«Una vera trappola»
«E' la reazione al successo di Firenze. Non cadiamoci»
di ERNESTO MILANESI
BRUXELLES
«Incredibile. Una vera e propria trappola nei confronti di tutto il nostro movimento. Davvero, quando ho saputo degli arresti in Italia non volevo crederci. E' difficile non associarli alle giornate del Social Forum Europeo di Firenze...». Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano e anima della Rete Lilliput, da due giorni è ospite del Parlamento europeo per una raffica di incontri. Nell'ufficio di Luisa Morgantini al nono piano si è appena congedato dal leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, che gli ha lasciato la rassegna delle agenzie di stampa sull'arresto di Caruso e degli altri no global. Zanotelli scruta i fogli e sorride amaro: «Appena posso, sentirò anche gli altri amici. E' un episodio gravissimo. Capisco bene le ragioni che hanno spinto immediatamente Haidi e Giuliano Giuliani ad autodenunciarsi».
Si ipotizza il reato di «sovversione dell'ordine economico dello Stato»...
Una stranezza giuridica che ha perfino dell'assurdo. Da questo punto di vista, personalmente sono molto più duro degli arrestati nel criticare radicalmente questo tipo di economia. E' una vicenda che mi fa tornare all'epoca in cui Giovanni Spadolini, ministro della difesa in carica, bollava i miei editoriali su Nigrizia contro il mercato delle armi come istigazione a delinquere contro lo Stato.
Qual è la prima reazione nell'anima cattolica del movimento dei movimenti di fronte a questo blitz dei carabinieri che colpisce l'area dei centri sociali del sud?
Prima di tutto occorre esprimere solidarietà, la massima solidarietà agli arrestati. La società civile italiana, quella che ha portato in piazza un milione di persone a Firenze, non accetta che si possano far scattare le manette con una simile accusa. Nello stesso tempo, insisto con forza. Giustissimo protestare, ma dobbiamo tutti prestare la massima attenzione a non lasciare il minimo spazio alla violenza. Guai se così fosse. Significherebbe, infatti, cadere nella trappola tesa da chi vuol liquidare il messaggio democratico e civile delle recenti giornate a Firenze.
Proprio al Social Forum Europeo uno dei dibattiti più seguiti è stato quello con Luca Casarini sulla nonviolenza...
Sì, c'erano 4 mila persone e Luca ha accettato di confrontarsi con me proprio su questo versante, dimostrazione ulteriore del clima positivo di dialogo che abbiamo vissuto insieme a Firenze. E' stata la miglior occasione per cancellare il ricordo di Genova. Voglio dire che tutti insistono, anche giustamente, a non dimenticare quello che è accaduto durante la contestazione ai G8. Ma Genova allora fu anche una valanga di incontri, seminari, discussioni di cui non si è mai più parlato. Ecco ho paura che ci sia qualcuno che punta a zittire anche il ricchissimo patrimonio degli incontri di Firenze...
Con l'intervento dei magistrati, il movimento dei movimenti si ritrova spalle al muro?
Di certo, il Forum sociale europeo è stato un grosso smacco per chi aveva annunciato da settimane il rischio di violenze, devastazioni e chissà quali altri pericoli. Invece alla Fortezza da Basso tutto è andato benissimo, come poi alla manifestazione di sabato: i lillipuziani insieme agli altri volontari hanno perfino ripulito le strade di Firenze dai rifiuti. Ci sarebbe da sospettare che l'arresto di Caruso e degli altri sia scattato proprio perché il Social Forum ha lasciato un'immagine bella, forte, limpida di chi è impegnato a costruire un altro mondo. Se il nostro governo davvero ragiona così, allora siamo davvero messi male. E a maggior ragione non dobbiamo cadere nella trappola.
testo integrale tratto da "Il Manifesto" - 16 novembre 2002
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