PIANETA MIGRAZIONI
 

Il Papa: «Razzismo un male da sradicare»

di  Mimmo Muolo

Solidarietà dei residenti verso gli immigrati. Ma anche rispetto di questi ultimi per «le leggi, la cultura e le tradizioni della gente che li ha accolti». È il doppio invito che il Papa ha rivolto ieri a tutto il mondo, in occasione del messaggio per la Giornata del migrante e del rifugiato che si celebrerà nel 2003 e che contiene anche una dura condanna del «terribile crimine che è il traffico di esseri umani».
Come di consueto la data della ricorrenza viene fissata nazione per nazione dalle singole conferenze episcopali (in Italia, ad esempio, la Giornata del 2002 è stata celebrata il 17 novembre scorso e quella del 2003, cui si riferisce il documento papale, è fissata per la terza domenica di novembre). Ma Giovanni Paolo II è solito anticipare di qualche mese il testo, per favorire una adeguata preparazione delle comunità ecclesiali.
Il messaggio, perciò, è stato presentato ieri nella sala stampa della Santa Sede. E come ha fatto notare monsignor Stephen Fumio Hamao , Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti (che era accompagnato dal vescovo Agostino Marchetto e dal sottosegretario padre Michael Blume), ha una sua grande attualità, fin dal titolo, in cui si fa esplicito riferimento a fenomeni come «il razzismo, la xenofobia, il nazionalismo esasperato». Per questo motivo il Papa ricorda il «dovere cristiano di accogliere chiunque bussi per necessità alla nostra porta» e sottolinea che i cattolici devono «eccellere nello spirito di solidarietà verso i nuovi arrivati». A loro volta, nota però, gli immigrati devono «riconoscere il dovere di onorare i Paesi che li ricevono. Solo così prevarrà l'armonia sociale».
Certo, osserva ancora Giovanni Paolo II, «il cammino verso la vera accettazione degli immigrati nella loro diversità culturale è difficile e talvolta si presenta come una vera via Crucis. Questo però non deve scoraggiare nessuno dal perseguire la volontà di Dio». Anche perché il fenomeno delle mig razioni, ricorda il Pontefice, «riguarda ormai tutte le nazioni del mondo, come Paesi di partenza o di arrivo».
«Tra le persone particolarmente in necessità - prosegue il messaggio - vi sono i forestieri più vulnerabili: vale a dire i migranti senza documenti, i profughi, coloro che hanno bisogno d'asilo, a causa di persistenti, violenti conflitti in molte parti del mondo e le vittime - in maggioranza donne e bambini - del terribile crimine che è il traffico di esseri umani». Questi eventi, purtroppo, si ripetono. «Anche di recente - scrive, infatti, Giovanni Paolo II - siamo stati testimoni di casi tragici di movimenti forzati di persone per motivi etnici e nazionalistici, che hanno portato un'indicibile sofferenza nella vita dei gruppi colpiti. Alle basi di queste situazioni vi sono intenzioni e azioni peccaminose in contraddizione col Vangelo e che costituiscono un appello per i cristiani, ovunque, a vincere il male con il bene».
La seconda parte del messaggio si rivolge, dunque, in special modo alle comunità ecclesiali. «Spesso la solidarietà - avverte il Papa - non è cosa spontanea. Essa richiede formazione ed allontanamento da atteggiamenti di chiusura, che in molte società di oggi sono divenuti più sottili e diffusi». Le risorse «educative e formative ad ogni livello» nella Chiesa non mancano. «Mi rivolgo quindi a genitori e insegnanti affinché combattano il razzismo e la xenofobia inculcando atteggiamenti positivi fondati sulla dottrina sociale cattolica», esorta perciò il Pontefice. E alle parrocchie, in particolare, raccomanda di combattere anche al loro interno forme di «discriminazioni latenti» verso i nuovi arrivati, specie se cattolici. Limitare, infatti, «l'appartenenza a una comunità locale sulla base etnica o di altre caratteristiche esterne rappresenterebbe un impoverimento per tutti e contraddirebbe il diritto fondamentale del battezzato a compiere atti di culto e partecipare alla vita della comunità».

  testo integrale tratto da "Avvenire" - 3 dicembre 2002

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Casella di testo: PIANETA MIGRAZIONI

Il Papa: «Razzismo un male da sradicare»
di  Mimmo Muolo 
Solidarietà dei residenti verso gli immigrati. Ma anche rispetto di questi ultimi per «le leggi, la cultura e le tradizioni della gente che li ha accolti». È il doppio invito che il Papa ha rivolto ieri a tutto il mondo, in occasione del messaggio per la Giornata del migrante e del rifugiato che si celebrerà nel 2003 e che contiene anche una dura condanna del «terribile crimine che è il traffico di esseri umani».
Come di consueto la data della ricorrenza viene fissata nazione per nazione dalle singole conferenze episcopali (in Italia, ad esempio, la Giornata del 2002 è stata celebrata il 17 novembre scorso e quella del 2003, cui si riferisce il documento papale, è fissata per la terza domenica di novembre). Ma Giovanni Paolo II è solito anticipare di qualche mese il testo, per favorire una adeguata preparazione delle comunità ecclesiali.
Il messaggio, perciò, è stato presentato ieri nella sala stampa della Santa Sede. E come ha fatto notare monsignor Stephen Fumio Hamao , Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti (che era accompagnato dal vescovo Agostino Marchetto e dal sottosegretario padre Michael Blume), ha una sua grande attualità, fin dal titolo, in cui si fa esplicito riferimento a fenomeni come «il razzismo, la xenofobia, il nazionalismo esasperato». Per questo motivo il Papa ricorda il «dovere cristiano di accogliere chiunque bussi per necessità alla nostra porta» e sottolinea che i cattolici devono «eccellere nello spirito di solidarietà verso i nuovi arrivati». A loro volta, nota però, gli immigrati devono «riconoscere il dovere di onorare i Paesi che li ricevono. Solo così prevarrà l'armonia sociale».
Certo, osserva ancora Giovanni Paolo II, «il cammino verso la vera accettazione degli immigrati nella loro diversità culturale è difficile e talvolta si presenta come una vera via Crucis. Questo però non deve scoraggiare nessuno dal perseguire la volontà di Dio». Anche perché il fenomeno delle mig razioni, ricorda il Pontefice, «riguarda ormai tutte le nazioni del mondo, come Paesi di partenza o di arrivo».
«Tra le persone particolarmente in necessità - prosegue il messaggio - vi sono i forestieri più vulnerabili: vale a dire i migranti senza documenti, i profughi, coloro che hanno bisogno d'asilo, a causa di persistenti, violenti conflitti in molte parti del mondo e le vittime - in maggioranza donne e bambini - del terribile crimine che è il traffico di esseri umani». Questi eventi, purtroppo, si ripetono. «Anche di recente - scrive, infatti, Giovanni Paolo II - siamo stati testimoni di casi tragici di movimenti forzati di persone per motivi etnici e nazionalistici, che hanno portato un'indicibile sofferenza nella vita dei gruppi colpiti. Alle basi di queste situazioni vi sono intenzioni e azioni peccaminose in contraddizione col Vangelo e che costituiscono un appello per i cristiani, ovunque, a vincere il male con il bene».
La seconda parte del messaggio si rivolge, dunque, in special modo alle comunità ecclesiali. «Spesso la solidarietà - avverte il Papa - non è cosa spontanea. Essa richiede formazione ed allontanamento da atteggiamenti di chiusura, che in molte società di oggi sono divenuti più sottili e diffusi». Le risorse «educative e formative ad ogni livello» nella Chiesa non mancano. «Mi rivolgo quindi a genitori e insegnanti affinché combattano il razzismo e la xenofobia inculcando atteggiamenti positivi fondati sulla dottrina sociale cattolica», esorta perciò il Pontefice. E alle parrocchie, in particolare, raccomanda di combattere anche al loro interno forme di «discriminazioni latenti» verso i nuovi arrivati, specie se cattolici. Limitare, infatti, «l'appartenenza a una comunità locale sulla base etnica o di altre caratteristiche esterne rappresenterebbe un impoverimento per tutti e contraddirebbe il diritto fondamentale del battezzato a compiere atti di culto e partecipare alla vita della comunità».
  testo integrale tratto da "Avvenire" - 3 dicembre 2002