È la
donna più famosa di tutti i tempi. Su di lei sono stati scritti
oltre 200 mila libri. A quasi duemila anni dalla sua morte, la
ragazza di Nazareth continua ad attirare decine di milioni di fedeli
nei santuari di tutto il mondo. Il network a lei dedicato, Radio Maria,
segna ascolti da record (1 milione 871 mila fedeli al giorno solo
in Italia).
Ma chi era davvero la mamma di Gesù? La parola agli storici.
Partiamo dall'Abc: Maria è un personaggio storico o è un mito inventato dai cristiani? «Per sapere se un fatto è accaduto davvero dobbiamo basarci su diverse testimonianze, non ne basta una sola», spiega padre Stefano De Fiores, mariologo, docente alla Pontificia Università Gregoriana e alla Pontificia Facoltà Teologica Marianum di Roma: «E noi abbiamo a disposizione i quattro Vangeli di Luca, Marco, Matteo e Giovanni e la Lettera ai Galati di San Paolo: in tutto 152 versetti che parlano di Maria. Giovanni non la chiama mai per nome, ma la definisce la "madre di Gesù". Luca si comporta come uno storico del tempo e garantisce di aver compiuto accurate ricerche e di aver interrogato i testimoni». E tra questi, probabilmente c'era proprio Maria: «Perché Luca racconta troppe cose dell'infanzia di Gesù, che solo sua madre poteva sapere», aggiunge Mauro Pesce, docente di Storia del cristianesimo e delle chiese all'Università di Bologna.
I ricchi nonni di Gesù
Maria (Myriam in aramaico) era nata intorno al 19 a.C, anno in cui il re Erode cominciò i lavori di ristrutturazione del Tempio di Gerusalemme. Dai Vangeli canonici, quelli inseriti dalla Chiesa nella Bibbia perché ritenuti di ispirazione divina, possiamo ricavare alcuni dettagli sulla sua vita: sappiamo che viveva a Nazareth, uno sperduto villaggio della Galilea, e che era promessa sposa a un discendente del re Davide, Giuseppe; sappiamo che era parente di una certa Elisabetta, moglie del sacerdote Zaccaria e madre di Giovanni Battista, e che si recava ogni anno in pellegrinaggio a Gerusalemme per la Pasqua ebraica, anche se la Legge non obbligava le donne a farlo.
La ritroviamo poi nei momenti decisivi della vita di Gesù: l'annunciazione e la natività, il suo primo miracolo a Cana (Gesù trasforma l'acqua in vino), la passione e la croce. E nei raduni dei discepoli dopo la resurrezione, fino alla Pentecoste. «Per avere qualche informazione in più», continua De Fiores, «dobbiamo rifarci ai vangeli apocrifi, in particolare al Protovangelo di Giacomo, un testo del 200 d.C. Un tempo questi racconti erano disprezzati dagli storici, ma oggi vengono studiati perché contengono alcuni elementi attendibili. I nomi dei genitori di Maria, per esempio, sono accettati anche dalla Chiesa: Gioacchino e Anna erano disperati perché non avevano figli, una macchia per la mentalità dell'epoca, tanto che lui fu cacciato dal Tempio perché considerato maledetto. Si ritirò in preghiera per quaranta giorni e alla fine venne esaudito. Gioacchino era un ricco allevatore di bestiame e Anna aveva almeno una serva a suo servizio. Maria, quindi, potrebbe essere nata in una famiglia benestante, di stirpe nobile e imparentata con il sacerdote Zaccaria».
Scandalo al villaggio
Il Protovangelo riporta che a tre anni la bambina fu consacrata al Tempio di Gerusalemme, dove venne allevata fino ai dodici anni. In effetti, antichi documenti ebraici confermano che a quel tempo alcune vergini venivano reclutate con il compito di confezionare il velo del Tempio fino all'età dellemestruazioni, quando erano considerate "impure" ed erano allontanate dal luogo santo. Come si concilia una eventuale consacrazione di Maria con il matrimonio? «Lo storico ebreo David Flùsser ha scoperto nell'antico documento esseno del Tempio di Qumran il riferimento a un collegio di ragazze che facevano voto di castità con l'approvazione del padre», spiega De Fiores. «Una donna da sola, però, non era in grado di portare avanti questo voto perché rischiava di essere violentata. Era necessario un garante, un capofamiglia, e Giuseppe poteva avere questo ruolo».
Tanto più che il Protovangelo lo descrive come un uomo anziano, vedovo e con figli (i famosi "fratelli di Gesù"?), una tesi che però la Chiesa ha rigettato, considerando vergine anche Giuseppe. «Io dubito che Maria avesse vissuto nel tempio da bambina», controbatte Mauro Pesce. «II Protovangelo va preso con le molle, contiene troppi elementi assurdi, come l'aneddoto della nutrice che infila la mano nella vagina di Maria per constatare il parto verginale: una cosa vergognosa anche solo a scriverla!».
Una notizia attendibile, però, ci sarebbe: Maria venne promessa sposa a dodici anni. In Israele i fidanzamenti si celebravano a quell'età per le ragazze e a 18 per i maschi. Era un contratto tra le famiglie: il padre di lei pagava una dote in denaro (mohar) e la bambina passava sotto la tutela del marito. Un anno dopo venivano celebrate le nozze con l'ingresso della sposa coperta da un velo nella casa dello sposo.
L'annuncio dell'angelo a Maria (e quindi il concepimento di Gesù) avvenne nel periodo del fidanzamento. A Nazareth si sarà sparsa la voce: «Hanno consumato prima delle nozze? Lei lo ha tradito?». Dal punto di vista giuridico, la convivenza tra fidanzati non era una colpa. «L'atto in sé non era punibile, a condizione che il fidanzato si riconoscesse responsabile», scrive Frédéric Manss, biblista dello Studio Biblico francescano di Gerusalemme nel libro Beata colei che ha creduto. Maria, una donna ebrea (Edizioni Terra Santa). «Se negava di aver preso parte alla vicenda, il reato di infedeltà piombava sulle spalle di lei che era accusata di adulterio. E per quel crimine la Legge di Mose non conosceva che una punizione: la lapidazione».
È probabile che Giuseppe sia stato convocato in tribunale e abbia dovuto difendere la sua compagna attribuendosi ogni colpa. In sogno un angelo lo aveva rassicurato: «Non temere di prendere con te Maria, tua sposa: ciò che in lei è stato concepito è opera dello Spirito Santo». E lui ci aveva creduto. Durante la gravidanza Maria andò a trovare la cugina Elisabetta, che la salutò in modo misterioso: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?». La Madonna rimase a casa della cugina per tre mesi.
Quanto c'è di vero in questo racconto? «Bisogna sapere che i Vangeli si fondano sull'Antico Testamento e sono stati scritti dopo la resurrezione di Gesù», spiega De Fiores. «Spesso ripropongono uno schema classico, presente negli antichi testi. La visita di Maria a Elisabetta, per esempio, ricorda la visita di tre mesi che fece Davide all'Arca dell'alleanza, una cassa sacra rivestita d'oro che conteneva le tavole della Legge. Maria è la nuova Arca dell'alleanza dove abita il Signore. Questo non significa che l'episodio sia stato inventato, ma è stato approfondito dalla prima comunità cristiana».
Myriam partorisce Gesù (Yoshua) probabilmente nell'anno 6 o 7 a.C. Finora si pensava che il 25 dicembre fosse una data fittizia stabilita dalla Chiesa per sostituire una festa pagana. Studiando il calendario dei turni sacerdotali nei rotoli di Qumran, Schemarjahu Talmon dell'Università di Gerusalemme ha dimostrato che Gesù era nato proprio a dicembre.
Otto giorni dopo i genitori lo portano al Tempio per la circoncisione, come prescriveva la Legge. Qui Maria incontra un misterioso personaggio, Simeone, che prende in braccio Gesù e le profetizza: «Questo bambino è un segno contraddetto, e anche a te una spada trapasserà l'anima, affinché vengano svelati i pensieri di molti cuori». Ecco uno sviluppo imprevisto: «Il futuro di Maria è un cielo oscuro che si tinge di sangue. Questa donna ha sofferto moltissimo nella vita. Il figlio rimarrà un enigma permanente anche per lei», commenta De Fiores.
A 12 anni il figlio si ribella
I primi problemi cominciano quando accompagna Gesù dodicenne al Tempio, forse per il suobarmitzvah, la cerimonia di passaggio all'età adulta. Giuseppe avrà recitato la benedizione tradizionale: «Benedetto sei tu Signore che mi hai sciolto dalla responsabilità di questo figlio». Al ritorno, però, i genitori si accorgono che il ragazzino è sparito. Dopo tre giorni lo trovano intento a discorrere con i dottori del Tempio. Maria lo rimprovera: «Figlio perché ci hai fatto questo? Tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo», ma Gesù risponde seccato che deve stare nelle «cose di suo Padre».
Gesù rivendica la sua indipendenza: lui è figlio di Dio. Maria non capisce. «E normale che non comprenda», prosegue De Fiores. «Qui si parla del Tempio, dei tre giorni di angoscia e del ritrovamento: è tutta un'allusione ai tre giorni terribili che la mamma dovrà passare durante la passione, morte e resurrezione del figlio. Maria viene in qualche modo preparata alle sofferenze future».
Dopo questo "colpo di testa" Gesù torna a Nazareth e vive tranquillo fino ai trent'anni, quando compie il primo miracolo durante un matrimonio a Cana di Galilea, sotto l'impulso di Maria: «Non hanno più vino» e lui le risponde «Che c'è tra me e te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». Poi però trasforma l'acqua in vino, una bevanda che nella Bibbia simboleggia la gioia promessa da Dio al suo popolo. Grazie alla richiesta di Maria, Gesù compie il primo segno e i discepoli credono in lui. Ma perché si rivolge alla madre chiamandola donna? «Nell'Antico Testamento la donna è Israele», spiega De Fiores. «Maria rappresenta Israele e raccoglie i suoi figli per ¦ riunirli nel tempio, che è Gesù».
Gesù e la crisi con la famiglia
Alle nozze di Cana erano presenti anche i "fratelli di Gesù", che secondo la Chiesa sarebbero semplici parenti (in aramaico il termine fratello è usato infatti anche per cugino e per nipote). «Tra Gesù e la sua famiglia ci deve essere stato uno scontro», osserva Mauro Pesce. «I fratelli sembrano non avere fiducia in lui. E Gesù stesso ci tiene a sottolineare che non contano i legami di sangue. Maria deve aver avuto un ruolo di mediatrice perché dopo la resurrezione la troviamo nel cenacolo a pregare insieme ai fratelli del Signore e agli apostoli, riuniti tutti nel nome di Cristo. Era una donna molto attiva. Il Vangelo dei nazareni, un apocrifo del II secolo, racconta che Maria e i fratelli avevano esortato Gesù a farsi battezzare da Giovanni Battista. Se così fosse significherebbe che Maria era seguace del Battista e confermerebbe la grande influenza sul figlio: sarebbe stata lei a suscitare gli interessi religiosi in Gesù e a spingerlo verso il Battista».
La fine la conosciamo: la Madonna deve assistere alla tortura e alla crocifissione del figlio. La nefasta profezia di Simeone si è realizzata. Dalla croce Gesù affida la madre al discepolo amato, Giovanni, che secondo la tradizione avrebbe preso a ospitarla a casa sua. «Non è solo un fatto privato, è una cosa che riguarda tutti noi», conclude De Fiores. «Gesù era sulla croce, non c'era da perdere tempo raccontando cose inutili. Alla materna protezione di Maria non viene affidato solo Giovanni, ma l'umanità intera».
Le Giornate di Maria a Nazareth
Appena alzata, Maria recitava la benedizione (beracha): «Benedetto sei tu Signore che mi hai creata secondo la tua volontà».
Durante il giorno poteva recarsi in sinagoga per ascoltare la Parola di Dio. Avrà apprezzato in particolare il Cantico di Anna, che ringrazia il Signore per la nascita del figlio Samuele come farà Maria stessa nel Magnificat dopo l'annunciazione («L'anima mia magnifica il Signore...»).
La mattina, ogni tanto, si sarà recata al mercato di Sefforis, una città moderna a pochi chilometri da Nazareth, per vendere i prodotti del giardino. È probabile che Giuseppe vi lavorasse in un cantiere; non era infatti un semplice falegname (errore di traduzione della parola greca tekton), ma un costruttore edile. [Leggi il libro diNicola Bux - Gesù il Salvatore]
Sabato (shabbat) era il giorno sacro per gli ebrei. I preparativi cominciavano il venerdì sera. Al tramonto Giuseppe e Gesù lasciavano la bottega per aiutare Maria; la trovavano che trasportava le giare piene d'acqua, con le quali riempiva i grandi recipienti di terracotta per la purificazione rituale. Mentre suo figlio e suo marito si lavano e indossano le vesti bianche, lei prepara il pasto. La donna aveva il privilegio di accendere le candele della festa recitando una benedizione. Il giorno dopo, Giuseppe e Gesù indossavano lo scialle di preghiera (tallit) e andavano alla sinagoga, mentre Maria preparava ia tavola per la festa.
Da bambino Gesù doveva ripetere alla mamma le preghiere e le lezioni che aveva imparato a scuola. Lei gli insegnava le usanze ebraiche e gli tagliava i capelli lasciandoli crescere sulle tempie come esigeva la Bibbia. (Liberamente tratto da Beata colei che ha creduto di Frédérìc Manss).
Un culto antico
Sui muri di una sinagoga giudeo-cristiana costruita sulla casa di Maria a Nazareth è incisa la più antica preghiera conosciuta alla Madonna: XA MAPIA, abbreviazione di Kàire Maria (Rallegrati Maria), il saluto dell'angelo Gabriele nonché inizio dell'Ave Maria; il graffito, lasciato da un antico pellegrino, attesta che la devozione mariana è iniziata prima del concilio di Efeso del 431. Un'altra prova è fornita da un papiro trovato in Egitto, che ha permesso di datare al 250 una celebre antifona alla Vergine: «Sotto la tua protezione ci rifugiamo o Madre di Dio (Theotòke). Le nostre preghiere non disprezzare nella disgrazia ma liberaci dal pericolo».
I Dogmi Mariani
La Chiesa è certa di quattro verità della fede sulla Madonna:
1) Maternità divina: presente già nel papiro egiziano del 250 d.C, viene stabilita dal Concilio di Efeso (431); proclama Maria madre di Dio (Theotokos).
2) Verginità perpetua: proclamata già da papa Silicio (391), viene definita nel quinto concilio ecumenico di Costantinopoli (553). Alcuni protestanti vogliono Maria vergine solo fino al concepimento di Gesù e non dopo (Lutero e Calvino però sono a favore del dogma).
3) Immacolata concezione: la Madonna è nata senza la macchia delpeccato originale, caso unico tra gli esseri umani. Proclamata daPio IX l'8 dicembre (giorno in cui si celebra) del 1854.
4) Assunzione: proclamata da Pio XII noi 1950. riprende la tradizione della dormizione o del transito della Madonna secondo cui la Vergine, alla fine della sua vita terrena, sarebbe stata portata in cielo con il corpo. Si festeggia il 15 agosto. La tomba di Maria è stata trovata nel 1972 a Gerusalemme a pochi passi dal celebre orto degli ulivi, ma era vuota. Il suo corpo non è mai stato trovato.
La Madonna per i musulmani
La Madonna dei cristiani c'è anche nel Corano. La moglie di Maometto era di famiglia cristiana e questo ha contribuito a eleggere Maria «la più illustre delle donne in cielo e sulla terra». Madre di Issa (Gesù), penultimo dei profeti, è l'unica donna chiamata per nome (una quarantina di volte) assieme a Fatima, figlia di Maometto. Il libro sacro dell'Islam le dedica un capitolo (sura di Maryam). Di Maria l'Islam riconosce verginità e assunzione in cielo.
Nei santuari mariani non mancano i musulmani. Solo a Lourdes, luogo cristiano per eccellenza, i pellegrini islamici sono quattrocentomila l'anno (il 6 per cento dei visitatori). La Vergine sarebbe apparsa in Egitto per un anno a partire dal 2 aprile del 1968 a cinque operai musulmani sulla cupola di una chiesa copta a Zeitoun. Tra la folla attonita che si recava a osservare le apparizioni si registrarono guarigioni miracolose e conversioni.
Madonne da Record
La più alta statua della Madonna è il monumento a la Virgen di La Paz, Venezuela (nella foto in basso). Altezza: 47 metri. Inaugurato nel 1983, si trova su una montagna aita 1.700 metri sovrastante la cittadina di Trujillo. Costruito in cemento, ha un ascensore che porta a cinque terrazze di osservazione (la più alta si trova negli occhi della Vergine Maria).
Il più grande santuario mariano del mondo è Nossa Senhora Aparecida a San Paolo, in Brasile, con una superfice di 18 mila metri quadrati e la capacità di accogliere sino a 46 mila fedeli; il suo campanile è alto 100 metri e la cupola ha un diametro di 70 metri.