DALL'INGHILTERRA...

Il 19 luglio 2004, un richiedente asilo politico detenuto nella prigione per immigrati di Harmondsworth, vicino Heathrow (quartiere di Londra), viene trovato impiccato. La sua domanda di asilo era stata respinta e l’uomo doveva essere rimpatriato il giorno successivo. Appena la notizia si è diffusa tra gli altri detenuti, un gruppo di giamaicani si è rifiutato di rientrare nelle stanze e ha ingaggiato uno scontro con le guardie, ben presto costrette a ritirarsi. La rivolta si è rapidamente allargata e gli insorti hanno cominciato a dare fuoco ai mobili e a distruggere la struttura. Per molte ore, almeno 80 detenuti hanno continuato la rivolta, fino a che la polizia e le guardie, con l’aiuto di speciali squadre carcerarie antisommossa (“tornado teams”) giunte appositamente sul posto, hanno ripreso il controllo, attorno alle 7 del mattino successivo. Il centro di Harmondsworth ha subÏto seri danni strutturali e dovrà restare parzialmente chiuso a tempo indeterminato. I detenuti sono stati trasferiti in altre strutture carcerarie.

I lager per immigrati presenti in Gran Bretagna, detti Asylum Detention Centres, sono posti infernali come lo è ogni prigione. Si tratta di carceri di massima sicurezza, solitamente gestiti da privati (Harmondsworth lo gestisce la Uk Detention Service, figlia della multinazionale Sodexho). E, come avviene in ogni prigione, gli asylum seekers (quelli che in Italia vengono chiamati “clandestini”) sono privati della loro dignità umana e sottoposti ad umiliazioni d’ogni sorta. Per molti di loro la fine della detenzione comporta il rimpatrio, mentre chi ottiene un permesso temporaneo di soggiorno deve affrontare una vita di sfruttamento e miseria. In questo paese, i migranti che lavorano “legalmente” e quelli che lo fanno “illegalmente” sono nelle mani di padroni locali o capi mafia senza scrupoli, che dispensano loro un salario da fame e assumono il totale controllo delle loro vite. Le notizie di migranti morti sul lavoro, cosÏ come quelle che riportano abusi e violenze avvenuti nei centri di detenzione per immigrati, scuotono di tanto in tanto certi giornali di sinistra e fanno scendere in campo le caritatevoli associazioni per i diritti umani.

Lo scorso maggio, sempre nel famigerato lager di Harmondsworth, un prigioniero turco poco più che ventenne è stato portato in una cella di isolamento, dove è stato picchiato dalle guardie riportando gravi ferite. In un altro caso, una donna keniana è stata brutalmente colpita al viso da un gruppo di sbirri perché si rifiutava di essere caricata con la forza su un aereo per il rimpatrio. Questi due casi, insieme a molte altre denunce di maltrattamento e altre riguardanti sia il tempo di detenzione (alcuni detenuti sono trattenuti anche per tre anni!) che il modo in cui i prigionieri vengono fatti viaggiare nel paese, chiusi per ore in furgoni senza cibo né acqua, tutto ciò ha portato ad un’indagine sulla cattiva gestione di certi Asylum Detention Centres. Un’altra indagine è in corso per far luce sulla morte, avvenuta lo scorso aprile, di un detenuto nel centro di detenzione di Haslar, che è anche stato il teatro di rivolte nel 2003.

Ovviamente queste indagini non porteranno alcuna giustizia ai prigionieri che hanno denunciato gli abusi o che sono morti in quei lager. Non solo perché la magistratura, nel migliore dei casi, si limiterà a condannare solo pochi responsabili senza mettere in discussione l’intero sistema dell’ “asilo” e la legge razzista che lo sostiene, ma anche perché il problema sta, come sappiamo, nell’esistenza stessa di tali lager e nei motivi che costringono milioni di persone a diventare asylum seekers.

Cosa fare allora? Gli immigrati imprigionati in qualsivoglia lager ci hanno più volte dato il buon esempio: si sono rivoltati, hanno attaccato i loro carcerieri, hanno dato fuoco alla mobilia e distrutto quelle infami strutture, sono in qualche caso riusciti a fuggire.

Noi, da fuori, non abbiamo altro da fare che attaccare... in ogni modo e in ogni luogo.

B.P.


BARBED WIRE BRITAIN: Network to end refugee and migrant detention

www.barbedwirebritain.org.uk


Asylum Detention Centres

- Campsfield House, Kidlington vicino Oxford

- Dover Immigration Removal Centre, Dover

- Dungavel Immigration Removal Centre, Strathaven, South Lanarkshire, Scotland

- Harmondsworth Detention Centre,

Heathrow

- Haslar Detention Centre, Gosport

- Lindholme Detention Cenrre, Doncaster, South Yorkshire

- Oakington Immigration Reception Centre, Longstanton, Cambridgeshire

- Yarl’s Wood Immigration Removal Centre, Clapham vicino Bedford

- Queen’s Building, Heathrow airport

- Manchester Airport

- Longport, Eurotunnel Dover