Sequestrati in attesa di giudizio

Il 12 maggio 2005 scatta l’operazione “Nottetempo”: perquisizioni in tutta Italia, cinque anarchici leccesi arrestati, altri 13 indagati a piede libero. Per tutti l’accusa è di “associazione sovversiva con finalità di eversione dell’ordine democratico” (art. 270 bis C.p.).

Nei giorni seguenti si susseguono spontanee iniziative di solidarietà.

Il 21 maggio una manifestazione molto partecipata in solidarietà agli arrestati e contro i Cpt percorre le strade del centro della città. Il giorno dopo viene presidiato il carcere di Lecce dove sono detenuti tre degli arrestati. Gli altri due sono ristretti ai domiciliari.

Mentre le istanze di scarcerazione vengono respinte, in due vengono trasferiti a Melfi e Salerno.

Il 6 agosto uno degli arrestati ottiene i domiciliari e un mese dopo una compagna ai domiciliari viene liberata con l’obbligo di dimora.

Durante tutta l’estate si susseguono iniziative di solidarietà agli arrestati e alle lotte contro le espulsioni.

Dopo due mesi di isolamento in condizioni detentive particolarmente dure Salvatore viene trasferito da Salerno a Sulmona.

L’8 novembre si svolge una manifestazione in solidarietà agli arrestati per ribadire la necessità della lotta diretta contro i lager.

Il 9 novembre si celebra l’udienza preliminare in cui due degli indagati vengono prosciolti da tutte le accuse, mentre altri proscioglimenti riguardano alcuni reati specifici. La data di inizio del processo è fissata al 19 gennaio.

  

LA PUBBLICITÀ CHE MERITANO

Nel processo contro gli anarchici leccesi, si sono costituti parti civili: il gestore di una stazione di servizio della ESSO sabotata (per via delle grandi responsabilità della compagnia statunitense nel genocidio iracheno, in tutta italia sono decine le pompe di benzina manomesse), i medici del San Foca Cazzato e Roberti, nonché il direttore don Cesare Lodeserto.

  

LA LOTTA CONTRO IL REGINA PACIS

Giugno-agosto 2002. Cominciano i primi presidi davanti al Regina Pacis.

31-08-02, Melendugno. Alcuni manifestanti interrompono il consiglio comunale al suono di trombe da stadio per protestare contro il sindaco che aveva vietato una manifestazione e una mostra contro il Regina Pacis a San Foca (frazione di Melendugno).

03-11-02, Monteroni. Manifestazione davanti alla chiesa dove Mons. Ruppi (gestore della fondazione Regina Pacis) chiude la sua visita pastorale. È allestita una mostra sull’immigrazione, vengono esposti striscioni e distribuiti volantini. Il Vescovo rinuncia ad affacciarsi sulla piazza e scappa dal retro.

12-11-02, Lecce. In serata, alcuni guastafeste si radunano davanti alla Prefettura e, con fischietti, trombe e megafono, comunicano il proprio disprezzo verso gli 11 ministri dell’Interno che l’indomani terranno un vertice sul controllo dell’immigrazione. Vengono effettuati blocchi stradali a singhiozzo e distribuiti volantini.

13-11-02, Lecce. Durante il corteo del Social Forum contro il vertice dei ministri, alcuni manifestanti bersagliano con frutta marcia e uova poliziotti, giornalisti ed il servizio d’ordine del Lecce Social Forum (i cui portavoce avevano condannato le manifestazioni contro Mons. Ruppi).

20-11-02, Casarano. Durante una conferenza di A.N. sulla “Bossi-Fini” in quindici aprono uno striscione contro le espulsioni. Alla conferenza partecipavano il sottosegretario all’Interno Mantovano e don Lodeserto.

10-05-03, Lecce. Poco prima della partenza del Giro d’Italia, sull’asfalto e sui muri appaiono scritte quali “immigrati liberi” e “Ruppi assassino”.

11-06-03, Lecce. Per mano di ignoti viene danneggiato con una fiammata il portone laterale del duomo, sul muro tracciate delle scritte contro il Cpt e i suoi gestori.

12-10-03, San Foca. Davanti al Cpt una decina di persone portano la  propria solidarietà ai reclusi; dall’interno gli immigrati rispondono con lanci di oggetti e spazzatura verso i carabinieri. Alla fine del presidio, un fitto lancio di uova ripiene di vernice rossa lascia il segno sui muri del Cpt.

08-11-03, Lecce e Lequile. Incendiati due bancomat di Banca Intesa, la quale ospita i conti del Regina Pacis.

03-12-03, Calimera. Manifesti e scritte contro la dott.ssa Catia Cazzato. In seguito ai pestaggi contro alcuni immigrati aveva firmato falsi certificati medici sostenendo che gli immigrati si erano feriti accidentalmente.

16-03-04, Lecce. Attacco fallito ad una filiale di Banca Intesa.

01-04-04, Lecce. Una quindicina di persone presidia la cappella dove Mons. Ruppi celebra la messa pasquale.

11-04-04, Lecce. Nel giorno di Pasqua, su un’impalcatura nei pressi del Duomo compare uno striscione contro i Cpt.

18-04-04, Lecce. È in piazza il “Progetto Marta”, iniziativa con cui la fondazione Regina Pacis tenta di ripulirsi l’immagine raccogliendo viveri e ridistribu­endoli tra i poveri, gli immigrati e i senzatetto. Alcuni compagni contestano l’iniziativa con un volantino. Al loro rifiuto di esibire i documenti la polizia reagisce strattonando e tentando, senza riuscirci, di condurli in questura.

11-07-04, San Foca. Mentre all’esterno si svolge un presidio, gli internati si ribellano distruggendo tutto quello che possono. Uno di loro riesce a scavalcare il muro, subito rincorso dai carabinieri. I manifestanti si mettono in mezzo e i militari caricano. Una compagna si ritrova con la gamba rotta e un altro viene pestato e arrestato: verrà trasferito agli arresti domiciliari qualche giorno dopo.

17-08-04, San Foca. Dopo che nelle settimane precedenti decine di internati sono riusciti a evadere dal Cpt, altri ci riprovano. Bloccati dai carabinieri, vengono pestati: ai pestaggi partecipa anche il direttore don Cesare Lodeserto. La notte, una finestra della sua abitazione viene colpita da una bottiglia incendiaria. Un volantino di rivendicazione dice: “Contro don Cesare e contro i Cpt”.

29-08-04, San Foca. Mentre si svolge un presidio davanti al Cpt, alcuni reclusi fanno sapere di essere in sciopero della fame.

16 settembre 2004, Lecce. Altre scritte appaiono in città contro il Cpt e il suo direttore. Mons. Ruppi fa sapere che dal gennaio successivo la fondazione non rinnoverà la convenzione statale per la gestione del Centro.

26-09-04, Calimera. Durante una fiera viene distribuito un volantino in cui si smaschera la responsabilità della dott.ssa Cazzato all’interno del Cpt. Alcuni dei manifestanti verranno denunciati per “diffamazione”.

31-10-04, San Nicola. Imbrattati con vernice alcuni bancomat di Banca Intesa.

15-12-04, Lecce. Presidio e volantinaggio nei pressi del teatro dove Mons. Ruppi festeggia i 50 anni di sacerdozio.

30-12-04, Lecce. Vergate alcune scritte contro il Cpt. In questo periodo i giornali fanno sapere che, dalle dichiarazioni rilasciate durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, si prospetta una forte stretta repressiva contro gli anarchici. Intanto si viene a conoscenza del proposito di una persona legata ai gestori del Cpt di ingaggiare qualcuno legato agli ambienti mafiosi per dare una lezione agli anarchici. Proposito che non avrà seguito.

23-01-05. Calimera. Su molti muri appaiono scritte contro la dott.ssa Cazzato e contro i Cpt.

31-03-05. Trascorsi i tre mesi di proroga concessi dallo Stato alla scadenza della convenzione, il Cpt chiude definitivamente. La fondazione Regina Pacis sposta la propria attività “caritatevole” in Romania, dove gestisce numerosi “centri di accoglienza”.

                                                 

ALCUNI EPISODI DELLA LOTTA CONTRO I CPT negli ultimi mesi

19 maggio, Torino. I reclusi del Cpt si rivoltano, bruciano i materassi e danneggiano quel che possono. Inizia uno sciopero della fame. Per evitare l’imminente rimpatrio un immigrato sfonda una finestra e ne ingerisce i vetri: passerà la mattinata in ospedale perdendo l’aereo della deporta­zione. Nel pomeriggio 150 persone si radunano fuori dal Cpt: alcuni salgono con uno striscione sopra alla recinzione, altri, sotto, fanno un buco nel muro. La celere carica ma viene respinta. L’assembramento si scioglie ma un gruppo di manifestanti si dirige al deposito dei tram per spiegare agli autisti le responsabilità della loro azienda, la Gtt, riguardo alle espulsioni. Al termine, un manifestante viene arrestato.

19 maggio, Genova. Bloccate le serrature della metropolitana «Per Ibrahima e Mamadou, due fratelli senegalesi morti ammazzati dalle ‘forze dell’ordine’ del terrore. Per tutti i rinchiusi nelle carceri e nei C.P.T che si rivoltano e lottano».

21 maggio, Torino. Ancora in sciopero della fame, i detenuti del Cpt si ribellano di nuovo. Molti minacciano il suicidio e vari ingeriscono vetri e batterie, uno si taglia l’addome tanto gravemente da dover essere ricucito d’urgenza sul posto. Durante il presidio del pomeriggio i prigionieri salgono sul tetto e parlano parecchio con i dimostranti: si scopre così che spesso è proprio la Croce Rossa ad ostacolare il rilascio di quelli che ne avrebbero diritto.

23 maggio, Milano. In serata un gruppo di immigrati sale sui tetti di via Corelli gridando «liberi tutti». Mentre due di loro ingeriscono delle lamette, gli altri iniziano a danneggiare la struttura del lager dal tetto, imitati presto da quelli del piano inferiore. Nei giorni seguenti 21 reclusi saranno arrestati con le accuse di «danneggiamento aggravato» e «incendio doloso».

25 maggio, Torino. Nel corso di un rastrellamento un ragazzo nigeriano, Eddy, cade dal cornicione a cui si era appeso per sfuggire ai mastini in divisa. Due ragazze, uniche testimoni dell’accaduto, vengono trascinate in C.so Brunelleschi. I nigeriani del quartiere, infuriati, scendo in strada e si scontrano con la polizia.

27 maggio, Torino. Presidio sotto il consolato del Marocco, corresponsabile delle espulsioni, e a San Salvario dove, mesi prima, una ragazza marocchina era precipitata dal tetto per sfuggire ad una retata dei Vigili urbani. Nel pomeriggio, alla commemorazione di Eddy sale la tensione e si rischia nuovamente lo scontro con la polizia.

28 maggio, Torino. Una manifestazione di oltre mille persone attraversa la città. La polizia, pur presente in forze, si mostra solo per bloccare al corteo la strada per la questura: gli immigrati sono furiosi. Arrivati alla stazione di Porta Susa vengono occupati i binari: «In una città che uccide non deve viaggiare nessuno». Qualche danneggiamento, in particolare di un bancomat della San Paolo.

7 giugno, Caltanissetta. Al mattino vengono trovati due bidoni di benzina agli ingressi della locale sede della Croce Rossa, accompagnati da una scritta sul muro «No Cpt» e da un biglietto «La CRI gestisce il Cpt di Pian del lago: solidarietà agli immigrati».

8 giugno, Torino. Un gruppo di compagni interrompe un dibattito per contestare al sindaco ed agli assessori le loro responsabilità e ricordare gli immigrati uccisi.

11 giugno, Milano. Verso le undici di sera in due salgono sul tetto di uno dei capannoni del Cpt di via Corelli e, scavalcata la recinzione, approfittano di un varco nel muro in ristrut­turazione per darsi alla fuga.

15 giugno, Bologna. Presidio davanti alla sede di Castelmaggiore della Concerta Spa, l’azienda che fornisce i pasti ai Cpt di Bologna e Modena.

16 giugno, Torino. Sigillati un centinaio di parchimetri della Gtt, complice delle espulsioni.

29 giugno, Bologna. In 6 riescono a fuggire del Cpt di via Mattei.

2 luglio, Bari. In 91 evadono dal Cpt allestito nell’aeroporto di Palese.

5 luglio, Bologna. Al tramonto in dieci tentano l’evasione: sollevata una delle grate di sicurezza che sovrastano il cortile, scavalcano la recinzione e il muro. In cinque riusciranno a dileguarsi.

9 luglio, Torino. Approfittando di un presidio che si tiene di fronte all’entrata del centro, sette prigionieri saltano il muro laterale del Cpt. Intanto all’interno inizia un nuovo sciopero della fame.

1 agosto, Ragusa. Una manifestazione contro il Cpt di via Napoleone Colajanni si conclude con l’invasione del piazzale d’ingresso.

16 settembre, Rovereto. Un’agenzia della BNL viene bersagliata con della vernice. La stessa banca era stata colpita anche il 12 marzo, durante una manifestazione contro ogni fascismo.

22 settembre, Milano. Durante l’ultima udienza del processo ai 21 immigrati accusati di aver devastato il Cpt di via Corelli il 23 maggio, alcuni dei presenti denunciano a gran voce il carattere illegittimo del processo chiedendone l’annullamento. Molti altri, fuori dall’aula in attesa di entrare, protestano rumorosamente finché il giudice ordina lo sgombero, eseguito a suon di manganelli dalle forze dell’ordine.

26 settembre, Bologna. I reclusi di via Mattei iniziano uno sciopero della fame per protestare contro «la sporcizia, la mancanza di medicine e le manganellate contro chi si ribella».

2 ottobre, Bologna. A partire da oggi ogni sabato ci sarà un presidio davanti al Cpt.

4 ottobre, Torino. Sabotati nella notte una decina di bancomat della BNL. Vengono ritrovati dei biglietti che accusano la banca di complicità con i Cpt e con la guerra in Iraq.

12 ottobre, Caltanissetta. Sull’autobus sotto scorta che trasferisce 140 immigrati dal Cpt di Pian del Lago all’aeroporto Fontanarossa di Catatonia scoppia una rivolta: dodici sbirri feriti e in sette fuggono nelle campagne.

21 ottobre, Gorizia. Occupazione della sede della Croce Verde di Gradisca, cui segue la rinuncia dell’associazione all’appalto per la gestione del futuro Cpt.

22 ottobre, Bari. Occupata la sede della Croce Rossa. Un mese dopo il direttore invierà una lettera alla prefettura con cui rinuncia alla gestione del costruendo Cpt di Bari.

26 ottobre, Torino. “Torino Cronaca”, il quotidiano cittadino torinese portabandiera del razzismo più becero e populista, lamenta di una sua autovettura redazionale demolita nottetempo da ignoti vandali.

Fine ottobre, Rovereto: Bogu, un anarchico croato da dieci anni residente in città e sposato con un’italiana, viene raggiunto da un ordine di allontanamento dall’Italia firmato dal questore di Trento. Parte una mobilitazione in sua solidarietà e contro tutte le espulsioni. Per l’intero mese di novembre si svolgono assemblee, proiezioni, presidi e anche un corteo.

2 novembre, Caltanissetta. In 43 fuggono dal Cpt di Pian del Lago.

12 novembre, Bergamo. Danneggiate nella notte, con molotov e picconate, gli sportelli di tre banche in città e provincia. Tra questi uno della Banca Intesa, implicata nella gestione del  Regina Pacis.

23 novembre, Gorizia. Con un blitz all’apertura del consiglio comunale di Gradisca, un gruppo di manifestanti chiede la sospensione dell’allacciamento alla rete fognaria del Cpt.

2 dicembre, Roma. Un gruppo di studenti occupa la sede dove si terrà il Consiglio Nazionale delle Misericordie.

3 novembre, Rovereto. Due furgoni di Trenitalia vengono dati alle fiamme. Nel messaggio di rivendicazione si fa riferimento alle responsabilità della società ferroviaria nella deportazione degli immigrati.

29 novembre, Rovereto. Un gruppo di solidali interrompe il consiglio comunale distribuendo un testo in cui si sottolineano le responsabilità delle forze istituzionali per l’eventuale espulsione di Bogu. Qualche giorno dopo il tribunale decide che venga nuovamente rilasciato il permesso di soggiorno all’anarchico croato.