Presentato "La Finanziaria per noi",

rapporto 2003 della campagna Sbilanciamoci

 
 
ROMA – “Su tutti i capitoli di spesa relativi al welfare (assistenza, sanità, istruzione) e sull'ambiente, l'Italia è sempre sotto la media europea”: è la denuncia della campagna Sbilanciamoci, che stamani ha presentato il rapporto 2003 “La Finanziaria per noi”. Il cartello di associazioni e realtà della società civile chiede che la nuova legge preveda “più risorse per il welfare, per i diritti delle persone, per l’ambiente e politiche di pace; meno soldi alle corporazioni e più imposte sulle rendite, su chi inquina e produce armi, niente condoni e una tassazione realmente progressiva che incida sui redditi più alti”. Invece la nuova Finanziaria “avrà anche effetti sulla qualità dei servizi locali – evidenzia il Rapporto -. A essere tagliati saranno innanzitutto i servizi di assistenza (non obbligati) e i servizi di frontiera: prostitute in cerca di un permesso di soggiorno per protezione sociale, senza fissa dimora, tossicodipendenti, richiedenti asilo, carcerati. Tutti soggetti che non votano, non fanno lobby, non manifestano e non vanno in televisione”. Se la qualità e la diffusione di questi servizi “era già a macchia di leopardo, con punti di eccellenza e buchi tremendi – fa notare Sbilanciamoci -, il calo delle risorse porterà gli enti locali a tentare di risparmiare a partire proprio da qui”. In questi casi “non sussiste nemmeno l’idea sbagliata di mercati del welfare; nessuno paga per essere raccolto in strada se non le istituzioni, a meno di non prevedere laute detassazioni ai donatori e creare un welfare marginale nel quale i pasti distribuiti sono sponsorizzati”. Ad essere attaccato dalla Finanziaria 2003 è anche il Servizio sanitario nazionale, ha osservato Stefano Inglese, del Tribunale dei diritti del malato: “Già 130 piccoli ospedali sono minacciati di chiusura e viene ridotta ulteriormente la degenza media negli ospedali: 8 giorni, una media più bassa di quella europea”. Inoltre “eliminare il vincolo di destinazione del Fondo per le politiche sociali non è una buona notizia, perché gli enti locali potranno decidere autonomamente, anche di non far confluire questi soldi in finanziamenti alle politiche sociali e sanitarie”. Sbilanciamoci propone quindi una manovra “alternativa, centrata sull’introduzione di alcune nuove tasse che abbiano funzione redistributiva o di orientamento dei consumi (innalzamento di 3,5 punti dell’aliquota dello scaglione Irpef più alto, reintroduzione della Carbon Tax, tassa sulle esportazioni di armi, innalzamento dell’aliquota sul tabacco), il taglio delle spese militari in una misura sostenibile per gli impegni presi in sede europea”. Le risorse dovrebbero servire ad aumentare gli stanziamenti per Ssn e Fondo politiche sociali (servirebbero rispettivamente 700 milioni e 350 milioni di euro per avvicinarsi alla media Ue), per l’istruzione e la ricerca. Inoltre “finanziare la nuova legge sull’immigrazione significa negare il diritto d’asilo e costruire Centri di permanenza temporanea incostituzionali; costruire nuove carceri significa aumentare la popolazione carceraria e non migliorarne la condizione di vita e le opportunità di reinserimento; dare benefici fiscali a chi acquista un decoder significa alimentare un sistema sportivo drogato dai diritti televisivi”. E a proposito del Reddito di ultima istanza, il Rapporto commenta: “Non è uno strumento generale come quelli che esistono nella maggior parte dei Paesi europei. Serve molto di più dei 220 milioni di euro previsti dal ministro Maroni: il costo di un Reddito minimo d’inserimento ampliato e rinnovato sarebbe di 6mila milioni di euro”.
 
(fonte: Agenzia Redattore Sociale- 15 ottobre 2002)