NESSUNA FESTA PER I CARABINIERI

Sabato 9 aprile verrà inaugurata, al castello del Buon Consiglio di Trento, una mostra sull'Arma dei carabinieri. Si tratta di una prima iniziativa che prepara il raduno nazionale di questo corpo militare, che quest'anno si terrà a Trento fra il 15 e il 17 aprile. Per la loro festa sono attesi in provincia circa 60 mila appartenenti all’Arma e alle sue varie associazioni.

Anche noi vogliamo ricordare i carabinieri, nei secoli fedeli a tutti i poteri che si sono susseguiti in Italia, dalla monarchia alla repubblica, dal fascismo alla democrazia.

Vogliamo ricordare la loro costante repressione delle lotte sociali, contadine, operaie, studentesche, e i numerosi eccidi di lavoratori, rivoluzionari e militanti di sinistra.

Vogliamo ricordare i tentati colpi di Stato, le violenze nelle caserme, la copertura delle stragi realizzate dalla manovalanza neofascista negli anni Sessanta e Settanta.

Vogliamo ricordare le torture, i pestaggi, i massacri in Somalia e nella ex Jugoslavia.

Vogliamo ricordare le torture nella caserma di Bolzaneto e i pestaggi nelle strade di Genova, fino all'assassinio di Carlo Giuliani, durante il G8 del 2001.

Vogliamo ricordare la loro presenza in Iraq all'interno di un'aggressione coloniale che ha provocato più di centomila civili morti dal 2003 ad oggi, prolungamento dei bombardamenti e dell'embargo che dal 1991 ad ora sono costati alla popolazione irachena più di un milione di morti.

Dopo aver visto le foto delle torture in Somalia, dopo aver visto le foto di Abu Graib, si può ancora credere al luogo comune secondo il quale i soldati italiani sono "brava gente", e l'Arma un corpo diverso da quelli che compongono gli eserciti di tutto il mondo? La logica della guerra non ammette eccezioni. I carabinieri sono a Nassiriya perché lì si trovano i pozzi dell'Eni. Quanto siano amati dagli iracheni, poi, lo abbiamo visto con l'attentato del novembre 2003. Si raccoglie ciò che si semina.

Per noi non sono affatto martiri, bensì assassini in divisa, pronti ad eseguire qualsiasi ordine venga loro impartito, disposti a servire gli interessi degli industriali, dei petrolieri, dei capitalisti.

Nessuna festa per chi è uso ad obbedire tacendo. Nessuna festa per chi tortura ed assassina. Solidarietà agli insorti iracheni.

Presidio antimilitarista - Sabato 9 aprile 2005, dalle ore 15.00 a Trento, in piazza Pasi

FUORI LE TRUPPE DALL'IRAQ


SI DISERTA ANCHE IN ITALIA

I disertori non hanno patria, perché gli eserciti sono ovunque gli stessi. Un ventiquattrenne della provincia di Brescia (di cui non conosciamo il nome) è stato arrestato ai primi di febbraio in seguito a una condanna a 4 mesi per diserzione aggravata. Già renitente alla leva, era ricercato da qualche tempo. Ora si trova nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta).

... E IN RUSSIA

Non sono solo i soldati americani o israeliani a scegliere la via della diserzione. In Siberia quattro militari russi hanno abbandonato un posto di frontiera della regione di Tchita ed hanno abbattuto tre ufficiali. Arrestati, hanno cercato di evadere. Uno di loro è stato ucciso, mentre gli altri tre sono stati arrestati. Si è venuti comunque a sapere che in questi ultimi mesi le diserzioni fra le fila dell’esercito russo sono in vertiginoso aumento.

E PURE IN FINLANDIA

Nel mese di dicembre sono state arrestate in Finlandia 25 persone per obiezione totale al servizio di leva. Dodici di queste hanno deciso di diffondere il proprio indirizzo per poter ricevere lettere di solidarietà. Dovranno scontare 197 giorni di carcere.