verona di allestire un presepe con la natività dalla pelle scura.

Apriti cielo! In una società che tende a raffigurare il bambinello biondo e con gli occhi azzurri (tratti tipicamente mediorientali!!), la singolare iniziativa di colorarlo di nero, suona un affronto a verità ineccepibili che trovano nella tradizione ancestrale, radici solide!

In fondo, siamo già abbastanza altruisti a lasciare di colore scuro i tre Magi, perché cambiare il DNA della famiglia di Nazareth?!  Quale affronto è mai questo?! Questi extra-comunitari hanno invaso pure i nostri presepi!!

In tutta la babilonia di assurdità e buonismi di facciata che tanto caratterizzano questo periodo, credo che la scelta di proporre un Cristo di colore nero, sia la più sensata per rappresentarlo.

Abbiamo un rifiuto xenofobo al solo pensiero che il “nostro” Gesù, venga rappresentato come appartenente ad un’altra “razza”, lo riteniamo blasfemo! Eppure quale grande verità in quel colore della pelle! E non solo perché oggettivamente è più probabile che avesse tratti più mediterranei che scandinavi, ma perché Lui è venuto per Tutti e non ha avuto tentennamenti nello schierarsi dalla parte dei più deboli, degli oppressi, della “razza umana di serie B”.

Accettare questo “piccolo” concetto, significa non assumere atteggiamenti difensivisti davanti a questo tipo di iniziative che possono solo far riflettere sul significato autentico del Vangelo.

D’altronde non deve stupire di vedere un Cristo nero in Africa, un crocefisso dagli occhi a mandorla in oriente o una natività indios in Sudamerica: questo è il messaggio del Cristianesimo, questa è l’apertura che il mondo cattolico è tenuto a concretizzare!

Farebbe bene a tutti noi assistere ad una Liturgia della Chiesa Africana o al coraggio della Chiesa Cinese che, a costo dell’incolumità personale dei fedeli e dei suoi ministri, porta avanti con coraggio il Vangelo di Cristo. In occidente abbiamo smarrito il senso autentico del Natale e del Vangelo in generale, e l’apertura agli altri può solo arricchirci evangelizzandoci nuovamente.

La grotta di Betlemme rappresenta la casa di tutti gli uomini che a essa si recano ad adorare il Redentore del mondo ospitato in una mangiatoia. Non si può pretendere d’interpretare la natività come una scenetta edulcorata da contemplare in una fredda notte di Dicembre con la neve a imbiancare tutto il paesaggio e con il cuore indurito dalle nostre paure. Cristo è di tutti perché è in tutti: se fa notizia l’iniziativa di un presepe con i personaggi di colore, significa che dobbiamo seriamente interrogarci sul significato da dare a questa festa. Cristo è venuto per riunire il popolo di Dio e non per essere oggetto d’interpretazioni sapientemente mistificate che, di fatto, ghettizzano gli uomini.

Non resta che approcciarci al Vangelo da un altro punto di vista e pregare il Signore Dio di accoglierci in quella piccola grotta anche se siamo bianchi, ipocriti, presuntuosi e demenzialmente superficiali!

 



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