IL DRAMMA DELLA FAME
 

La carestia invisibile di Gaza e Cisgiordania

 

di Peter Hansen*

Il mondo si è abituato all'idea che la fame si manifesti sulle guance scavate e nello stomaco dilatato dei bambini colpiti dalle carestie in Africa. Ma oggi nella Striscia di Gaza e nella Cisgiordania una fame insidiosa sta stringendo nella sua morsa, sempre di più, il popolo che lì vive. Diluita nel sangue anemico dei bambini o nascosta nelle statistiche di arresto della crescita, una terribile, silente malnutrizione sta inseguendo furtivamente gli abitanti di quella zona. I quali convivono da due anni con i posti di controllo, le restrizioni e il coprifuoco: misure che hanno drammaticamente devastato la loro economia. Più del 50 per cento di quella popolazione è disoccupato; oltre il 60 per cento vive sotto la soglia di povertà. Gli effetti di questo disastro economico colpiscono soprattutto le famiglie, costrette prima ad erodere i lori risparmi, poi a indebitarsi, infine, a vendere la casa di proprietà. La solidarietà interna alla comunità ha finora salvato i Territori dal collasso totale che si sarebbe potuto verificare di fronte a un declino tanto rapido. Ogni dollaro è condiviso, nei Territori occupati. Nella terminologia degli esperti, quegli abitanti stanno soffrendo soprattutto per la mancanza di micronutrienti - è quella che l'Organizzazione mondiale della Sanità definisce «fame nascosta». Può essere meno drammatica della malnutrizione da sostanze proteiche che determina l'emergenza africana, ma i bambini che patiscono la carenza di micronutrienti smettono di crescere e di svilupparsi normalmente; le loro capacità di apprendimento ne risultano seriamente e irrimediabilmente danneggiate; il loro sistema immunitario è compromesso; negli adulti come nei bambini, le capacità mentali vengono alterate. Nei casi più estremi, si arriva alla cecità, o alla morte.

Lo sviluppo mentale e fisico di un'intera generazione di bambini è in bilico su questo equilibrio precario. Il fatto più drammatico è che il 22 per cento dei bambini sta soffrendo per una acuta e cronica malnutrizione causata esclusivamente dall'uomo. Nessuna siccità ha colpito Gaza e la Cisgiordania; nessun raccolto è venuto a mancare, e i negozi sono spesso pieni di alimenti. Ma il fallimento del processo di pace ha prodotto lo stesso effetto di un terribile disastro naturale.

Anche le madri incinte e quelle che stanno allattando stanno soffrendo molto. In media, assumono ogni giorno il 15-20 per cento di calorie in meno rispetto agli anni precedenti lo scoppio di questa crisi, nel 2000. La conseguente anemia, la carenza di acido folico e la mancanza di proteine minacciano sia la loro salute sia lo sviluppo normale dei loro figli.

L'Agenzia umanitaria delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) è la più grande organizzazione di aiuto che opera nei Territori. Prima dell'inizio della seconda intifada forniva il sostegno alimentare a circa 11mila famiglie, negli ultimi due anni, in base al programma di emergenza, gli interventi dell'Unrwa sono stati estesi a 220mila nuclei - quasi la metà della popolazione palestinese dei Territori.

Per costituire il fondo necessario a sostenere questo sforzo enorme che garantisca il cibo e gli altri interventi di emergenza, l'Unrwa ha rivolto molti appelli alla comunità internazionale. L'ultimo, che riguarda la copertura degli interventi di emergenza per la prima metà dell'anno prossimo, contiene una richiesta di 32 milioni di dollari per fornire cibo alle popolazioni di Gaza e della Cisgiordania.

Sarebbe un tristissimo atto di offesa nei confronti delle priorità mondiali se non si riuscissero a trovare i mezzi per questo programma di alimentazione a causa della natura per ora "invisibile" di questa crisi.


(*) commissario generale dell'Agenzia delle Nazioni Unite

     per il Soccorso e l'Assistenza ai Rifugiati nel Medio Oriente

 

testo integrale tratto da "Avvenire" - 8 dicembre 2002

 

 

 

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Casella di testo: IL DRAMMA DELLA FAME

La carestia invisibile di Gaza e Cisgiordania

di Peter Hansen* 
Il mondo si è abituato all'idea che la fame si manifesti sulle guance scavate e nello stomaco dilatato dei bambini colpiti dalle carestie in Africa. Ma oggi nella Striscia di Gaza e nella Cisgiordania una fame insidiosa sta stringendo nella sua morsa, sempre di più, il popolo che lì vive. Diluita nel sangue anemico dei bambini o nascosta nelle statistiche di arresto della crescita, una terribile, silente malnutrizione sta inseguendo furtivamente gli abitanti di quella zona. I quali convivono da due anni con i posti di controllo, le restrizioni e il coprifuoco: misure che hanno drammaticamente devastato la loro economia. Più del 50 per cento di quella popolazione è disoccupato; oltre il 60 per cento vive sotto la soglia di povertà. Gli effetti di questo disastro economico colpiscono soprattutto le famiglie, costrette prima ad erodere i lori risparmi, poi a indebitarsi, infine, a vendere la casa di proprietà. La solidarietà interna alla comunità ha finora salvato i Territori dal collasso totale che si sarebbe potuto verificare di fronte a un declino tanto rapido. Ogni dollaro è condiviso, nei Territori occupati. Nella terminologia degli esperti, quegli abitanti stanno soffrendo soprattutto per la mancanza di micronutrienti - è quella che l'Organizzazione mondiale della Sanità definisce «fame nascosta». Può essere meno drammatica della malnutrizione da sostanze proteiche che determina l'emergenza africana, ma i bambini che patiscono la carenza di micronutrienti smettono di crescere e di svilupparsi normalmente; le loro capacità di apprendimento ne risultano seriamente e irrimediabilmente danneggiate; il loro sistema immunitario è compromesso; negli adulti come nei bambini, le capacità mentali vengono alterate. Nei casi più estremi, si arriva alla cecità, o alla morte.

Lo sviluppo mentale e fisico di un'intera generazione di bambini è in bilico su questo equilibrio precario. Il fatto più drammatico è che il 22 per cento dei bambini sta soffrendo per una acuta e cronica malnutrizione causata esclusivamente dall'uomo. Nessuna siccità ha colpito Gaza e la Cisgiordania; nessun raccolto è venuto a mancare, e i negozi sono spesso pieni di alimenti. Ma il fallimento del processo di pace ha prodotto lo stesso effetto di un terribile disastro naturale.

Anche le madri incinte e quelle che stanno allattando stanno soffrendo molto. In media, assumono ogni giorno il 15-20 per cento di calorie in meno rispetto agli anni precedenti lo scoppio di questa crisi, nel 2000. La conseguente anemia, la carenza di acido folico e la mancanza di proteine minacciano sia la loro salute sia lo sviluppo normale dei loro figli.

L'Agenzia umanitaria delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) è la più grande organizzazione di aiuto che opera nei Territori. Prima dell'inizio della seconda intifada forniva il sostegno alimentare a circa 11mila famiglie, negli ultimi due anni, in base al programma di emergenza, gli interventi dell'Unrwa sono stati estesi a 220mila nuclei - quasi la metà della popolazione palestinese dei Territori.

Per costituire il fondo necessario a sostenere questo sforzo enorme che garantisca il cibo e gli altri interventi di emergenza, l'Unrwa ha rivolto molti appelli alla comunità internazionale. L'ultimo, che riguarda la copertura degli interventi di emergenza per la prima metà dell'anno prossimo, contiene una richiesta di 32 milioni di dollari per fornire cibo alle popolazioni di Gaza e della Cisgiordania.

Sarebbe un tristissimo atto di offesa nei confronti delle priorità mondiali se non si riuscissero a trovare i mezzi per questo programma di alimentazione a causa della natura per ora "invisibile" di questa crisi. 

(*) commissario generale dell'Agenzia delle Nazioni Unite 
     per il Soccorso e l'Assistenza ai Rifugiati nel Medio Oriente

testo integrale tratto da "Avvenire" - 8 dicembre 2002