“Che risponderai a Dio,
tu che vesti i muri e non vesti il tuo simile?
Tu che ami il tuo cavallo
e non hai uno sguardo per il fratello in miseria?
Tu che lasci marcire
il tuo grano e non nutri chi ha fame?”
San Basilio
Il Dio degli altri
Continuo
a non comprendere, a rimanere ammutolita mentre l’assurdo scorre sotto
ai nostri occhi, con un’indifferenza sconcertante.
Così tutto svela un motivo ufficialmente legittimo che, di fatto,
rivela solo lo sfascio di una società alla deriva, nella quale ciò che
non ha senso, si ammanta di significato, e quello che è un diritto
inalienabile di ogni essere umano, viene ritenuto una cancrena utopica
da distruggere.
La cronaca così, ci ripropone ancora una volta, nuovi scontri e
rinnovate ghettizzazioni: uomo contro uomo, dignità contro dignità,
fratello contro fratello…. e cosa importa chi ha “ragione” e chi ha
“torto”: siamo tutti perdenti.
Ho notato uno strano meccanismo, perverso nel suo sorgere, spietato nel
suo evolversi e che abilita a ritenere “NORMALE” usare due pesi e due
misure a secondo della razza, della religione e della cultura di
appartenenza.
Gridiamo così alla difesa del cristianesimo dall’ingerenza religiosa
altrui, e ci sentiamo, per l’ennesima volta, autorizzati, a
classificare tutti coloro che non professano la nostra religione, come
una razza umana di serie B. Ci sfugge proprio il concetto che nel
momento in cui noi affermiamo di credere all’Unico Dio, creatore del
cielo e della terra, automaticamente non riteniamo possibile (o, almeno
così dovrebbe essere!) che gli “altri” uomini, siano sotto la
protezione di un Dio diverso.
In pratica, se crediamo nel Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe e di
Gesù Cristo, allora dovremmo sapere che ogni creatura sopra il cielo e
sotto terra, è cara ai suoi occhi, indipendentemente dalla fede
professata e dalla “razza” di appartenenza.
Invece no! Ci armiamo, di tutti gli alibi disponibili, per accampare nuovi steccati e vecchie crociate.
Diventa così molto meno ingombrante asserire che gli “stranieri” minano
la sicurezza civile, mentre nessuno si è mai posto il cruccio, di
chiedersi se le condizioni in cui molto spesso sono costretti a vivere
per fare lavori sottopagati e non in regola, siano degni di un essere
umano.
Il solo titolo di extracomunitario del sud o dell’est del mondo,
abilita a pensare che queste persone siano degne di abitare in luoghi
dove nemmeno i ratti, si sognerebbero di passare la loro esistenza.
Tuttavia, fino a quando loro non creano problemi e non rivendicano
diritti altri, tutto va bene: è così che deve funzionare. A loro
penserà il loro dio, un altro dio che non è il nostro.
Il loro Signore, diventa quindi un dio che non ci appartiene, si
identifica con preghiere diverse: è un dio di serie B anzi, non è
nemmeno un dio.
Ma il Dio che proponiamo noi, cos’è?
Non è Amore, non è Misericordia, non è Pietà, non è Accoglienza, non è Solidarietà né Pace.
E’ un dio pre-confezionato, atto a soddisfare i nostri capricci e le
nostre pretese e non è meno inconsistente di quello degli “altri”.
Abbiamo e non condividiamo, sfruttiamo e non accogliamo, pretendiamo e
non doniamo… però abbiamo l’ardire di definirci Cristiani!
Il Dio degli altri è il nostro stesso Dio, quello stesso Padre che ama
tutti i suoi figli fino al Dono estremo della Vita. E’ il Dio che non
si scandalizza di stare con gli ultimi, con i derelitti della storia,
con quanti vivono le loro tragedie nell’inferno senza voce del nostro
presente. E’ il Dio che non si compra col denaro, né si vende al
migliore offerente. E’ il Dio che non impone ma che accoglie tutti
liberamente.
…Continuo a non capire a rimanere ammutolita mentre l’assurdo scorre
sotto ai nostri occhi, con un’indifferenza sconcertante… tuttavia
continuo a sperare, perché, nonostante tutto, continuo a credere nel
Dio nostro, nel loro Dio, nel Dio della Vita….
haselix@gmail.com
|