"La nonviolenza oggi"
Intervista ad Angelo Cavagna
Paolo Arena e Marco
Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di
informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione
nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.
Padre Angelo Cavagna
e' religioso dehoniano, prete operaio, presidente del Gavci (gruppo di
volontariato con obiettori di coscienza), obiettore alle spese militari,
infaticabile promotore di inizative di pace e per la nonviolenza. Tra le opere
di Angelo Cavagna: Per una prassi di pace, Edb, Bologna 1985; (a cura di, con G.
Mattai), Il disarmo e la pace, Edb, Bologna 1982; (a cura di), I cristiani e
l'obiezione di coscienza al servizio militare, Edb, Bologna 1992; I malintesi
della missione, Emi, Bologna; (a cura di), I cristiani e la pace, Edb, Bologna
1996. Si veda anche la prima risposta di questa intervista]
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Come e' avvenuto il
suo accostamento alla nonviolenza?
- Angelo
Cavagna: Fin dal 1977 avevo
iniziato il Gavci (Gruppo Autonomo di Volontariato Civile in Italia), in
alternativa al servizio militare, che durava 8 mesi in piu' del militare.
Avevo
intenzione di avviare anche il Gavce (Gruppo Autonomo di Volontariato Civile
all’Estero). Ma incontrai per caso
il senatore Giovanni Bersani di Bologna, che aveva gia' fondato il Cefa
(Comitato Europeo di Formazione e Agricoltura), che sviluppa progetti rurali nel
terzo mondo, con il minimo di due anni interi di servizio volontario, e con
l’obiettivo, dopo due o tre anni, di lasciare tutto in mano ai locali ben
preparati per continuare da soli con tutto l’occorrente: realta' dimostratasi
valida. Personalmente, adesso, ho solo l’incarico di assistente spirituale del
Cefa. Per ora, invece, continuo ad essere presidente del
Gavci.
Per quanto riguarda il
Gavci mi sono sempre ispirato a don Milani, per la nonviolenza, oltre a Gandhi,
Martin Luther King, S. Francesco d’Assisi, che si oppose alle crociate e ando'
da solo dal capo dei musulmani ottenendo liberta' piena di aprire i suoi
monasteri nei loro territori, cosicche' nella regola del Terz’ordine di S.
Francesco (i laici) c’e' (o c’era) scritto, tra l’altro: “Non accettino e non
portino seco armi micidiali contro alcuno”, ecc.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu'
per lei, e perche'?
- Angelo Cavagna:
Devo essere sincero:
coloro che mi convincono di piu' sul valore e la necessita' della nonviolenza
sono stati i soldati e i generali.
Sono stato con
i cinquecento dei “Beati i costruttori di pace” di Padova a Sarajevo, in piena
guerra, contro tutte le previsioni. Ma il generale dei serbi che controllava
quella parte della citta' non ci lasciava entrare. Nel secondo giorno di blocco
il generale accetto' una delegazione di dieci persone, fra cui il sottoscritto,
per dialogare con lui. Diverse persone fecero delle domande gentili, per non
urtarlo, e anche lui rispose gentilmente. Ad un’ennesima domanda gentile
scoppio' in un urlo che l’interprete non voleva tradurre. Noi, al contrario,
eravamo curiosi di sapere cosa avesse detto. Dopo un po’ fece segno
all’interprete di tradurre, che disse: “Ma la guerra e' sporca”, come dire: “E’
inutile fare domande gentili sulla guerra: la guerra e' sporca!”. Poi però il generale
aggiunse: “Se ho ben capito vi rimane un giorno solo di permanenza a Sarajevo:
cosa pensate di risolvere in un giorno solo?”. Mi venne di botto la
risposta: “Noi non abbiamo nessuna velleita' o presunzione di risolvere i vostri
problemi. I vostri problemi ve li risolverete voi. Ma siamo qui a dirvi due
cose: non li risolverete con la guerra! Dicendo cosi' fui facile profeta: dopo
poco tempo i serbi dovettero lasciare Sarajevo e portarono con se' anche le ossa
dei loro morti, inoltre abbiamo portato con noi una proposta di patti di pace
preparata con l’aiuto del professor Antonio Papisca docente del dipartimento dei
diritti civili all’Universita' di Padova, con la proposta di invitare a tali patti anche un Premio Nobel
per la pace. Ora io le consegno una copia di tale proposta di pace e, se
permette a noi di entrare in citta', ne consegneremo copia ad ognuna delle altre
parti in conflitto”.
Il generale rispose:
“Adesso ho capito il vostro progetto: potete entrare! E io parto subito a dare
ordine ai miei soldati che nessuno vi spari”.
Un’altra lezione di
nonviolenza me la diedero gli Alpini. Una canzone diceva “Prendi il fucile e
vattene alla frontiera. La' c’e' il nemico, che alla frontiera aspetta”. Un
tempo facevo il prete operaio in agricoltura. In due mungevamo sessanta vacche.
Una volta, per passare il tempo, io cantai quella canzone. Intervenne il mio
collega: “Vuoi sapere come la cantavano gli Alpini durante la seconda guerra
mondiale?”. Io risposi: “Si', mi interessa”, e lui: “Prendi il fucile e gettalo
giu' per terra: vogliam la pace, vogliam la pace, vogliam la pace e non mai piu'
la guerra!”.
Altra lezione contro
la guerra l’appresi da mia cognata; suo papa' era stato soldato in Abissinia al
tempo del duce. Una volta tornato diceva: “Alla partenza i comandanti ci
dicevano che andavamo a portare la civilta'... Erano gli africani che ci
insegnavano la civilta'!”.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si
accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine
fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?
- Angelo Cavagna:
Al
primo posto metterei senz’altro il Vangelo. Ho scritto anche un articolo su “Il
Vangelo della pace”. Per lo piu' non si ha idea della rivoluzione di pace
portata da Gesu' nel mondo. Al suo tempo a Roma su dieci persone che
nascevano otto erano gia' schiave dalla nascita e per tutta la vita. Gesu'
disse: “Voi siete tutti fratelli”.
All’inizio del
cristianesimo era nato un movimento di giovani obiettori, di cui faceva parte
San Massimiliano martire, da me lanciato come martire obiettore, protettore
degli obiettori. Ci sono gli atti del processo in cui venne condannato a morte,
ripetendo insistentemente: “Sono cristiano, non posso fare il soldato”. Il Gavci
ha ancora un buon numero di libretti stampati con gli atti di un convegno
nazionale su di lui tenuto al santuario “Madonna della pace” di Albisola
superiore, di cui furono promotori Gavci, Caritas Italiana, Pax Christi,
Dehoniani, Salesiani. Su S. Massimiliano si
veda il libro di P. Siniscalco,
Massimiliano, un obiettore di coscienza del tardo impero, Paravia. Gli
Atti del
martirio di San Massimiliano di Tebessa, sono rintracciabili nella rete
telematica.
Altri libri molto
interessanti sono: Alberto Trevisan, Ho
spezzato il mio, fucile storia di un obiettore di coscienza, Edb (Edizioni
Dehoniane Bologna); Erna Putz, Franz
Jagerstatter un contadino contro Hitler, Editrice Berti; don Primo Mazzolari, Tu
non uccidere, San Paolo edizioni; don Lorenzo Milani,
L’obbedienza non e' piu' una virtu', Libreria editrice fiorentina; Aldo Capitini, Le
tecniche della nonviolenza, Feltrinelli; Jean-Marie Muller,
Lessico della nonviolenza, Ega; Martin Luther King, Io
ho un sogno, Scritti e discorsi che hanno cambiato il mondo, Sei; Gandhi: Teoria e
pratica della nonviolenza, Einaudi; Ernesto Balducci,
L’uomo planetario, Ecp; mons. Tonino Bello:
Diario della marcia di Sarajevo; Scritti di pace,
Edizioni Luce e vita; Dizionario di teologia
della pace a cura di Luigi Lorenzetti, Edb; Autori vari, Il
disarmo e la pace, Edb.
Personalmente ho
curato anche i seguenti volumi che reputo interessanti: Nuove mete dell’azione
sociale; I cristiani e la pace;
I
cristiani e l’obiezione di coscienza al servizio militare. Tutti per Edb
(Edizioni Dehoniane Bologna).
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in
Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con
più impegno?
- Angelo Cavagna:
Certamente sono tante
le lotte nonviolente che vanno sostenute in Italia e nel
mondo.
Anzitutto, per
l’Italia, il Governo sta letteralmente distruggendo il servizio civile. Ce lo stanno invidiando e imitando altri paesi e
noi continuiamo ad aumentare le spese militari e tagliando le spese per il
servizio civile, come pure la sanita', la cooperazione internazionale, la
scuola, ecc.
Quanto al servizio
civile non e' che manchino i giovani disponibili, semplicemente si tagliano i
soldi e gli ammessi al servizio civile sono gia' ridotti dai 40.000 di pochi
anni fa ai 18.000 previsti quest’anno.
Inoltre va rilanciata
con forza la via istituzionale alla pace. Ossia un vero governo continentale e
uno mondiale, con il principio di sussidiarieta'.
Cio' e' gia' previsto
nell’articolo 11 della Costituzione Italiana, che nella prima parte afferma
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri
popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, e nella
seconda parte: “L’Italia consente, in condizioni di parita' con gli altri stati,
alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace
e la giustizia fra le nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni
internazionali rivolte a tale scopo”.
Al contrario,
incominciando con la Thatcher del governo inglese, seguita poco dopo da Reagan
del governo statunitense, si e' data liberta' alle multinazionali di fare cio'
che vogliono, ossia i propri interessi, nei loro paesi e nelle altre nazioni. Il
che significa l’impero del potere economico-finanziario a livello mondiale e la
distruzione del governo civile politico.
Il liberismo
economico-finanziario e' la vera crisi mondiale di oggi, e' la crisi anche del
capitalismo, di cui per fortuna si comincia a parlare
apertamente.
I problemi di
giustizia e di solidarieta' oggi sono mondiali e cio' esige un vero ordine
mondiale con il principio di sussidiarieta'. E’ la via istituzionale alla pace.
Senza questa il mondo va nella miseria totale.
Cosi' pure merita
un’attenzione particolare la lotta nonviolenta in atto in Palestina con la
collaborazione tra gruppi israeliani e palestinesi. Vi sono gruppi, da una parte
e dall’altra, che sono contrari alla guerra e lavorano insieme pacificamente per
una soluzione nonviolenta: due popoli e due stati, con rispetto
reciproco.
Nel Gavci e' presente
il signor Mauro Lamberti che e' stato piu' volte in Palestina incontrando i
vari gruppi, e poi ha organizzato qui in Italia incontri di informazione e
formazione su tale questione, con la presenza contemporanea di rappresentanti
sia israeliani che palestinesi i quali si esprimevano in modo meravigliosamente
consenziente.
Inoltre il Gavci
aderisce alle seguenti campagne di lotta nonviolenta: Comitato “Energia e
democrazia - No al nucleare”; “Io sto con la pace”,
campagna per la pace in Palestina e contro il blocco di Gaza, inaccettabile e
controproducente; Marcia per la Pace
Perugia- Assisi, “Una nuova marcia per l’Italia” - Comitato nazionale per il L
anniversario della Marcia per la Pace Perugia-Assisi. Gli obiettivi e i
programmi. Quello che faremo insieme fino al 25 settembre 2011; "Italia: manovra
iniqua”, petizione di Sbilanciamoci per tassare le rendite (“La manovra
finanziaria,approvata in Consiglio dei Ministri e successivamente in Parlamento
e' fortemente iniqua, e avra' conseguenze gravissime per i soggetti piu'
deboli”. Lo afferma una nota inviata alla stampa della campagna “I diritti
alzano la voce”. La campagna, promossa da 25 organizzazioni del volontariato e
del terzo settore italiani, al pari della Conferenza delle Regioni e delle
Province Autonome, boccia senza mezzi termini la manovra varata dal
Governo).
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un
impegno nonviolento?
- Angelo Cavagna:
Come ho gia' detto: in
una riforma radicale dell'Onu e anche dell'Unione Europea.
L'Onu attuale e'
ancora quella costruita dai cinque paesi vincitori della seconda guerra mondiale
sotto la guida degli Stati Uniti. Hanno fatto l'assemblea con i rappresentanti
di tutti i governi del mondo, ma che non possono fare la minima legge; votano
solo delle dichiarazioni, al massimo delle raccomandazioni, ma che non obbligano
nessuno. Anzi, hanno creato, invece, il Consiglio di Sicurezza, l'unico che
decide qualcosa, dove si sono messi solo
i rappresentanti del cinque paesi vincitori per di piu' con il diritto di veto
singolo. In pratica l'Onu spreca soldi e chiacchiere inutili. L'ha confermato
l'ex segretario generale dell'Onu Boutros-Boutros Ghali, in un articolo che
lessi su "L'Unita'", mentre aspettavo il mio turno dal barbiere, che concludeva
con questa frase che dice tutto: “Le istituzioni internazionali, che dovrebbero
garantire giustizia e pace per tutti i popoli, sono a uno stato poco piu' che
embrionale”. In pratica non funzionano.
Lo stesso criterio,
finora, vale anche per qualsiasi istituzione sovranazionale, come quella
dell'Europa. Al tempo in cui, alcuni anni fa, Berlusconi era coordinatore
dell'Europa, il Parlamento Europeo stava costruendo una Costituzione Europea. Si
discusse anche se concedere all'Europa una qualche vera autorita' continentale,
sovranazionale. La conclusione fu: no. Berlusconi si alzo'
dalla sua poltrona centrale e scese in platea ad abbracciare Fausto Bertinotti
di Rifondazione comunista esclamando: “Abbiamo fermato il superstato!” Cosi' il
potere continentale, come quello mondiale, non e' politico, ma
economico-finanziario, guidato dagli interessi privati.
Molte persone
ritengono velleitarie queste idee di nonviolenza e di diritto internazionale.
Al
contrario, ormai molti Premi Nobel per la Pace hanno scritto pagine storiche
magnifiche. Si pensi a Nelson Mandela che, dopo 27 anni di carcere per la sua
lotta contro l'apartheid in Sudafrica, e' stato liberato ed eletto a capo del
governo. Si pensi all'Italia prima dell'unita' politica, piena di eserciti
cittadini e regionali. Fatta l'unita' politica nazionale: via tutti questi
eserciti, salvo un esercito nazionale.
Oggi tutti si fanno
belli dicendo che il mondo e' diventato un “villaggio planetario”. Ma io dico
che questo villaggio e' ancora senza Sindaco e senza un vero Consiglio Comunale,
per cui e' pieno di problemi e di divisioni culturali, sociali ed economiche. Da
qui la necessita' di un minimo di vera autorita' sovranazionale, per garantire
giustizia e pace per tutti gli uomini. Al contrario, un vero
villaggio planetario permetterebbe di eliminare tutti gli eserciti (= uso
omicida della forza), e sostituirlo con un “Corpo di polizia internazionale” (=
uso non omicida della forza), alle dipendenze dirette di un vero governo
democratico internazionale, secondo il principio di sussidiarieta', come
indicato dal Papa nell’Enciclica “Caritas in veritate” con chiarezza e forza:
“Urge la presenza di una vera autorita' politica mondiale”, “Occorre realizzare
un opportuno disarmo integrale” (nn. 38 e 77).
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe
a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi
in Italia?
- Angelo Cavagna:
Gavci, via Scipione
dal ferro 4, 40138 Bologna; Caritas italiana,
regionale, diocesana; Loc (Lega obiettori di
coscienza), via Pichi 1, 20143 Milano;
Associazione
Papa Giovanni XXIII, caschi bianchi, via Dante Alighieri,
61013 Mercatino Conca (Pu); Cefa (Comitato Europeo
di Formazione e Agricoltura), via Lame 118, Bologna, tel. 051520285;
Cipax (Centro
Interconfessionale per la Pace) via ostiense, 152, 00154 Roma, tel. 0657287347;
Beati i
costruttori di pace, via Antonio da Tempo 2, 35131 Padova, tel. 055631629
- 3483323254.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Come definirebbe la
nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche
fondamentali?
- Angelo Cavagna:
Escludere sempre e in
ogni caso l’uso omicida della forza. Come ha detto Gesu' Cristo a S. Pietro che,
nel giardino degli ulivi, aveva tentato di uccidere uno di coloro che erano
venuti per arrestare Gesu'. Anzi fece subito il miracolo di riattaccare e
guarire l’orecchio, dicendo a Pietro: “Metti via la spada, perche' chi di spada
ferisce di spada perisce”.
In altra circostanza
Gesu' disse: “Amate i vostri nemici, pregate per i vostri persecutori, non
voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva”.
Giunto in cima al
Calvario, sempre Gesu' disse alle sue donne che piangevano su di lui: “non
piangete su di me, ma su di voi e sui vostri figli, perche' se cosi' avviene del
legno verde, che ne sara' del legno secco?”. Una volta in croce disse al ladrone
pentito: “Oggi stesso sarai con me in Paradiso”.
E mentre stava per
morire, per coloro che l’avevano fatto condannare a morte (”Crocifiggilo!”) e
ancora lo deridevano dicendo: “Tu che ti credi il figlio di Dio scendi dalla
croce poi ti crederemo”, Gesu' prego': “Padre, perdona loro, perche' non sanno
quello fanno!”.
Eppure un certo uso
della forza lo fece anche Gesu' quando, presa una frusta, caccio' i ladroni dal
tempio: “Della mia casa di preghiera ne avete fatto una spelonca di ladri”. Ma
non uccise nessuno.
E su questo mi diede
una bella lezione il generale Bruno Loi, che di “missioni (cosiddette) di
polizia internazionale” se ne intendeva (in Libano, in Somalia, ecc.) e mi
disse: “Non si possono mandare gli eserciti a fare azioni di polizia
internazionale, perche' l’esercito, quando parte, va allo sbaraglio: o io
sbaraglio te o tu sbaragli me, e il soldato, per formazione e mezzi, deve essere
addestrato ad uccidere e ad uccidere bene, altrimenti come soldato non vale.
Invece la polizia non ha lo scopo di uccidere, anzi dovrebbe essere dotata di
armi intrinsecamente non letali”. Da qui la distinzione essenziale tra esercito
(= uso omicida della forza) e polizia (= uso non omicida della
forza).
Nell’antico testamento
Dio aveva dato come comandamento: “Ama il tuo prossimo come te stesso”. Nel
nuovo testamento ha detto: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi e do'
la mia vita per voi”.
E’ cio' che Gesu' ha
fatto e hanno fatto con lui tanti martiri della fede e
dell’amore.
La definizione della
nonviolenza e' innanzitutto esclusione di ogni uso omicida della forza, compresa
la pena di morte, che gia' si sta affermando in varie
nazioni.
Ma e' soprattutto un
impegno positivo e fattivo di amore per ogni persona umana. Odio, vendetta,
abbandono di chi e' nel male e nella miseria non fanno altro che aumentare il
male. Non si deve rispondere al male con altro male, si peggiora soltanto il
male. Il male va combattuto con il bene, con il dialogo fiducioso, con il
perdono, con la solidarieta', con la giustizia, con l’amicizia, con la
correzione fraterna.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede
tra nonviolenza e femminismo?
- Angelo Cavagna:
L’essenzialita' della
nonviolenza vale sia per l’uomo che per la donna. In genere l’uomo e' piu'
grossolano e andante sia nel bene che nel male, la donna, invece, e'
tendenzialmente piu' sottile, sia nel bene che nel
male.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede
tra nonviolenza ed ecologia?
- Angelo Cavagna:
Strettissimi! Il
Nuovissimo dizionario della lingua italiana, seconda edizione, di Fernando
Palazzi, edito dalla casa editrice Ceschina di Milano, da' il seguente
significato della parola “Ecologia”: (da casa e discorso) = “Studio della vita
degli organismi animali o vegetali rispetto all’ambiente”. Quella che e' la
natura e l’ambiente degli esseri spirituali, animali e vegetali e' la casa degli
esseri vitali.
Distruggere le regole
della natura e l’ambiente significa distruggere la stessa vita umana, animale e
vegetale. Purtroppo sono gli stessi scienziati che da tempo stanno avvertendo
che ci stiamo avvicinando a situazioni tali da far sparire la stessa vita umana dalla faccia della
terra.
Le stesse bombe
atomiche sono ormai distribuite su gran parte della faccia della Terra. America
e Russia sono almeno vent’anni che stanno studiando le “Bombe meteorologiche”,
ecc.
Gli stati fanno
addirittura delle leggi che permettono, e a volte incoraggiano, l’aborto, ecc. Siamo fuori di
testa.
Quand’ero piu'
giovane, mi trovavo a Modena e feci per circa cinque anni il prete operaio in
agricoltura. Tra l’altro, insieme ad un altro, dovevamo mungere le vacche (una
sessantina). Un mattino arrivai alla stalla e cosa vidi? Tutte le vacche in
cerchio, una dietro l’altra. Non ne mancava una. Corsi a vedere cosa fosse
successo. Al centro vidi una vacca che aveva fatto un vitellino e lo accudiva.
Attorno ad essa, alla distanza di due metri, il primo cerchio e dietro tutte le
altre in perfetto ordine.
Un’altra mattina,
vicino alla stalla c’era il gabbione del toro (un bestione canadese) fatto con
spranghe di ferro. Guardando vidi che era entrato un vitellino appena nato che a
mala pena stava sulle gambine. Corsi la' perche' solo che lo toccasse lo avrebbe
ammazzato. Cosi' vidi che il vitellino cercava di avvicinarsi al toro, ma quello
si tirava indietro per paura di fargli del male. Entrai, portai via il vitellino
e lo ricondussi da sua madre, che continuo' a curarlo per
bene.
Sempre a Modena
avevamo un prato con una stalletta dove tenevamo due o tre pecore e anche un
caprone. Ogni tanto andavo a vederli; in particolare portavo con me un pezzo di
pane e alzavo la mano per farlo vedere al caprone che, come mi vedeva, mi
correva incontro, prendeva il pane e lo mangiava. Una volta feci come al
solito e il caprone mi corse incontro, ma non guardo' nemmeno il pezzo di pane,
invece mi prese a cornate respingendomi indietro. Non capivo perche' facesse
cosi'. Guardai intorno e vidi la capra che aveva partorito un caprettino e lui,
il caprone, a distanza di sette metri, teneva lontani tutti, persone e animali,
mentre la capra accudiva il suo caprettino. Quale lezione di rispetto della vita
nascente! E’ una lezione della natura animale soprattutto per gli esseri umani,
che si fan belli a legittimare e, a volte, addirittura a costringere i papa' e
le mamme ad uccidere i loro figli ancora nel seno della mamma, ad uccidere gli
anziani e comunque i parenti ammalati con l’eutanasia.
La nonviolenza,
rispetto all’ecologia, esige leggi di giustizia per garantire a tutte le
persone, di tutti i popoli, il cibo, l’acqua, la cura della salute, la scuola,
l’informazione e l’attuazione di tutti i diritti umani dei singoli, delle
famiglie e di tutti i popoli. Occorre unire i popoli nella verita' e
nell’amore.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede
tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti
umani di tutti gli esseri umani?
- Angelo Cavagna:
Credo di aver gia'
detto tutto rispondendo alla domanda precedente.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta
antimafia?
- Angelo Cavagna:
Non sono uno
specialista della questione. Ho sentito pero' persone del sud parlare della
mafia come "difensori delle loro famiglie, del loro territorio, della loro vita,
mettendo a rischio la propria vita". Ma i mafiosi fanno un
uso omicida della forza armata, lo
facessero anche con le migliori intenzioni. E si sa che lottano per i loro
interessi, e non per la "difesa" di altre persone.
Sono quindi da
incoraggiare i gruppi nonviolenti che lottano contro la mafia con tecniche
pacifiche e a beneficio della popolazione civile del territorio. Questi sono da
incoraggiare e sostenere.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede
tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali
sfruttate ed oppresse?
- Angelo Cavagna:
Credo di poter
rispondere positivamente, anche in quanto membro dell’Istituto dei sacerdoti del
Cuore di Gesu', fondato dal prete francese padre Leone Dehon, percio' detti
“Dehoniani”. Laureato in diritto
civile alla Sorbona, si e' dedicato con tutta l’anima a promuovere un movimento
di giustizia nel mondo del lavoro. Nello sfruttamento non c’era un limite di
eta': mandavano a lavorare i bambini, per pochi soldi, nelle miniere, 16 ore al
giorno; non c’era la pensione, ecc. Non basta qualche elemosina, occorre un
pacchetto di leggi di giustizia; mando' i primi padri del suo istituto a
lavorare dove c’erano gli stabilimenti, sia in Francia che nelle missioni. Era
un conferenziere molto rispettato e ben documentato. Diceva al clero: “Andate al
popolo”. E lascio' scritto nel suo diario, verso la fine della sua vita, questa
frase straordinaria: “Ho partecipato a tutti i convegni sociali (sulla questione
operaia) come altrettanti ritiri spirituali, perche' non avevo in mente altro
che l’elevazione dei piccoli e dei poveri, secondo le esigenze del Vangelo”.
Nei suoi
libri e nelle sue conferenze denunciava i ricchi che sfruttavano i poveri, in
particolare i lavoratori... Purtroppo, dopo la sua
morte, quando venne iniziata la pratica di beatificazione, vi sono state
proteste verso i vescovi francesi per alcune sue prese di posizione ritenute
antisemite, e la beatificazione venne bloccata... Ma padre Dehon non era
contro il popolo ebraico...
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede
tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli
oppressi?
- Angelo Cavagna:
Da
tutto il sin qui detto e' chiaro che nonviolenza non significa passivita' di
fronte alle ingiustizie, ma esclude l'uso della violenza
omicida.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede
tra nonviolenza e pacifismo?
- Angelo Cavagna:
Non esiste contrasto.
La nonviolenza non e' passivita' di fronte alle ingiustizie, ma esige metodi
pacifici come ormai dimostrato possibile e fruttuoso da tanti Premi Nobel per la
pace.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede
tra nonviolenza e antimilitarismo?
- Angelo Cavagna:
L’unione politica di
una nazione o di un continente rende possibile l’eliminazione della guerra in
terra. A chi viene in mente oggi di fare una guerra tra una citta' e l’altra o
tra una regione e l’altra?
Ecco allora la
necessita' di avere una vera unita' politica continentale e mondiale (= via
istituzionale alla pace), su cui ha tanto insistito anche l’ultima enciclica di
Papa Benedetto.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede
tra nonviolenza e disarmo?
- Angelo Cavagna:
C'e' una risposta
molto netta e radicale nella enciclica “Caritas in veritate”, che dice: “Per il
governo dell’economia mondiale, per realizzare un opportuno disarmo
integrale..., per garantire la salvaguardia dell’ambiente..., urge la presenza
di una vera autorita' politica mondiale” (nn. 38 e 77).
Appunto perche'
e' necessario riformare l’Onu, attribuendole un minimo di vera autorita'
sopranazionale, democratica e secondo il principio di sussidiarieta', e'
l’occasione buona per sciogliere tutti gli eserciti del
mondo!
Occorre al contrario
istituire, un corpo di polizia internazionale (= uso non omicida della forza),
pure articolato in modo sussidiario. E’ proprio l’occasione buona per sciogliere
tutti gli eserciti del mondo, con un risparmio di soldi enorme, soldi da usare
per fare vivere bene la gente e non per farla morire, come avviene ancora oggi
nelle cosiddette “missioni di pace” degli eserciti.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede
tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?
- Angelo Cavagna:
E’
proprio la domanda giusta per oggi. Ogni anno la Legge finanziaria aumenta la
spesa militare e taglia le spese sociali. Questo avviene in Italia ma anche nel
resto del mondo. Addirittura il Fondo Monetario Internazionale, quando da'
qualche aiuto monetario ai paesi poveri, lo fa a condizione che i rispettivi
governi attuino gli “aggiustamenti strutturali" = tagli alla sanita', alla
scuola, al sociale in genere: un vero orrore!
In particolare, qui in
Italia, il governo, che a suo tempo aveva fatto una discreta legge per gli
obiettori di coscienza al servizio militare e poi per il servizio civile, in
pratica di anno in anno ha fatto di tutto prima per distruggere l’obiezione di
coscienza al servizio militare e, ora, per distruggere anche il servizio civile,
con la scusa che non ci sono soldi. Per forza: aumentano la spesa militare ogni
anno! I giovani in servizio civile sono stati ridotti da 40.000 annuali a
18.000. Non sono diminuiti i giovani disponibili per il servizio civile. Sono
diminuiti i soldi, per cui il Governo taglia drasticamente il numero dei
progetti, pure disponibili.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede
tra nonviolenza e psicoterapie?
- Angelo Cavagna:
Su
questo punto sinceramente non mi ritengo informato e
competente.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali rapporti vede
tra nonviolenza e informazione?
- Angelo Cavagna:
Purtroppo,
l’informazione a livello mondiale e' molto controllata dal potere
economico-finanziario, che di solito pensa di piu' ai suoi interessi che non
alla verita', alla giustizia, alla solidarieta'.
Con cio' non voglio
dire che tutta l’informazione e' di tipo disumano. Proprio recentemente ho
partecipato ad un convegno su questo problema e diversi giornalisti hanno messo
in comune le loro difficolta' ad informare l’opinione pubblica in modo onesto.
Certo, alcuni giornalisti ce la mettono tutta per fare un’informazione
onesta.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Cosa apporta la
nonviolenza alla riflessione filosofica?
- Angelo Cavagna:
Se
non si sta attenti, la riflessione filosofica, ossia il lavoro del cervello
umano, si lascia condizionare dai poteri umani che dominano anche
sull’informazione, piu' che attenersi agli autentici valori umani e,
particolarmente, ai diritti umani delle singole persone e di tutti i
popoli.
La nonviolenza,
invece, cerca di attenersi soprattutto alla verita' intellettuale e storica, e
di ricercare le soluzioni giuste dei conflitti nel dialogo sui diritti e i
doveri umani, o con manifestazioni di interposizione nonviolenta, o al massimo,
con un intervento di polizia internazionale, come precedentemente
indicato.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Cosa apporta la
nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?
- Angelo Cavagna:
Vi
sono religioni che giustificano il “sistema di guerra”. Vi sono addirittura dei
fondamentalisti che si fanno promotori di guerre. Ma bisogna anche riconoscere
che vi sono religioni contrarie per principio ad ogni guerra, come ad esempio
quella cattolica, dal momento che Gesu' ha detto ai suoi discepoli: “Andate in
tutto il mondo... Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”. Piu' nonviolenza di
cosi'! Eppure si sono inventate le cosiddette “guerre giuste”. Addirittura un
grande santo come S. Agostino ha scritto:
“Pero', il giudizio ultimo se la guerra e' giusta va lasciato al principe”. Ma
chi e' quel principe che, se dichiara una guerra, non dica di aver ragione lui?
Su tutta
questa questione vi sarebbe molto da dire, motivo per cui rimando, per chi
volesse, alla lettura di un mio libro dal titolo I cristiani e la pace.
Rivivendo la “Pacem in terris” (Edizioni dehoniane Bologna), dove la tratto a
fondo citando anche molti altri autori della storia
religiosa.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Cosa apporta la
nonviolenza alla riflessione sull'educazione?
- Angelo Cavagna:
Purtroppo e' una
questione pressoche' ignorata nelle famiglie, nelle scuole e nelle parrocchie
(salvo rari casi!). E’ tempo di alzare la voce.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Cosa apporta la
nonviolenza alla riflessione sull'economia?
- Angelo Cavagna:
Il
potere economico-finanziario e' quello che, di fatto, sta alla base del “sistema
di guerra”. Si pensi solo al titolo di un film di Alberto Sordi: “Finche' c’e'
guerra c’e' speranza”.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Cosa apporta la
nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?
- Angelo Cavagna:
I
diritti umani e le leggi di giustizia stanno alla base delle lotte
nonviolente.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Cosa apporta la
nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?
- Angelo Cavagna:
La
nonviolenza e' contro ogni violenza sulla vita umana, dal concepimento alla
morte naturale, e contro ogni violazione della vita morale in
generale.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla
scienza e la tecnologia?
- Angelo Cavagna:
La
nonviolenza , di per se', non e' contro la scienza e la tecnologia; anzi le
orienta al servizio del bene e della pace personale e
sociale.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Cosa apporta la
nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica
storiografica?
- Angelo Cavagna:
Anzitutto la
nonviolenza ha gia' scritto pagine storiche magnifiche: Gesu' Cristo, Gandhi,
Nelson Mandela, ecc. Ma c’e' ancora molta altra strada da compiere, per farla
finita con tutte le guerre che sono ancora in atto e per costruire una
mondialita' di pace e fraternita'.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Tra le tecniche
deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come
lo caratterizzerebbe?
- Angelo Cavagna:
Bisogna partire dal
fatto che anche in situazioni di guerra esistono gia' diversi gruppi che,
inorriditi dalle violenze belliche, stanno lavorando per costruire e promuovere
gruppi e movimenti pacifici disposti a collaborare tra loro.
Ad esempio in
Palestina, stanno gia' nascendo gruppi di israeliani e palestinesi che gi' si
incontrano tra loro, condividono proposte di soluzione politica pacifica e
partecipano anche all’estero in iniziative di informazione unitaria su tali
prospettive. Li ho visti
personalmente anche qui in Italia.
Nel mio piccolo ho
partecipato alla missione a Sarajevo di interposizione nonviolenta dei
cinquecento organazzata da “Beati i costruttori di pace”, un gruppo nonviolento
di Padova: al contrario di quanti ci volevano far desistere da questa iniziativa
ritenuta impossibile, invece siamo arrivati e dopo l’incontro con il generale
dei serbi siamo entrati senza che nessuno ci sparasse.
Non solo, ma dopo,
sempre i “Beati i costruttori di pace” hanno creato in Sarajevo un gruppo
permanente di una decina di persone che ogni tanto si scambiavano. Io pure vi
partecipai e alcuni del gruppo andarono ad incontrare tutti i gruppi delle varie
parti in guerra che pero' facevano azioni positive di solidarieta'. A quel punto proposi
di invitare tutti quei gruppi insieme nella nostra sede e ne vennero una ventina
che non finivano piu' di ringraziarci: “Questo e' l’unico posto dove possiamo
ancora guardarci in faccia!”. Prima di tornare a
casa in Italia, il gruppo dei musulmani mi invito' a tenere una conferenza nella
loro sede, dove si erano riuniti un grande numero di ascoltatori e mi
presentarono come teologo cattolico. Parlai in italiano con una traduttrice in
lingua slava e ando' bene.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Tra le tecniche operative della nonviolenza nella
gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e
perche'?
- Angelo Cavagna:
Certo non basta una
iniziativa sola. Bisogna essere costanti e fare come Nelson Mandela in Sudafrica
contro l’apartheid, che fu addirittura messo in prigione e resistette 27 anni.
Chissa' quante volte gli amici gli avranno detto: “Ma cosa speri ancora?”.
Ebbene, dopo 27 anni, fu liberato dal carcere, fu eletto a capo del governo del
suo paese e aboli' l’apartheid!
Non possiamo
pretendere di risolvere tutto con una marcia della pace o altre iniziative.
Bisogna fare come Gandhi, Nelson Mandela e altri: “col tempo e con la paglia
maturano anche le nespole” dice un proverbio. Bisogna credere nella pace e avere
costanza.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Come caratterizzerebbe
la formazione alla nonviolenza?
- Angelo Cavagna:
Trovo difficile
rispondere a questa domanda. Ci sono tante forme possibili. Importante e'
crederci e fare il possibile per trasmettere tale convinzione nel modo piu'
sincero e coerente possibile.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali esperienze in
ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente
contribuiscano a far conoscere o a promuovere la
nonviolenza?
- Angelo Cavagna:
La
cosa piu' conveniente mi sembra quella di chiamare un vero competente, convinto
e insieme testimone della nonviolenza.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
I movimenti
nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita',
ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero
migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro
azione?
- Angelo Cavagna:
Io
penso che tale impressione possa dipendere dal relatore, ma penso che tale fatto
dipenda piu' dal pubblico. Oggi l’Italia ha raggiunto un certo benessere. Quando
una nazione arriva a questo punto, io, da vari anni, penso che inizi la
decadenza. E mi sento incoraggiato da un salmo il 49 (48) dell’Antico Testamento
che dice questa frase: “L’uomo nella prosperita' non comprende. E’ come gli
animali che periscono”. Purtroppo siamo in
questa situazione, sia dal punto di vista religioso che sociale. Si corre dietro
alle stupidate e si perdono i valori.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
I movimenti
nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si',
come?
- Angelo Cavagna:
Senz’altro. Si puo'
sempre fare piu' e meglio. Pero' penso che vale anche qui la risposta alla
domanda precedente.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
I movimenti
nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con
quali caratteristiche?
- Angelo Cavagna:
Penso che valga anche
qui la stessa risposta.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e
istituzioni: quali rapporti?
- Angelo Cavagna:
E’
dal 1977, quando ho iniziato il Gavci (Gruppo Autonomo di Servizio Civile in
Italia), che lotto con le istituzioni. Prima facevano di tutto per mettere in
difficolta' gli obiettori di coscienza al servizio militare; ora per il servizio
civile ogni anno in finanziaria diminuiscono i soldi, mentre aumentano ogni anno
le spese militari.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e forze
politiche: quali rapporti?
- Angelo Cavagna:
Ci
sono rapporti non difficili, anzi in
alcuni casi buoni, con rappresentanti di forze politiche locali. E’ con quelle
nazionali che non vanno bene, per i motivi suesposti. Anzi, la signora
Draghetti, Presidente della provincia di Bologna, ci ha dato sala e patrocinio
della Provincia per un convegno nazionale sui valori di “Pace e nonviolenza”
contenuti nell’Enciclica del Papa “Caritas in veritate”. Ogni anno la Provincia
di Bologna promuove il "mese della pace"; in pratica, quasi in ogni Comune, si
tiene un convegno sulla pace e la nonviolenza. Anzi, lo scorso anno
proprio la Provincia ha tenuto un convegno sulla nonviolenza e, in particolare,
sulla “Via istituzionale alla pace”, da me sostenuta in un
incontro.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e
organizzazioni sindacali: quali rapporti?
- Angelo Cavagna:
Non abbiamo
particolari rapporti.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e agenzie
della socializzazione: quali rapporti?
- Angelo Cavagna:
Idem.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e
amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si e'
data?
- Angelo Cavagna:
Di
amici ne ho tanti, anche per quello che riguarda la mia attivita' nel campo
della pace e della nonviolenza.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e
percezione dell'unita' dell'umanita': quale relazione e quali
implicazioni?
- Angelo Cavagna:
E'
un tema che mi sta molto a cuore e che realizzo nel campo della cooperazione
internazionale con i paesi in via di sviluppo. Personalmente (come ho detto
nella prima risposta) lavoro con il Cefa nella realizzazione di progetti di
cooperazione con le modalita' precedentemente
esposte.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e
politica: quale relazione?
- Angelo Cavagna:
Strettissima, nella
direzione dell'articolo 11 della Costituzione Italiana, sia nella prima parte:
“L'Italia ripudia la guerra” che nella seconda parte: “L’Italia consente, in
condizioni di parita' con gli altri stati, alle limitazioni di sovranita'
necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni;
promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”, che
delinea la via istituzionale alla pace di cui ho gia' parlato
prima.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e vita
quotidiana: quale relazione?
- Angelo Cavagna:
Strettissima, nel
senso di tener vivo e attivo l'amore verso tute le persone del mondo: dal locale
all'universale.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e cura del
territorio in cui si vive: quale relazione?
- Angelo Cavagna:
Pure strettissima,
l'ho imparata dalle Acli: “Agire locale, pensare
mondiale”.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e cura
delle persone con cui si vive: quale relazione?
- Angelo Cavagna:
Quale cristiano ho ben
chiaro l'impegno centrale della vita di ogni giorno come ha detto Gesu':
“Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato e do' la mia vita per voi. Da
questo comandamento dipende tutta la legge e i profeti”. Dopo, perfettissimi non
siamo nessuno. Ma almeno cerchiamo di viverlo meglio che possiamo, e il Signore
ci sa capire.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
La nonviolenza dinanzi
alla morte: quali riflessioni?
- Angelo Cavagna:
La
nonviolenza, ossia l'amore verso Dio e verso il prossimo, compreso il
perdono, e' il modo giusto per star pronti alla morte: questa infatti e' la fine
della vita terrena, ma e' insieme l'inizio della vita eterna, come ha detto
Gesu' al ladrone pentito, che gli aveva chiesto: “Ricordati di me quando sarai
nel tuo regno”; a cui Gesu' rispose: “Oggi stesso sarai con me in paradiso” per
sempre.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali le maggiori
esperienze storiche della nonviolenza?
- Angelo Cavagna:
Mi
pare di averle gia' accennate nelle risposte
precedenti.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quale e' lo stato
della nonviolenza oggi nel mondo?
- Angelo Cavagna:
E'
ancora una prospettiva lontanissima, anche se vi sono realta' nonviolente in varie parti: occorre costanza e
decisione.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quale e' lo stato
della nonviolenza oggi in Italia?
- Angelo Cavagna:
Ci
sono diversi gruppi e si comincia a parlare di nonviolenza anche nelle
universita'. Non disperiamo.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
E' adeguato il
rapporto tra movimenti nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come
migliorarlo?
- Angelo Cavagna:
Non conosco bene la
realta' degli altri paesi. Secondo me e' necessario che il movimento nonviolento
si estenda in tutto il mondo e soprattutto che venga riformata l'Onu in tal
senso, cioe', attuare la via istituzionale alla pace, gia' presente
nell'articolo 11 della Costituzione Italiana, come gia' chiarito.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quale le sembra che
sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?
- Angelo Cavagna:
Quasi completamente
assente da radio, tv e giornali, viva in un discreto numero di gruppi,
associazioni e centri culturali. Occorre, naturalmente, fare di piu'.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali iniziative
intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione
corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?
- Angelo Cavagna:
Mi
congratulo innanzitutto con voi, autori di questa iniziativa, pensando che poi
diffonderete ampiamente le varie risposte a questa serie di interviste, compresa
questa mia.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e
intercultura: quale relazione?
- Angelo Cavagna:
Vedi il discorso sul
“Villaggio planetario” affrontato in una precedente domanda.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e conoscenza di se': quale
relazione?
- Angelo Cavagna:
Dentro ognuno di noi
c'e' la voce della coscienza, che ti suggerisce quello che devi fare o ti
rimprovera se non l'ascolti, e' la pace con se stessi, con la propria coscienza,
dove il Signore fa conoscere la sua voce e senti la pace del cuore se l'ascolti
e non fai violenza alla tua coscienza: e' la nonviolenza piu' intima della tua
coscienza.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e scienze umane: quale
relazione?
- Angelo Cavagna:
Anche le scienze umane
non sempre sono in armonia con la propria coscienza, alla quale facciamo
violenza quando non l'ascoltiamo.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e
linguaggio (ed anche: nonviolenza e semiotica): quale
relazione?
- Angelo Cavagna:
Non comprendo bene la
domanda; penso comunque si tratti sempre di armonia o contrasto tra voce della
coscienza e linguaggio o semiotica.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e stili di
vita: quale relazione?
- Angelo Cavagna:
Uguale alla
precedente.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e critica
dell'industrialismo: quali implicazioni e conseguenze?
- Angelo Cavagna:
L'industrialismo,
spesso collegato oggi con il liberismo economico-finanziario, crea spesso
oggi situazioni di disoccupazione,
poverta' e ingiustizie che sono autentiche violenze verso tante persone e anche
verso l'ambiente.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza e rispetto
per i viventi, la biosfera, la "madre terra": quali implicazioni
e conseguenze?
- Angelo Cavagna:
Idem.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza,
compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie: quali implicazioni
e conseguenze?
- Angelo Cavagna:
Idem.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Nonviolenza,
riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia,
misericordia: quali implicazioni e conseguenze?
- Angelo Cavagna:
La
nonviolenza esige questi valori.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Potrebbe presentare la sua stessa
persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un
lettore che non la conoscesse affatto?
- Angelo Cavagna:
Nelle risposte
precedenti mi sembra di essermi anche un poco presentato, come in un libro delle
Edb, edizioni dove ce ne sono anche altri di miei.
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
C'e' qualcosa che vorrebbe
aggiungere?
- Angelo Cavagna:
No.
Ringrazio
di questa possibilita' che mi avete dato di esprimermi sull'argomento della
nonviolenza.
(Fonte: Dal notiziario "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 275 del 7 agosto
2010)
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