"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"
L’amaca martedì 15 maggio 2007 di Michele Serra Chissà
che cosa pensa il cattolico Berlusconi, seduto sul suo montarozzo di
fantastiliardi, quando il Papa mette nella pattumiera della storia,
insieme al comunismo, anche il capitalismo. Probabile che la cosa gli
entri da un orecchio e gli esca da quell’altro, come tutto quello che
non si accomoda con il suo narcisismo sempliciotto. Per lui la religione,
specie adesso che c’è Ratzinger, è una specie di body-guard
ideologica, una piazza conservatrice come quella romana, una scorciatoia
dialettica (quando non sa bene che cosa dire, dice "sono cattolico
pure io"). Oh sì, deve aver sentito parlare qualche volta delle
strambe politiche sociali di quelli della Caritas, o del mondo
missionario, dei preti antimafia, di certi monaci barbuti che hanno il
ticchio della cultura e dell’ecumenismo. Deve avere sentito, da certi
preti di margine, le cose di fuoco contro il mercato che neanche
Bertinotti osa più dire. Ma deve averli messi in quota, in cuor suo, tra
gli eccentrici e i lavativi che ogni azienda ha l’ingrato compito di
sopportare. Non in Consiglio d’amministrazione, comunque. La religione,
per gli uomini d’azione, non deve creare impicci, imbarazzi, non deve
farla troppo lunga. Non è un vizio da intellettuali, è un comfort
sociale. "Piacere, sono cattolico anch’io" è sempre meglio,
in Italia, che doversi presentare per davvero. testo integrale pubblicato da "La Repubblica" - 15 maggio 2007 |