UNA LOTTA DALLA FRANCIA

E' in corso in Francia una campagna contro Bouygues, un colosso economico della telefonia mobile che costruisce, fra l’altro, carceri e centri di detenzione per immigrati senza documenti. Pubblichiamo di seguito qualche passo di un pieghevole che spiega le ragioni di questa campagna e una cronologia delle azioni. Ci sembra un buon esempio di come i lager e le carceri possano essere colpiti anche nei loro gangli economici vitali. Per maggiori informazioni si può consultare il sito pajol.eu.org/rubrique144.html

BOUYGUES costruisce prigioni in cui lo Stato può far tacere coloro che rifiutano lo sfruttamento e il controllo. BOUYGUES costruisce centri di detenzione amministrativa in cui lo Stato può rinchiudere gli immigrati senza documenti prima di espellerli, ottimizzando così la manodopera offerta dall’immigrazione.

Da un cantiere BOUYGUES a un centro di detenzione, passando o meno per il carcere, un sans-papier può beneficiare a più riprese del savoir-faire di questo cementificatore in materia di collaborazione con lo Stato, di controllo sociale, di gestione degli indesiderabili e di sfruttamento.

Questo dispositivo di reclusione ci riguarda tutti e aggrava le condizioni di vita di ciascuno di noi. Diamoci i mezzi per riprendere l’offensiva.

Tutti i mezzi sono buoni per sfiancare, attaccare, sabotare BOUYGUES. Ovunque.

Attaccare BOUYGUES significa dare concretamente scacco, ovunque possiamo, alla proliferazione della reclusione come dispositivo di controllo sociale. L’ampliamento e la costruzione di centri di detenzione sono necessari alla legge Sarkozy [ministro dell’Interno] sull’immigrazione, in base alla quale la durata della detenzione dei sans-papier passa da dodici a trentadue giorni: l’attuale saturazione dei centri obbliga lo Stato a rilasciare i migranti, così che ogni giorno di ritardo sui cantieri Ë un giorno perso per la macchina delle espulsioni. Impedire l’edificazione di questi centri significa spezzare materialmente la gestione delle migrazioni e trasformare l’offensiva sicuritaria in una semplice velleità di controllo. Il problema non Ë quello delle condizioni di reclusione degli indesiderabili: la reclusione Ë di per sé una condizione di controllo sociale contro la quale lottiamo. In tal senso, costruire nuovi luoghi di detenzione non Ë un mezzo per renderli più vivibili, bensì un alibi per rinchiudere di più e più efficacemente. Ogni volta che nuovi luoghi o modi di punizione (ad esempio i braccialetti elettronici) vengono allestiti, si cominciano a sanzionare reati che prima non erano tali, e ciò in modo più massiccio e con tempi di reclusione maggiori.

Sfiancare BOUYGUES non significa difendere il servizio pubblico o il monopolio statale in materia di punizione, né lottare contro la privatizzazione della reclusione. Al contrario, significa attaccare collettivamente un obiettivo preciso, un ingranaggio necessario alla costruzione di luoghi di detenzione e all’efficacia dei dispositivi di controllo sociale. Senza per questo dimenticare le numerose altre ditte che partecipano al mercato della reclusione, si tratta di darsi un bersaglio comune contro il quale costituire una potenza collettiva. Perché BOUYGUES smetta, bisogna che queste attività gli costino più care di quanto rendono. Sta a noi far esplodere i costi…

Costruire una lotta, allearsi collettivamente e darsi le armi per demolire la strategia di normalizzazione delle nostre vite, di neutralizzazione dei nostri desideri e di pacificazione poliziesca del reale; coordinarsi, tenersi al corrente, in funzione delle passioni e dei mezzi di ciascuno; elaborare una tattica di sabotaggio permanente dei dispositivi di controllo, propagarla fino a che ci scavalchi e la situazione diventi ingestibile per il nemico…

Né prigioni né detenzioni, libertà di circolazione e di permanenza. Documenti per tutti o nessun documento.

Il 12 dicembre, a Lione, un punto vendita Bouygues Immobiliare viene attaccato con un “cassonetto incendiario”.

Dal 17 al 24 dicembre, settimana di azione contro BOUYGUES:

17 dicembre, Amiens. Un gruppo di persone invadono un negozio Bouygues Telecom mentre altri volantinano all’esterno, discutono con clienti ed impiegati, e affiggono manifesti sulla vetrina. Dopo un’ora la polizia interviene e sgombera i locali. Durante tutta la settimana si volantina il pieghevole anti-Bouygues davanti a un altro negozio della catena.

Nella notte fra il 17 e il 18 dicembre, a Lione, sei agenzie Bouygues Telecom si ritrovano le serrature sabotate e manifesti incollati sulle vetrine.

18 dicembre, Parigi. Un centinaio di persone blocca per due ore l’accesso a un negozio Bouygues Telecom.

18 dicembre, Aix-en-Provence. Sei persone bloccano un negozio Bouygues Telecom. In seguito, altre venti bloccano un secondo negozio.

Nella notte fra il 19 e il 20 dicembre, a Parigi, sei agenzie Bouygues Telecom parigine sono ridecorate con scritte e manifesti. A Villeurbanne, un cantiere GFC Costruzioni viene attaccato con bottiglie molotov. Stessa sorte tocca a un punto vendita Bouygues Immobiliare.

19 dicembre, Marsiglia. Una ventina di persone volantinano davanti a tre negozi Bouygues Telecom nel centro della città. Le pubblicità Bouygues vengono sistematicamente coperte con adesivi.

Nella notte fra il 20 e il 21 dicembre, a Parigi, le serrature di 25 negozi Bouygues Telecom vengono bloccate. La stessa notte, vengono affissi manifesti su tre negozi dello stesso gruppo e sulle strutture di 10 cantieri.

Fino al 30 dicembre in diverse città, i negozi, le insegne pubblicitarie e i cantieri Bouygues (di varie filiali) sono coperti con manifesti o fatti oggetto di piccoli sabotaggi (serrature bloccate, palizzate divelte, segnaletiche deturpate, ecc.).

In due città e in momenti diversi viene scoperta l’esistenza di una nota riservata al personale sulla campagna in corso, con un invito a chiamare la polizia in caso di visite sgradite.

Nella notte fra il 30 e il 31 gennaio 2005, a Lione, viene presa di nuovo di mira l’agenzia Bouygues Telecom della Croce Rossa. Viene bloccata la serratura e davanti alla porta viene eretto un muro.

Nella notte fra il 13 e il 14 febbraio, ad Amiens, vengono bloccate le serrature di due agenzie Bouygues Telecom, di un’agenzia Bouygues Immobiliare e le catene di un cantiere Quille (filiale della Bouygues Costruzioni).

Nella notte fra il 20 e il 21 febbraio, a Parigi, vengono bloccate le serrature di 24 agenzie Bouygues Telecom. Vengono affissi anche manifesti, alcuni dei quali in solidarietà coi rivoltosi del centro di detenzione cittadino.

Nella notte fra il 22 e il 23 febbraio, a Villeurbanne, viene attaccato un punto vendita Bouygues Immobiliare. La vetrina viene infranta e l’interno dei locali Ë cosparso di olio motore.

Nella notte fra il 22 e il 23 febbraio, a Lione, la porta vetrata di una agenzia Bouygues Immobiliare va in frantumi.

25 febbraio, Parigi. Una cinquantina di manifestanti si ritrovano davanti ad un cantiere Bouygues per protestare contro lo sfruttamento, la detenzione e le espulsioni dei migranti.

Nella notte fra il 25 e il 26 febbraio, a Lille, un’altra vetrina di una agenzia Bouygues Telecom viene spaccata.

Nella notte fra il 28 febbraio e il 1 marzo, a Parigi, una delle case campione di Bouygues sparse per la città si consuma in solidarietà con tutti i reclusi in lotta.

D.D.